Capitolo 20

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"Arrivati!"

Affermò la fioca voce della ragazza, abbastanza dolcemente da non rovinare l'atmosfera, ma sufficiente per riportarla alla realtà.

"Quella è la tua macchina? Figa!"

Lo sguardo di Emily si corrucciò immediatamente.

Sua madre non aveva mai avuto una macchina.

I piccoli riccioli cadevano sui suoi occhi ma lei non gli dava importanza.

"Sì."

Affermò brevemente, per poi zittirsi di nuovo.

Non era rossa.

Forse ne aveva comprata una nuova?

Il suo corpo era incollato al sedile inerme.

Si diresse verso la casa, sapendo già cosa la aspettava.

"Cosa fai ancora fuori a quest'ora?

Dove pensavi di andare vestita così?

Quella gonna è troppo corta."

Poi un sguardo malizioso.

"Vuoi fare la puttana per caso?"

Poi una risata.

La voce di Jackson le rimbombava in testa come tanti tanti bambini tutti attorno a lei che volevano essere presi in braccio.

Le energie che le restavano si raggrupparono per provare a scacciare quei pensieri.

La gambe cedettero.

Il suo corpo sdraiato sull'asfalto non era molto diverso da quello di un gatto appena investito sull'autostrada.

Una ragazza provava a parlarle.

Aprì gli occhi.

"Matt! Matt si è svegliata!"

Poi si rivolse ad Emily.

"Ei come stai? Tutto okay?

Su forza posati a me e rialzati."

Emily guardava confusa la macchina.

"Oh.. scusaci se ci siamo fermati davanti casa tua.. stavamo tornando da un matrimonio, mancava ancora molto a casa nostra, non c'erano macchine quindi abbiamo pensato fosse disabitato.. sai come vanno le cose, non abbiamo resistito e.. hai capito."

No, non lo sapeva. Ma sì, aveva capito.

"Mi dispiace molto se ti abbiamo spaventata. C'è qualcosa che possiamo fare per aiutarti o per farci perdonare?"

Pian piano le idee le si schiarivano in testa e si univano dolcemente ricostruendo cosa fosse appena accaduto.

Emily si alzò e si diresse verso la porta.

"No, grazie."

Se respirassimo l'elio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora