Fuori dalla finestra un palloncino arancione volava via senza una meta ben definita.
Aveva paura, ed andando via portava con sé tutto l'ossigeno nella stanza.
Una stretta al cuore le fece sentire quanto quel palloncino fosse potente. Catturava tutte le forze che una sola persona possa avere.
Sentiva il vuoto.
Quel fervido arancione bluastro aveva portato via fino all'ultimo respiro dal petto di Emily.
Non aveva più nulla.
Aveva immaginato molte volte quel momento, ma poi aveva scosso la testa e si era detta che non sarebbe mai accaduto.
Le piaceva prendersi in giro, trattarsi come una stupida, raccontarsi cazzate.
E dall'altro lato, amava convincersi di credere a quelle parole.
Ed era a pezzi, la bottiglia di vodka quasi scivolava dalle mani fragili, la pelle candida delle scarne guance si colorava di un rosso camino a contatto con la fredda brezza di una nuvolosa mattina di gennaio.
Un cuore arancione risplendeva opaco tra i tanti tetti di Miami, salutava le macchine con un cenno, mandava un rapido bacio ai bambini per le strade e poi spiccava il volo, verso l'infinito, rubando ogni secondo un respiro vitale alla debole Emily.
Le esili gambe la sorreggevano a malapena, e bastò un soffio di libertà, una foglia posatasi rapida sul vetro, un leggero ed innocente sussulto.
Il fianco toccava un soffice tappeto nero, bagnato da delicate gocce di brezza mattutina, che scendevano lente sugli zigomi troppo magri per imbeversi di quello scuro dolore, di quell'acqua fredda che dal prato del giardino raggiungeva le sue dita, ora nere e impregnate di vuoto, di sofferenza soffocata.
Non sperava più, non aspettava niente, non conosceva il significato della parola "Futuro" .
Aveva paura di guardare in faccia la realtà, per questo non guardava mai il suo riflesso nello specchio.
"Senza dubbio, essere pieni di difetti è un male, ma è un male ancora più grande esserne pieni e non volerlo riconoscere, perché ciò significa aggiungervi quelli di un'illusione volontaria."
(Blaise Pascal, Pensieri, 253)
Non guardava mai nemmeno sua madre negli occhi.
Aveva paura.
Non conosceva altri sentimenti.
Era terrorizzata.
Tutto ciò in cui aveva sempre creduto, non esisteva.
Le cose che aveva sempre sognato sarebbero rimaste per sempre solo sogni campati in aria.
Come le corde della libertà, i palloncini, le zampette dei corvi sui tralicci durante un temporale.
Come quando inizi a scrivere una frase, e la penna scrive bene le prime lettere, e poi va decolorandosi sempre più, costringendoti a calcare più forte ancora e ancora, fin quando dell'inchiostro rimane solo il segno calcato forte su un foglio bianco, puro e indelebile.
STAI LEGGENDO
Se respirassimo l'elio
General FictionNon sempre una giornata solare e un dolce abbraccio significano felicità. Siamo abituati a riconoscere negli stereotipi il nostro più grande desiderio; ma se un giorno, per caso, vi dicessi che ho paura di essere libera? Magari non è sempre tutto co...