Quei giorni sentiva l'aria farsi sempre più stretta, le pareti della stanza le erano ostili ma non aveva dove andare. Seduta sul quel letto, cercava di riallacciarsi il reggiseno trattenendo le lacrime ad ogni battito. Sapeva di essere fuori luogo, sapeva che non era dove sarebbe dovuta essere, ma non sapeva ancora quale fosse il posto giusto per lei.
"Prendimi le sigarette".
"Sì, quali?" sussurrava la voce esile con un tono agghiacciante.
"Le Marlboro, sono sul microonde. "
Annuì e si recò in cucina.
"Ce l'hai fatta, finalmente"
"Scusa" la paura le fece abbassare lo sguardo.
"Come? "Scusa" ?"
Le labbra di Emily, ancora rivolte verso il freddo pavimento, risposero "Scusa, padrone" per poi chiudersi per sempre, colpevoli, come quella volta che aveva aperto la gabbia a Titty lasciandolo alle intemperie della libertà.
Non aveva paura, sapeva di non meritare di averne.
Sapeva bene cosa aspettarsi dalla vita.
Da quando era sola, aveva capito com'era la vita per le persone come lei.
Una lacrima, più salata delle altre, cadde su un taglio ancora aperto, e la ragazza soffocò un piccolo gemito, mentre si appoggiava con la schiena allo specchio del bagno. Una goccia rossa scivolava ora sul suo braccio, lei la guardava, non l'avrebbe fermata, ma lo fece. Più o meno voleva bene anche a lei, per cui decise di tenerla al riparo, dall'aria, dall'ignoto. Alzò lo sguardo verso il soffitto, l'acqua bollente le fece chiudere gli occhi, lo shampoo che scivolava veloce sulle sue spalle le ricordò la sensazione dell'acqua del mare sulla sua pelle, gli occhi erano ancora chiusi, il fiato iniziò a mancarle, l'immensità dell'oceano le otturava i polmoni, la piccola Emily le urlava di salvarsi.
Piccola, era intrappolata dalle onde, che le impedivano di tornare a riva. Aprì gli occhi, e un gruppo di meduse la circondavano minacciose, avvicinandosi pian piano. Sentì un bruciore atroce all'interno dell'avambraccio, un tentacolo? Lo prese con l'altra mano stringendo forte.
Quella volta la lama era stata perfida e, senza scrupoli, era andata più a fondo. Il bagnoschiuma si insinuava nella carne come bianco veleno, e l'acqua cocente richiamava il sale dagli iridi della ragazza, che l'accontentarono subito. Impostò l'acqua più fredda e sciacquò la scucitura, respirò profondamente e chiuse di nuovo gli occhi.
Sorrise.
Il suo amico volava ora verso di lei.
Era colorato di un verde chiaro splendente.
Le sorrise
Amava stare con lui, era l'unico che riuscisse a capirla a fondo.
Quando nel suo cuore non c'era più posto, lui si faceva piccolo piccolo e si accontentava di un angoletto ottenuto spostando qualche scatolone. Quando lo stomaco le brontolava, lui le dava tutto ciò che gli bastava per riempirlo.
Poteva passare ore a parlare con lui, sapeva cosa gli piaceva fare nel tempo libero.
E quando la ragazza non riusciva più a sognare, lui le raccontava di come fosse il mondo là fuori. Quello che Emily preferiva erano le descrizioni delle colline e degli alberi fioriti, trovava incredibile come così tanti colori potessero ritrovarsi uniti in un solo prato. I rosei fiori degli albicocchi e quelli dei Ciliegi la invitavano a danzare con loro, il lilla dei Glicini le spirava serenità. Ma non amava tutti i tipi di piante, la classicità delle rose rosse le suggeriva che l'amore non faceva proprio per lei, e le Ortensie le incutevano paura, come se la sua mente non smettesse di interrogarsi su cosa potesse nascondere quella perfida pianta. Tuttavia la ragazza era ben consapevole del fatto che avrebbe potuto solo limitarsi ad ascoltare tali racconti, sarebbe stato come soffocarsi da soli, per Emily, andare in uno di quei campi. L'aria aperta avrebbe finito per limitare il suo respiro. Con quei colori chiari tutti di fronte a lei non avrebbe potuto aprire gli occhi e i suoi vestiti grigi l'avrebbero resa appariscente in contrasto con il viola e il bianco. Non sapeva molto di come funzionasse il mondo lì fuori, né di cosa voleva, ma sentiva di non poter restare in un posto se qualcuno si accorgeva della sua presenza.
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Se respirassimo l'elio
General FictionNon sempre una giornata solare e un dolce abbraccio significano felicità. Siamo abituati a riconoscere negli stereotipi il nostro più grande desiderio; ma se un giorno, per caso, vi dicessi che ho paura di essere libera? Magari non è sempre tutto co...