Capitolo 15: Primo passo

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Chara sorrise guardandosi allo specchio. Era semplicemente stupenda e sapeva di esserlo.
I suoi occhi chiari erano capaci di mettere in soggezione chiunque, il suo sorriso era capace di apparire e scomparire a suo piacere.
Quella maschera chiamata volto era in grado di celare qualsiasi sua intenzione, mostrando solo il sorriso più sicuro.

Indossava anfibi, una salopette nera, con le bretelle abbassate e le ginocchia scoperte dagli strappi. Sotto si potevano intravedere le calze a rete. La ragazza si riteneva sempre molto soddisfatta di come riuscisse a vestire uno stile dark, non troppo femminile, ma sempre estremamente provocante.

Aveva un appuntamento con quella ragazzina albina.
Adorava la sola idea di mettersi in gioco. Ogni appuntamento le pompava l'adrenalina nelle vene.
Era sempre fin troppo brava a capire le proprie vittime e ad assecondarle, a farle morire sotto il proprio sguardo.
Riusciva sempre a farsi adorare, amare, ad essere perfetta.
Recitare era il suo hobby preferito.

"Aiutoooo... " sbuffó Echo sgambettando verso il parco.
Quello era il suo primissimo appuntamento. Nemmeno con Taylor aveva mai avuto un vero e proprio appuntamento. Con lei le cose erano
semplicemente successe a scuola, o in casa sua...
Scuotendo la testa la ragazzina rigetto indietro le lacrime. Non poteva essere triste in quel momento.

No, in quel momento sentiva solo l'ansia distruggerle lo stomaco.
"Chara è cosi figa. Non ci credo che le piaccio.. c'è le piaccio io. C'è IO.
lo sono una patata. Lei invece e così grande, figa e popolare, c'è..." il calore le avvolse il viso al solo pensiero.
"OMMIODDIO!" esclamò saltellando sul posto.

"Faccio schifo in queste cose io...
Non voglio rovinare tutto..." si morse il labbro.
Non si era mai trovata in una situazione tanto frustrante.
Non aveva idea di come comportarsi...

Concluse, che sarebbe semplicemente stata se stessa, cercando di non dire la cosa sbagliata. Il problema era che non aveva idea di cosa fosse giusto o sbagliato dire.

Echo indossava una camicetta verde e nera a scacchi, che le arrivava quasi fino alle ginocchia. L'aveva rubata a suo padre.
Le piacevano i vestiti larghi, non si sentiva a proprio agio con vestiti particolarmente femminili.
Le sarebbe piaciuto indossare vestitini, ma non aveva proprio il coraggio di uscire di casa con quelli.
Provava disagio nell'essere guardata, cosa che già accadeva spesso visto il suo particolare colore.

Quando vide Chara in lontananza le sue gambe iniziarono a tremare.
"Ommioddio... è lì. Mi sta guardando, aiuto. Cosa devo dire? Come la saluto? Come si salutano le ragazze fighe ad un appuntamento.
Sto già andando nel panico.
Non posso andare già nel panico
Che farò dopo se ora sono già nel panico!
Aaaaaah.." bisbiglió tutto il proprio monologo passo dopo passo.

"C-Ciao Chara." borbottó trovandosi di fronte a lei.
Riuscì a guardarla in faccia solo un istante prima di abbassare lo sguardo intimidita.
La più grande sorrise appagata da quell'atteggiamento. Echo era esattamente il tipo di ragazza che cercava, che le piaceva di più. Era esattamente ciò che cercava di ottenere dalle ragazze con cui stava di solito.

'Ommioddio. Ommioddio è fighissima, è bellissima. Ommioddio muoio.' Echo sentì le guance scaldarsi.
"Buongiorno tesoro." la prese in giro alzandole il viso con una carezza per poi lasciarle un bacio sulla guancia.

La ragazzina sgranò gli occhi per poi puntarli al suolo visibilmente agitata. Strinse le labbra tra loro storcendo la bocca, continuando a sclerare con se stessa rendendo palese ogni proprio pensiero attraverso tutte quelle smorfie, che Chara sapeva leggere più che bene.

"Quindi, come stai?"

"Mh... be-bene."

"Sei a disagio per caso?" un sorriso malizioso a sottolineare le insicurezze. Chara si divertiva sempre troppo.

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