Capitolo 37: Haven

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Haven

7 Gennaio 2018

Avalon sfila per me; mi fa vedere quello che ha acquistato oggi pomeriggio assieme ad Amber. Ci siamo concesse un pò di ore senza sano sesso e lei ne ha approfittato per uscire a far shopping assieme alla sua migliore amica. Era da tempo che non lo facevano. Mentre io ho passato le mie ore ad allenarmi nella palestra di scuola. Ho fatto la doccia prima di venire qui, ho indossato le prime cose che ho trovato davanti e mi sono fiondata a casa sua, entrando come al solito dal balconcino della sua stanza. Ho i muscoli indolenziti, ho sonno e sono stanca. Ma Avalon è una totale distrazione, e mi fa dimenticare del sonno, e di tutto il resto.

Ed ora mi manca da impazzire.

Muoio dalla voglia di averla addosso, di toglierle quel vestitino grigio.

Mi sorride, girandosi di qua e di la, per darmi la visuale di ogni sua angolazione. Sorride, fa le smorfie, esce la lingua da fuori. Ed io distesa sul suo letto, con le braccia dietro la testa, mi sento la persona più fortunata del mondo.

« I miei non ci sono stasera, sai? » mi dice, con un tono di voce basso e quasi scherzoso. Cosi come la sua espressione, che vuole dire tantissime cose.

Mi sollevo sui gomiti e la scruto, passandomi la lingua sulle labbra.

« Quindi cosa ti va di fare? » le domando, anche se so già la risposta. Lei sale sul letto, gattona verso di me. La scollatura del suo vestito si apre, rivelando le sue tette intrappolate in un reggiseno super costoso. Sale lentamente su di me, e con una mano mi spinge giù, sul materasso.

Di solito le piace stare sotto, le piace che sia io ad avere il comando.

Ma questa volta l'espressione che è comparsa sul suo viso mi suggerisce tutt'altro. È talmente spinta che mi verrebbe voglia di afferrarla e ribaltare la situazione. Ma per una volta, la lascio fare.

Magari vuole allungare il gioco, e per me, più si gioca, meglio è.

Afferra i lembi del sul vestito e lo tira su, restando soltanto in intimo. La sua visuale mi lascia senza fiato. Non ha piercing, non ha tatuaggi.

Non ha nulla che possa marchiare la sua pelle candida.

E per quanto mi piaccia che sia cosi, sarebbe bello vederle qualcosa addosso. Qualcosa che rappresenti me.

Le accarezzo i fianchi, e poi salgo su, sul suo seno. Li stringo forte uno contro l'altro, e lei sorride soddisfatta.

Le piace quando la tocco cosi. Sgancio del tutto quell'indumento inutile e poi l'ammiro nella sua totale bellezza.

La luce soffusa della lampada disegna i contorni del suo fisico, i suoi capelli sono una nuvola profumata che mi invade, quando si piega verso di me per leccarmi le labbra.

Inarco la schiena, richiedendo il contatto immediato.

Le sue dita corrono all'elastico dei miei pantaloni e con una furia di cui non la credevo capace, me li tira giù, ed io l'aiuto, scalciandoli.

« Mi sei mancata cosi tanto che stasera ti faccio male. »

biascica a denti stretti, facendomi girare la testa.

Quella voglia repressa delle sue parole mi manda in tilt, e sono già lì che mi sciolgo negli ansimi più forti, quando le sue dita mi penetrano. Due alla volta. Piccole ma esperte, si fanno strada in me e mi toccano nei punti più sensibili.

Perdo totalmente il controllo del mio corpo. Mi morde il labbro inferiore ed esce ed entra le dita dentro di me con una forza ed una velocità assurda.

Violet Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora