Capitolo 11: Parole vuote

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"Mh..." Echo fece un respiro profondo preparandosi ad entrare nell'aula del dopo scuola. Continuava a ripetersi di stare calma e resistere, doveva solo passare un pomeriggio lì.

Avrebbe fatto i compiti per portarsi avanti, sarebbe stato utile. Lei provava sempre ad andare bene a scuola, ed anche se non eccelleva, arrivava alla sufficienza.

Sentendo le gambe tremare spinse la porta per aprire, entrando a testa bassa.
Si diede un'occhiata intorno.
L'insegnante le si avvicinò.
"Tu sei?" chiese Cecilia la docente di sostegno.
Echo nel panico rimase a guardarla in silenzio qualche secondo prima di rispondere.
"Sono qui... per la punizione..." abbassò la testa vergognandosi terribilmente.

Cecilia si sentì dispiaciuta per lei, ma non sapendo come approcciare si limitò ad annuire ed invitarla a sedersi.

Echo rialzando il capo tornó a respirare, ma si paralizzó quando si rese conto di star camminando in mezzo a mille occhi che la fissavano.
'Ommioddio! Panico...' pensó irrigidendosi e cercando un posto libero senza ricambiare lo sguardo di nessuno.

Arrivata al posto si fece piccola piccola sulla sedia. Per fortuna era sola ed in ultima fila.
Facendo un sospiro tirò fuori i propri libri, non si guardò nemmeno attorno per paura di attirare l'attenzione.
Se non fosse stato per Daisy che la trascinava in giro non sarebbe mai uscita dalla classe, si rese conto.

Mentre apriva il libro di Inglese sul banco sentì qualcuno sedersi al posto vuoto affianco a lei.
Diventò bollente per l'imbarazzo tenendo gli occhi fissi sulla pagina, sperando che bastasse rimanere immobile per scacciare quella sconosciuta presenza.

"Cosa studi?" la voce al suo fianco graffió i suoi pensieri dandole la pelle d'oca.
La conosceva bene.
"I-inglese." spostò il proprio sguardo negli occhi grigi che la stavano scrutando, erano così chiari da fare impressione. Le fecero
quasi paura, eppure il suo volto arrossì.
"Ch-Chara..." esclamò sorpresa.

La ragazza sorrise di risposta, "E-Echo?" la
prese in giro.
"Hai bisogno di una mano?" si sporse verso il libro.
"No ecco io..." Chara appoggió una mano alla sua sedia avvicinando il viso al suo, Echo puntò gli occhi sul banco mentre sesi sentiva morire. Non era abituata a tutta quella vicinanza, in più quella ragazza era dannatamente bella e spaventosa allo stesso tempo.

"Tutto bene?" le sussurró all'orecchio, sfiorandolo con le labbra, trattenendo un sorriso divertito.

Chara stava amando quel momento. Non era ancora successo nulla e già quella ragazzina arrossiva spudoratamente. Era un libro aperto.
Una passivella che supplicava di essere sottomessa.

Echo chiuse gli occhi puntando la testa verso il basso mentre Chara fece scivolare la mano dalla sedia alla sua schiena dandole i brividi.
"S-sì..." bisbiglió, col fiato pesante e il cuore che le batteva in gola.

La grande ingoió la saliva. Era meglio di quel che credeva.
Aveva troppa voglia di fotterla lì, di morderla, farla urlare, prenderla.
Doveva darsi una calmata, ma Echo con quel suo modo di fare si dimostrava una preda irresistibile.

Sarebbe stata una cazzata conquistarla, già le stava morendo davanti.

"Sei così calda… Echo?
Non é che hai la febbre?" da stronza le alzò il viso tirandola verso di sé.
La ragazzina aprì appena gli occhi, ma trovandosi di fronte al suo sguardo affamato li richiuse subito.
Sentì le labbra fredde della ragazza posarsi sulla sua fronte e una carezza scenderle lungo la guancia, il collo. Lentamente. La spalla, il fianco. I brividi diedero un'altra scarica al suo cuore.

Chara la osservò attentamente, sorpresa di quella scena. Di quella ragazzina che rossa d'imbarazzo rimaneva immobile ad occhi chiusi davanti a lei.
Le albine dovevano essere davvero particolari.

"Perché non mi guardi?" chiese ridendo, alzandole il volto con un dito.
Echo strinse le labbra, il suo cuore batteva all'impazzata, aprì gli occhi e vide i capelli neri della ragazza incorniciare il suo volto affilato. Il labbro inferiore stretto tra i denti, lo sguardo spaventosamente magnetico e vuoto, la stavano schiacciando e desiderando.
La ragazzina non era capace di reggere sguardi maliziosi. Inoltre l'apatia di ció che conteneva la sua compagna la spaventó.
Non aveva mai visto uno sguardo tanto disumano. Era terrorizzata, eppure quella paura accendeva in lei il desiderio, l'istinto di sottomissione.

"Fai paura..." bisbiglió la piccola di risposta.
Un sorriso malato si schiuse alla melodia di quella affermazione. Come se fosse stato il miglior complimento che mai avesse potuto farle.
Echo deglutì tremante, senza avere il coraggio di spostare il dito dell'altra che le teneva il mento alzato.

"Allora perché arrossisci così?" le rinfacciò ridendo di lei, delle sue debolezze.
"Mh.." muguló la bianca sentendo un forte calore in ventre. Bruscamente si scostò tornando a guardare in basso.
Non avrebbe detto che non era vero, non sapeva mentire.

"Perché tu fai così!" rispose spostando lo sguardo di lato, fuggendo in tutti i modi dal suo. "Non è normale..." borbottó scocciata.

"Così come?" rise di gusto.
Era come partecipare ad una stupida recita, o essere in uno stupido film. Lei era oltre tutte quelle scenette, recitava perché sapeva quanto Echo avesse bisogno di quei momenti per sentirsi bruciare. E lei voleva farla bruciare.

"Così... Così!" insistette la ragazzina, portandosi una mano alla spalla e reggendo il suo sguardo per solo un secondo.
Chara senza dire nulla si avvicinó al suo orecchio per poi sussurrare.
"So che ti piace." un sorriso bastardo ed un lieve gemito soffocato di risposta.
Echo sentì il piacere bruciarle tra le gambe. Era vero.

"Ah" deglutí vagando con lo sguardo.

"Perché sei qui?" improvvisó a caso.
"Mi mandi in punizione e poi ti fai mettere pure tu... C'è!" bisognosa di cambiare discorso continuò a balbettare insicura.

"E poi, sei cattiva... ci hai mandato solo me e Daisy no..." muguló a bassa voce, gonfiando le guance in un'espressione offesa.

"Oh, non immagini quanto." rispose con una smorfia.
"Ho fatto cose molto cattive con una ragazza..." restò sul vago apposta, studiando l'espressione di quello scricciolo.

"Tipo?" spinta dalla curiosità Echo alzò lo sguardo su di lei.

"Vuoi una dimostrazione?" con uno scatto le sfiorò il naso con il proprio.
Echo sgranó gli occhi prima di scattare indietro e girasi silenziosa.

"Comunque ti ho fatto andare in punizione da sola di proposito." ammise.

"Perché?" curiosa la piccola alzò lo sguardo su di lei. Trovandola calma riuscì ad osservarla meglio.

"Perché ti trovo carina e volevo passare del tempo con te." le rivelò guardandola negli occhi.

"Ah." l'albina arrossì.
"È una cosa dolce..." ammise pensando di rassicurare Chara sul non vergognarsi di parlare dei propri sentimenti, senza sapere che quel mostro non aveva idea di cosa fossero i sentimenti.
"Anche...ecco, anche io penso che...sei carina..." proseguì abbassando lo sguardo in basso a destra, contenendo ogni parte di sé esultante per quella cotta ricambiata.

La grande le porse il telefono.
"Dammi il tuo numero." le ordinò sorridente, la ragazza annui obbedendo.
"Quindi che giorno puoi uscire con me?"
proseguì Chara facendo sorridere di gioia l'altra, con lo sguardo fisso sullo schermo.

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