Quella mattina gli occhi di Emily erano giusto un po' più spenti del giorno prima.
Era alla fermata dell'autobus ascoltando Gemitaiz che le trasmetteva la forza necessaria.
Soliti visi sconosciuti si alternavano a macchine rumorose, anche se non abbastanza da sovrastare la dolce musica nelle orecchie della ragazza.
Una canzone finì, e nei 3 secondi in cui aspettava che ne iniziasse un'altra la sua attenzione fu attirata da troppi clacson che si sovrapponevano, lamentandosi di una macchina che si era fermata per far scendere dei ragazzi.
Emily sospirò.
I soliti presuntuosi che pensano di essere gli unici sulla Terra, fregandosene di qualsiasi altra persona esistente.
Un ragazzo a qualche metro da lei camminava ora con i suoi amici.
Erano seri.
Parlavano, gesticolando troppo per i suoi gusti.
Ma a lei non interessava.
Stava per prendere il telefono e cambiare playlist, quando qualcosa suscitò in lei interesse e panico.
Si concentrò sul viso di uno di loro, un enorme livido ricopriva il suo occhio destro, continuando sullo zigomo e finendo sul labbro superiore.
Il cuore di Emily iniziò ad emettere battiti alternati velocemente a sussulti.
Le mancava l'aria.
Guardò nuovamente.
Mike.
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Se respirassimo l'elio
General FictionNon sempre una giornata solare e un dolce abbraccio significano felicità. Siamo abituati a riconoscere negli stereotipi il nostro più grande desiderio; ma se un giorno, per caso, vi dicessi che ho paura di essere libera? Magari non è sempre tutto co...