Capitolo 13: Haven

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Haven

24 Novembre 2017

La palestra vuota è il mio paradiso personale.

Sono qui dentro dalle cinque di questa mattina, e non ho fatto altro che fare palleggi e canestri, ininterrottamente, senza mai darmi tregua, fino all'arrivo delle altre.

Devo avere la faccia sconvolta e stanca, perchè Beverly mi guarda spaventata.

« Cosa è successo? Stai bene? » allunga la mano verso la mia fronte ed io mi scanso nervosamente.

« Non ho la febbre, sto bene! » le rispondo male senza volerlo fare intenzionalmente. E lei mi guarda delusa, ritraendo all'istante il braccio.

Lascia cadere il suo borsone per terra e si toglie le scarpe, pronta per cambiarsi.

« Bene, allora come si spiega che sei qui da un'ora? E che mi hai avvisato all'ultimo di non passarti a prendere? »

Non mi guarda negli occhi, il che significa che l'ho ferita abbastanza. Per cui le afferro una spalla e la stringo.

« Scusami, Bev! È che sono molto nervosa, non ho chiuso occhio e ho deciso all'ultimo di venire qui, per starmene un pò da sola e sfogare i miei nervi. » le dico, cercando di darmi una calmata.

Beverly mi afferra la mano che stringe la sua spalla e mi guarda con compassione.

« È andata cosi male ieri sera? »

Il mio sospiro precede le mie parole.

« È andata di merda. Non voglio più avere a che fare con Avalon Green! »

Beverly resta in silenzio; le altre si sono accorte della mia presenza, mi salutano e mi chiedono cosa abbia fatto durante la festa del Ringraziamento. Mento loro, inventando su due piedi una cena fuori città con i miei genitori. Cosa che non sarebbe potuta accadere neanche sotto tortura. Quando finalmente restiamo lontane da orecchie indiscrete, Beverly riprende il discorso.

« Te l'avevo detto che quella lì è velenosa. È marcia. Non avresti dovuto mettere minimamente piede in casa sua. Ma comunque, chi ti ha creato più problemi: lei o i suoi genitori? »

« Entrambi. I suoi genitori mi hanno tartassato di domande; che lavoro fanno mamma e papà in questo periodo, se viviamo ancora in quel quartiere ' malfamato ' come l'hanno definito loro, e dove faccio shopping. E poi sua madre ha cominciato a domandarmi se indossassi spesso il rosso. Devono avere qualche problema serio con quel colore. »

Alle mie ultime parole, Beverly scoppia in una risata nervosa.

« Beh, hanno problemi seri in generale, non solo col rosso. E lei, invece? » ora mi guarda negli occhi, sperando di scorgere qualche mia emozione. Ma distolgo lo sguardo e mi concentro sul pallone che rigiro tra le dita.

« Lei ... abbiamo fatto un pò di cose. » mi sento malissimo nel ricordare certe scene tra me e Avalon. Mi si chiude lo stomaco e avverto una stretta al petto.

Anche se preferirei tenere per me i dettagli, Beverly è la mia migliore amica. Il mio riflesso. Non posso tenerle nascosta una cosa cosi.

Mi lancio nel mio racconto, dopo che lei mi ha domandato ' che tipo di cose? ' .

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