CAPITOLO 13: rovina

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Mi svegliai accanto a Thomas, ora non dovevamo più nasconderlo. Si svegliò prima di me e mi diede un bacio sulla fronte rimanendo comunque accanto a me. Mi stava abbracciando, mi svegliai anche io ma continuai a tenere gli occhi chiusi. Sentivo il suo dolce sorriso sul mio corpo e ne ero felice, in verità ero felice di tutto ciò che era successo.
Dopo qualche minuto aprii gli occhi e vidi che lui invece li aveva richiusi. Mi avvicinai e lo baciati sulla guancia, poi mi guardò. Non so per quanto durò questo sguardo, so solo che a me sembrava un'eternità, si avvicinò a me e ricambiò posando un delicato bacio sulle mie labbra, prendendomi il viso, mentre io posavo la mia mano sul suo collo.

Ci alzammo dopo un po', dato che a breve Minho sarebbe venuto da noi.
Quando arrivò sembrò sorpreso di averci trovati insieme, ma non fece commenti.

Arrivammo subito davanti alle porte del labirinto, nel tragitto incontrai lo sguardo di Newt ma non mi disse nulla.

Io, Minho e Thomas ci buttammo nel labirinto per cercare una via d'uscita. Ci eravamo portati dietro quell'affare metallico sperando potesse servire a qualcosa. Su di esso appariva il numero 7, noi avevamo immaginato potesse essere la sezione da cui proveniva quel dolente, così ci dirigemmo proprio lì sotto la guida di Minho, che ora che eravamo solo noi tre non perse l'occasione di farci un interrogatorio:" quindi voi... cioè insomma siete tipo...?"
Thomas:" direi proprio di sì"
Si girò subito verso di me e mi lanciò una risatina quasi perversa che mi fece sciogliere solo al pensiero della sera precedente. Io lo guardai dall' alto al basso sempre con quell'espressione quasi perversa e compiaciuta.
Io:" Minho comunque è inutile che fai finta di non sapere nulla, io te lo avevo già detto"
Minho:" dai era solo per fare un po'di scena! Potevi reggere il gioco!"
Si girò indietro e finimmo per ridere tutti e tre.

Eravamo un bel trio, mancava solo Newt.

Arrivammo finalmente alla sezione 7. Dopo aver corso per un po' in quella zona alla ricerca di non so cosa, notammo tante file di rettangoli di ferro e Minho ci spiegò che si chiamavano "lame", vicino ad esse trovammo una canotta bianca insanguinata, dopo poco capimmo che apparteneva a Ben. Eravamo un po' infastiditi da questo macabro ritrovamento, ma fummo rapidamente distratti da un ticchettio  che proveniva da quel solito aggeggio che Minho portava nella sua sacca. Thomas si buttò senza esitare sulla schiena dell'amico per prendere quel coso:" Thomas sta attento" ero preoccupata di cosa avrebbe potuto significare quel ticchettio, ma Minho mi rassicurò toccandomi la spalla e facendomi segno di stare tranquilla. Thomas iniziò a girare su se stesso e notammo che ogni tanto il ticchettio si intensificava, così iniziammo a seguire la direzione che esso indicava.

In poco tempo arrivammo a un luogo strano, stavamo camminando su una specie di passerella di cemento con affianco due solchi rettangolari che sembravano essere senza fondo, le pareti avevano una forma strana, erano un misto tra cemento e ferro. Al fondo c'era un muro di cemento che sembrava chiudere il posto, ma appena ci avvicinammo ad esso il ticchettio prodotto da quel coso si interruppe, il numero su di esso diventò verde e vidi tirarsi su quello che prima pensavo essere solo un muro e fecero la stessa cosa altri due pezzi di cemento retrostanti, permettendoci di avanzare, al fondo ci si proponeva invece una specie di tunnel e io mi precipitai a controllare. Mi fermai davanti a quella profonda oscurità cercando di capire qualcosa. Minho notò un po'di quella specie di muco che i dolenti lasciavano in giro e mi guardò preoccupato:"magari è la tana dei dolenti di giorno"
Io:"può essere"
Thomas nel frattempo camminava a passi lenti e guardava attentamente intorno, quando arrivò vicino a noi si vide un punto di luce rossa e accecante provenire da quella piccola galleria, tutti e tre fecimo un balzo in dietro quando vidimo che ci stava come scansionando. Iniziammo a sentire dei rumori strani, non come un' allarme ma come se qualcosa si stesse spostando, infatti era così, notai che i muri che si erano precedentemente alzati stavano tornando nella loro posizione originale:" ANDIAMO VIA DI QUI, ORA!" urlò immediatamente Minho.

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