Capitolo 24: Fuga irresponsabile

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Daisy si alzò urlando dal divano.
"Ueeeeelaaaaaa Uooohhhh
Wowowowo wiiii gneee ahhhh!" si stiracchiò con enfasi.

"Okay DAISY ora! Ora sistemi la TUA stanza DAISY!" parlò da sola guardando il caos di camera propria.
Era una stanza piccola, sembrava ancor più piccola con tutti quei vestiti in giro.
"VAI DAISY!!"

Non la sistemò.

Sprecò l'intera giornata a giocare ai videogames in mutande nel proprio caos fino a notte tarda.

Il giorno dopo stanca morta si trascinò al banco.
"Ehi Daisy!" la salutó Alexander, il suo compagno di banco.
"Mado' sembri uno zombie..." commentó sorridendo e guardandola crollare a faccia in giù sul banco.
"Hai studiato fino a tardi per la verifica ieri?" chiese.
"NO ASPE CHE VERIFICA?" presa da un impeto di ansia Daisy alzò la testa di scatto.

"Quella... della prima ora... di Storia. Quella di cui a quanto pare ti sei scordata." la informò Alexander per nulla sorpreso.
"OMMIODDIO NOH!!" sputò l'altra.
"IO ME NE VADO!!" decise improvvisamente Daisy alzandosi e correndo fuori dalla classe.
"Ma!" replicò l'altro guardandola fuggire.
"Hai dimenticato lo zaino qui..." sì passò una mano sulla faccia nascondendo il suo zaino di Adventure Time sotto al banco per non farlo vedere dalla Prof.

Daisy andò a farsi un giro nelle zone trascurate della scuola, quelle dove non passava mai nessuno, nemmeno i piccioni. Solo i piccioncini delle volte.
Sedendosi nascosta in un angolo delle scale si mise a pensare.
Daisy pensava ad un sacco di cose insensate una dopo l'altra.
Prima pensò a quanto facessero schifo le ragnatele sul muro, poi si sentì orribile perché tutto sommato, erano la casa di qualcuno e anche se i ragni le facevano paura, mangiavano le zanzare e le zanzare erano ben peggio dei ragni.
Pensando alle zanzare si ricordò dell'estate, perché era piena di zanzare, e le venne in mente quella volta che aveva fatto after tutta la notte ed era finita a dormire con le sue amiche sopra una specie di ponte inutilizzato, su dei teli sotto al sole mattutino.
Era stato fighissimo, ma scomodo.
Sì ricordo anche di quando tornando a casa in bus, e vedendosi riflessa, aveva visto di aver disegnati sulla faccia dei baffi e un naso da gatto, o da topo.
Pensando ai gatti si ricordò del proprio gatto, di quanto era buffo e grasso e quanto lo amasse.
Per qualche associazione strana del proprio cervello, la buffagine del gatto si trasformò in quella di Echo, che tutta impacciata spesso correva e si muoveva come un esserino goffo e saltellante.

Sorrise, ma poi si sentì triste.
Era da un sacco che non vedeva Echo.
Chara passava con lei tutto il tempo, l'aveva praticare sequestrata, ma la cosa peggiore era che Daisy sapeva che le cose sarebbero andate così, e che portava dentro di sé il senso di colpa di non aver fatto o detto niente prima che fosse tardi.
Ogni volta che vedeva Echo, così infelice, si sentiva talmente in colpa da non riuscire a reggere e scappare via.
Lei era sempre allegra, ma capitava che la tristezza la rapisse di botto e la costringesse ad isolarsi e cazzeggiare nelle distrazioni migliori.

In più Lil era particolarmente depressa in quel periodo, la sua depressione sembrava essere peggiorata.
Alexander faceva del proprio meglio per aiutarla.
Il loro gruppo era ufficialmente morto.

Lil non usciva dalla classe, Alex per lo più stava con lei, Echo era sparita.
Tutta la loro enfasi era scomparsa.
Era tutto andato a rotoli da quando Echo si era messa con quella stronza.
I loro piano di conquistare la scuola era morto sul nascere, Alex ci aveva provato ad organizzare le cose, ma Chara si era portata via Echo e l'aveva resa la sua mascotte.

Ripensò ai mesi prima malinconica.
Le mancavano i suoi amici, ma non aveva idea di che fare per aiutarli, poteva solo evitare tutta quella tristezza e pesantezza, tra una stronzata e l'altra.

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