Capitolo 42: Haven

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Angolo autrice: Eccoci al terzultimo capitolo!
Ansiosi per questo finale che si avvicina ? ❤️
Aspetto vostri commenti , come sempre.
Vostra Nessa. 🤍

Haven

28 Gennaio 2018

C'è rumore. Troppo rumore in una sola stanza. E sono consapevole che tutto quel rumore siamo noi. 

Per una volta che non ci sono coperte di raso a farci scivolare, per una volta che sono libera di lasciarmi andare, senza nessuno che possa mai scoprirci, sentirci o  interromperci. 

Telefoni spenti, porta chiusa, finestre chiuse. 

Soltanto io e lei. Su un letto, in un hotel qualsiasi in questa metropoli enorme. 

Lei sotto io sopra. 

A volte anche il contrario, ma ormai ho perso il conto. 

Non ne ho ancora abbastanza, e lei ne vuole sempre di più. 

Le sto ancora sopra, quando quasi vicine al limite, il suo corpo sudato si stringe al mio. Avvinghia le gambe attorno ai miei fianchi, inarca la schiena e si abbandona in un gemito lungo e penetrante, che mi manda completamente in estasi. 

« Continua cosi, non ti fermare. » mi prega con lo sguardo, le labbra strette in una linea sottile. 

Continua a cercare conforto sollevando i fianchi verso i miei, lasciando che i nostri corpi combacino ancora, dopo tutto quello che hanno subito in quest'ultima ora. 

E lei è cosi aperta, cosi bagnata, che è assurdamente piacevole sentirla. Fondermi con lei, sentirla pulsare. 

Cerca continuamente il mio contatto, accompagna il movimento dei miei fianchi, muovendoli su e giù, e a tratti si muove anche lei. I suoi capelli sono una nuvola confusionaria sulle lenzuola bianche stroppicciate. 

La sua pelle sudata è morbida, le sue cosce mi riscaldano. 

Le mie ginocchia sono puntate sul letto, cercando di tenermi ancora in equilibrio, nonostante il desiderio che mi appanna la vista e mi azzera i sensi. 

Le sue caviglie sono intrecciate sul mio bacino e accompagna le mie spinte, facendomi andare ancora più a fondo. 

Abbandono la presa dal suo seno, scendendo giù, tra le sue gambe, dove la penetro con due dita. 

Mi guarda negli occhi e apre la bocca, e poi fa lo stesso con me. 

E ancora, e ancora. 

Ci piace da morire e lo sappiamo. 

È esagerato, sporco, illegale, volgare, spinto, per nulla romantico. 

È il nostro amore in tutte le sue sfaccettature. 

È tutti gli orgasmi che siamo capaci di regalarci in qualsiasi posizione e in qualsiasi momento. 

È una cosa che forse nessuno a questo mondo ha mai provato. 

La sua mano libera sale tra le mie treccine, le stringe forte attirandomi verso di sè. Ma io scendo giù, sul suo petto. 

Lecco via ogni goccia di sudore, le lascio una scia di succhiotti, e lei si ribella, cercando di darmi un freno. Ma il suo è soltanto un fuoco che non cessa di divampare. 

« Haven... » borbotta, sollevando di poco la testa e guardandomi persa. 

Le faccio cenno di no con la testa, e muovo freneticamente il braccio incastrato tra i nostri due corpi, uscendo e rientrando le dita, appropiandomi del suo corpo. 

« Cazzo, piccola, sto per venire. » le dico, sfilando la sua e la mia mano, e afferrandole con forza i fianchi. 

In quelle che sono le ultime stoccate profonde, vado su e giù con le mie ultime forze. E guardandola negli occhi esplodo nell'ennesimo orgasmo, che ci scuote entrambe. Lei non è ancora venuta, per questo mi afferra dalla nuca e mi trascina giù, dove comincio a leccarla senza sosta, affondando le dita nelle sue cosce. 

E dopo che mi ha chiuso la testa tra le cosce, in un morsa assurda, raggiunge il suo orgasmo, bagnandomi le labbra e il mento. 

Crollo sfinita al suo fianco, portandomi un cuscino sulla faccia. Ho bisogno di qualcosa di fresco a darmi sollievo. 

Avalon al mio fianco riprende fiato lentamente. Lo sento il suo respiro pesante. 

Cerca la mia mano sul materasso, e dopo averla trovata e stretta forte, si ranicchia al mio fianco, strofinando la punta del naso contro la mia spalla. 

« Haven, è stato fantastico! » biascica a voce bassa. Le sue nocche scivolano lungo il mio braccio, carezzandolo. 

È cosi dolce e lenta che mi verrebbe voglia di addormentarmi. Ma tutto quello che faccio è cacciare via il cuscino e girarmi del tutto dal suo lato, ranicchiandomi nella sua stessa posizione. 

« Sei sempre più bella. Ogni volta che ti guardo mi sembra di vederti per la prima volta. » affermo senza vergogna. E lei arrosisce e prova a nascondersi, portandosi le mani davanti alla faccia. Le afferro ridendo, e poggio la mia fronte alla sua. 

« Non dire cosi, Haven. Lo sai quanto sia fragile il mio cuore se si tratta di te. » il mio invece accelera i battiti. Le accarezzo i polsi, le braccia, poi le spalle e poi il viso, avvicinandolo al mio. 

Ma prima che possa dire altro, lei mi domanda. 

« Ora vuoi dirmi come hai fatto a raggiungermi? »

Sospiro a lungo, per poi raccontarle tutto dal principio. Dall'arrabbiatura di Beverly, ai soldi prestati e al volo preso all'ultimo minuto. E man mano che il mio racconto va avanti, lei sorride, forse lasciandosi coinvolgere dalla mia stessa allegria. 

E alla fine, quando arrivo al punto del nostro incontro, mi chiude la bocca con l'indice e il medio. 

« Il resto lo sappiamo Haven. Ora sono felice che tu sia qui. E voglio godermi questi sette giorni fino all'ultimo secondo. Facciamo in modo che nulla vada perso. Cerchiamo di non perderci neanche noi. E a parte tutto il sesso che ho intenzione di fare con te, voglio che troviamo una soluzione, che prendiamo decisioni anche scomode, se dobbiamo. Ma voglio restare con te. Non voglio rinunciare al nostro amore. Anche a costo di viaggiare un giorno si e l'altro no. » 

Le sue parole mi confortano, mi rendono felice. Sapere che siamo in due a combattere, per arrivare alla nostra meritata vittoria. 

Mi stringo a lei, e incastrando una gamba tra le sue, le accarezzo la schiena. 

« Ti prometto che faremo qualsiasi cosa. Neanch'io ho intenzione di rinunciare a te. Ce la faremo, Avalon. È una promessa la mia. » 

Ci guardiamo negli occhi; verde contro nocciola. 

Vorrei poter restare cosi per sempre, senza dovermi preoccupare di nulla; nei dei nostri genitori, i suoi perchè ci ostacolano di amarci, i miei perchè non mi accettano per quella che sono. 

Vorrei non dover pensare alla distanza che ci separerà per tutto questo tempo.

Vorrei soltanto essere felice. 

Vorrei davvero mantenere la promessa appena fatta. Solo che non so come. E la cosa mi dispera. 

Ci addormentiamo cosi, l'una vicina all'altra, le mani strette e i volti vicini. 

Ora sono qui, con la mia Avalon. E per il momento, ogni cosa può cessare di esistere. 

Ci penseremo dopo al resto.

Violet Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora