Capitolo 12: Attesa del momento

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Lilithy aveva riordinato tutto. La camera era perfettamente in ordine... nel suo disordine.
Aveva giusto nascosto la montagna di vestiti dentro all'armadio, assicurandosi fosse ben chiuso e non eruttasse, e provato a togliere le cose da terra.

La sua scrivania però rimaneva piena di matite e tempere.
Disegni finiti ed iniziati, lasciati a metà.
Parole scritte e cancellate su mille fogli sparsi.

Ma meglio di così non poteva proprio fare. Sperò che Sheila non fosse fissata con l'ordine, d'altronde non le sembrava una persona molto ordinata od ordinaria.
I suoi libri erano sempre distrutti, quelle poche volte che li portava e passava minuti a lamentarsi in classe, quando non trovava le sigarette nell'oblio della sua borsa.

Lilithy ricontrolló l'orario sullo schermo del cellulare.
Non aveva un orologio in camera, odiava gli orologi.
Le metteva ansia avere un'ordine, o dover seguire degli orari. La monotonia la uccideva, per questo ogni giorno faceva quel che le pareva. Anche se spesso non avere degli orari significava perdere tempo e non riuscire a studiare, non che fosse una sua priorità studiare… purtroppo.

Ci teneva alla scuola, ma la stressava tanto da spingerla sempre a chiudersi nel suo mondo pur di non soffrire così.

L'agitazione le spezzò il respiro.
Non sapeva come vestirsi.
In confronto a Sheila lei era così...poco.
Si chiese se avrebbero studiato per davvero…
Non ci voleva un genio per capire che la sua compagna aveva altre intenzioni.
E lei era consapevole che non sarebbe stata in grado di fermarla se fosse successo.
Perché Sheila era troppo attraente, troppo vera e viva. Perché Sheila bruciava di passione ed osava tutto ciò che lei non aveva voce di essere.

Alla fine si mise un vestito.
Semplice, estivo, dalla gonna nera che le arrivava alle ginocchia e la parte sopra blu che le copriva il seno, non che ci fosse molto da coprire. Stava diventando sempre più magra...

Sapeva che il fatto di non poter parlare sarebbe stato un problema e forse avrebbe scocciato la compagna. Per questo aveva il block notes pronto sul cellulare, sarebbe stato più facile così. Sul cellulare scriveva più in fretta e non era certa che Sheila avrebbe capito la sua grafia.

Qualcuno suonó al campanello.

Alex smise di allenarsi dirigendosi verso la porta con un sorriso.
Stava provando dei passi di breakdance da dei tutorial su YouTube. Se la cavava, ma voleva diventare ancor più bravo.
D'altronde aveva imparato da solo, non era un professionista.

"Ciao!" la accolse Alexander.
Sheila lo squadró da testa a piedi.
"Sto cercando Lilithy…
Ho sbagliato casa o cosa?" alzó un sopracciglio interrogativa.
"No, per niente." rise invitandola ad entrare e chiudendo la porta alle sue spalle.
"È mia sorella." spiegò.

"Aaah, infatti vi vedo sempre insieme all'intervallo. Chi se lo immaginava fosse un'incesto." fece una smorfia togliendosi la giacca di pelle e buttandola in mano al ragazzo.

"Ma cosa... " sussurro Alex prima di ridere tra sé e sé.
"No, io sono..."

"Frocio." lo precedette.
"Sì tesoro, lo vedo. Stai indossando una canottiera rosa. Che colore disgustoso." squadrandolo da testa a piedi con aria di sufficienza fece qualche passo in casa sorpassandolo.

In realtà pensó che Alex avesse stile. Sicuramente uno stile totalmente opposto al suo gotico, ma meglio di molti sfigati della scuola.

"Bene. Mi porti da tua sorella, sì o sì?" si guardó le unghie prima di squadrarlo da testa a piedi.
Alex annui facendole cenno di seguirlo.

Era assurdo come quel ragazzo stesse ancora sorridendo nonostante il suo atteggiamento.
D'altronde Alexander non conosceva altro modo di prendere le cose se non rilassandosi e sorridendo.
Il temperamento di Sheila era di certo particolare, ma non lo infastidiva, anzi nel suo piccolo lo trovò originale, ognuno aveva il diritto di essere sé stesso. Quindi perché avrebbe dovuto svalutarla?
ll mondo era bello proprio perché la gente era tutta diversa. Almeno su questo la pensava proprio come sua sorella.

"Comunque mi scoperó tua sorella quindi se senti delle urla e vuoi unirti… non bussare. Entra." fece una smorfia sorridendo divertita.

Il ragazzo aggrotó le sopracciglia, trattenendo una risata.
"Non vi disturberó, tranquilla." rispose prima che Sheila entrasse spedita nella camera che aveva indicato.

Sheila rimase impressionata in un primo momento. Le pareti di quella camera erano delle opere d'arte. Il soffitto e le zone più alte erano dipinte, ripiene di stelle e galassie.
Un paesaggio naturale, formato da boschi e montagne, circondava la stanza, anche se l'ultima parete non era ancora finita.
Sheila odiava la natura, la trovava semplicemente disgustosa, ma quei disegni erano stupefacenti.

Quando trovò lo sguardo di Lil la vide accucciata a terra, ad osservarla sorpresa, a bocca aperta.
Sheila indossava calze a rete, anfibi e una minigonna rossa e nera a scacchi. Sopra solo una camicetta nera infilata nella gonna, con i primi bottoni slacciati a mostrare casualmente la  scollatura.

Gli occhi verdi di Sheila risaltavano in contrasto col trucco. La compagna non riuscì a non guardarle le labbra; indossava un rossetto nero.
Lilithy non aveva mai visto una ragazza più provocante, di certo non in camera sua.
Era fottuta, e l'idea iniziava a non dispiacerle troppo...

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