Capitolo 34: Haven

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Angolo autrice:
Cari lettori! Siamo giunti quasi alla fine di questa storia.
Mancano esattamente dieci capitoli al termine di Violet. E meno male , direte voi.
Dopo quasi un anno, Nessa ce l'ha fatta!
Non vedo l'ora di farvi leggere il finale è di farci sclerare insieme a me.
Spero non resterete delusi. In nessun caso.
E spero anche in vostri tantissimi commenti.
Vi abbraccio.

Haven

31 Dicembre 2017

È l'ultimo giorno dell'anno. Nevica da quasi quarantotto ore, ininterrottamente. 

Quando abbiamo lasciato la città, poco tempo fa, le strade, i marciapiedi, i cartelli stradali, le insegne dei negozi, i parchi ... tutto era una candida distesa di bianco. 

Nell'aria si respira aria di festa, la gente sembra non aspettare altro che l'anno nuovo. Quel velocissimo istante in cui l'orologio scatta dalle 23:59 alle 0:00. E poi tutto finisce. O inizia. O semplicemente resta cosi com'è. È soltanto un altro stupidissimo secondo in meno nelle nostre vite. 

Quest'anno però, sarà diverso dai precedenti. 

E forse è per questo che ho l'ansia, come se dovessi giocare una partita importante. 

Invece si tratta soltanto di passare tre giorni in completa solitudine insieme ad Avalon, nel silenzio, tra le montagne innevate. 

Lì dove nessuno potrà mai distruggere la nostra bolla privata. 

Seduta rigidamente al suo fianco, sui sedili della limousine, guardo scorrere la natura fuori dal finestrino. Dice di aver inventato la presenza di altre ragazze, in questi tre giorni, solo cosi sarebbe riuscita a convincere i genitori a lasciarci lo chalet libero. Altrimenti avremmo potuto sognarci il capodanno romantico. Immagino la faccia di Eleonor Green, se ci avesse mai scoperte a fare sconce in casa sua. La sua principessina tra le braccia di un'altra ragazza? 

Oh, quanto sarebbe stato divertente!

La sua perfetta faccia di culo deformata dal disgusto. 

Avrei goduto come una matta, anzi , forse avrei continuato a scoparmi sua figlia addirittura in sua presenza. 

Quel pensiero mi fa sorridere, tanto che catturo l'attenzione di Avalon, che per tutto il tragitto, non ha fatto altro che tenere le sue dita intrecciate alle mie. 

« Cosa ti fa ridere? » mi domanda, lo sguardo dolce e tenero. Oggi, poi, sembra ancor di più una principessina reale. 

Indossa un cappotto bianco candido, lungo fino al ginocchio, e sotto di esso un vestito bordeaux. Io invece, ho un maglione di Beverly e i miei pantaloni felpati della tuta. Sulla testa ho il berretto dei Pistons e alle mani dei guanti neri. 

Sollevo le spalle e accenno un debole sorriso. 

« Ho un pò di mal di pancia. »

Lei inclina il capo e mi scruta attentamente. 

« Hai fatto colazione? Vuoi che ci fermiamo ad un bar? » 

Come fa ad essere cosi premurosa? L'Avalon che conoscevo un tempo, non si sarebbe mai preoccupata del mio stato fisico. 

Si sarebbe limitata a guardarmi con disprezzo e a darmi le spalle, come se fossi invisibile. 

Invece ora è qui, accanto a me, e mi guarda comprensiva, come una mamma con la propria bambina. 

« No, ho mangiato. Soltanto che ... mi agita, e non poco, il fatto di poter trascorrere tre giorni da sola con te. » la mia schiettezza improvvisa mi sorprende. 

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