Pov Lacy
Dopo essere stata catturata vengo brutalmente sbattuta in una gabbia, trainata da un povero cavallo. Sento ogni parte del mio corpo farmi male ma riesco a mettermi in piedi, avvicinandomi alle sbarre
<<Fammi uscire immediatamente. Non siete leali. Quanti siete? Un centinaio? Tutti contro una sola ragazza.>> urlo. Non voglio metterla sulla pietà, vorrei solo che qualche guardia capisse per quali persone sta lavorando e mi liberi.
<<È inutile, bambolina. Sembrano persone, sono fatti proprio bene>> Rachel si avvicina ad una guardia e con un coltello gli trapassa la testa. Spalanco gli occhi inorridita ma pochi secondi dopo l'uomo si scompone in granelli di sabbia <<Purtroppo, o per fortuna, è solo sabbia. Ciò li rende indistruttibili. Non provano dolore quindi possono combattere fin quando non viene colpito un punto debole. Sono fantastici>> ghigna. Non posso fare a meno di rabbrividire
<<Oh, non fare quella faccia. Purtroppo non potrai ammaliarli con i tuoi poteri, non puoi far loro pietà. Puoi solo stare qui a soffrire. E no, se te lo stessi chiedendo non tutte le guardie sono di sabbia. Prima del vostro arrivo al castello erano tutti mostri, ma ora abbiamo fatto piazza pulita e lasciato solo queste meraviglie. Ma non preoccuparti>> si avvicina a me, prendendomi il viso tra le mani <<Provano per le donne la stessa attrazione degli uomini. Saranno felici di divertirsi un po'>> sorride e mi lascia. Non posso fare a meno di sbiancare e ritrarmi.
<<Addio bellezza>> ghigna mentre il carro parte, trascinandomi via con tutti i soldati attorno. Rachel invece rimane lì, ferma in mezzo al prato. Finché non riesco più a vederla.
Mi metto raggomitolata in un angolo. Il mio ragazzo e i miei amici non sapranno mai della mia scomparsa e non mi verranno a cercare, lo specchio di Adone si è rotto... non uscirò viva da qualsiasi posto in cui mi stanno portando.
Con questi pensieri, e le lacrime agli occhi, mi addormento.Non so quando tempo passa. Mi sveglio solo quando arriviamo in un cortile. Sono ancora confusa per il sonno. Sento solo qualcuno entrare nella gabbia e prendermi di peso, trascinandomi da qualche parte. Attorno a me vi sono una serie di ragazzi che non riconosco, ma quando questi provano a fermarsi a guardarmi vengono frustati dalle guardie, che li rispediscono ai lavori forzati.
Quando arriviamo dentro una stanza buia e grigia vengo legata con delle catene. I miei polsi sono bloccati sopra la mia testa. Probabilmente sono pensate per gente più alta di me, perché non tocco a terra se non con le punte. Anche le mie caviglia sono legate da pesanti catene che mi spingono verso il basso, in contrasto con quelle dei polsi che mi tirano in alto. Almeno, se uscissi viva da qui, potrei essere un po' più alta. Quando mi vennero messe le catene sentii un dolore atroce e a distanza di minuti sento ancora quel dolore.
Le catene mi costringo a tenere le gambe divaricate, anche se non di troppo. Maledico la mia gonna di jeans, che tirava affinché le chiudessi.<<Ma tu guarda. Abbiamo ospiti. Benvenuta principessa>> sento dire. La voce non mi è nuova, tanto che un brivido mi percorre completamente la schiena. Stringo i denti e mi muovo, cercando di liberarmi.
<<Non ti sforzare troppo, non concluderesti molto.>> dice. Lo sento avvicinarsi a me, poi, con uno schiocco di dita, la stanza dove mi trovo viene illuminata. Sbianco e mi guardo attorno. La cella è fatta solo di mattoni, l'unica finestra è alta e piccolissima, giusto per mantenere in vita il prigioniero, non ci passerebbe nemmeno una colomba. Lungo le pareti sono sistemate catene, armi, strumenti di tortura.
<<Non perdere troppo tempo a scegliere quale potrebbe farti più male. Tanto le proverai tutte. A meno che decidi di dirmi ciò che voglio>> ghigna. So perfettamente che, anche se sapesse ciò che desidera, non mi lascerebbe andare.
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Percabeth- troveremo la nostra pace
Fiksi PenggemarDopo la guerra contro Gea, i sette tornano lentamente alla loro vita di sempre; ma un evento inaspettato e un sigillo scoperto dopo anni sconvolgernno ancora una volta la pace. Annabeth dovrà lottare contro il suo passato per trovare la soluzione a...