capitolo 2

558 17 25
                                    


Pov. Annabeth

Lo ammetto, non ho passato tutta la notte tranquilla come crede Percy, ho fatto di nuovo quell'incubo di ieri, non so perché, ma alla fine non riesco a svegliarmi... rimango intrappolata in quel posto buio; forse dovrei parlarne anche col mio Testa D'Alghe, ma si preoccuperebbe per nulla. Non so che fare. Detesto non sapere le cose.

Alle 12 la nave approda, quindi noi torniamo alla nostra c4 Picasso pronti per farci le ultime 2 ore di viaggio. Non vedo l'ora di arrivare, sono stufa di viaggiare, ho bisogno di rilassarmi un poco.
Percy in questo momento sta guidando, mentre io sono poggiata al finestrino mentre scruto fuori. Lui se ne accorge e poggia una mano sulla mia coscia, io inizialmente sobbalzo, poi però mi rilasso e gli sorrido, sicuramente ha capito che qualcosa non va. Devo parlargli appena posso. Noto un silenzio alquanto sospetto per una macchina piena di semidei, mi giro e noto che si sono addormentati tutti
<<Che bella compagnia, mi sorprendo che sei ancora sveglio>> dico ridacchiando. Lui sorride a sua volta
<<Meglio così, un po' di pace>> mi sembra un po' strano
<<Tu che cerchi la pace? Da quando?>>
<<Da ora, so che c'è qualcosa che non mi vuoi dire.>> perdo un battito
<<Che intendi?>>
<<Per due notti di fila hai fatto un incubo, ma non uno dei soliti. Me ne sono accorto, non ti agiti come le altre notti, addirittura stai ferma immobile, ti limiti a piangere>> ha un'espressione seria mentre guarda la strada; abbasso gli occhi, mentre si inumidiscono
<<Non capisco cosa voglia dire questo sogno, per questo non te l'ho detto, non volevo che ti preoccupassi. So solo che alla fine non riesco mai a svegliarmi, rimango intrappolata. Se non fosse stato per te l'altra notte non mi sarei svegliata, è stata la tua voce a farmi tornare la forza.>>
<<Cosa sogni di preciso? Magari possiamo trovare una soluzione insieme>> annuisco e gli racconto il sogno in ogni dettaglio, senza tralasciare nulla. In certi momenti lo vedo stringere le mani sul volante fino a far sbiancare le nocche. Appena finisco mi giro e guardo fuori dal finestrino cercando di non piangere.
Lui non dice niente, ma poi fa un lungo sospiro e dice
<<ho sognato anche io una cosa simile...>> mi giro di scatto verso di lui
<<C-cosa hai sognato?>> balbetto un po', se anche lui ha fatto un sogno simile ci sono il doppio delle possibilità che possano essere sogni premonitori di una catastrofe
<<Ho sognato che eravamo in un bosco, poi tutto si è incendiato, i nostri amici sono scomparsi e tu stavi per darti a quella voce pur di salvarmi. Io ti ho trattenuta e per "punizione" siamo caduti nel Tartaro. Pensavo fosse uno dei soliti incubi riguardanti quel posto maledetto, ma dopo il tuo sogno mi sembra ovvio che non è così.>> non so cosa dire. Che sta succedendo? Chi è questa strana voce? Cosa vuole da me?
<<Dobbiamo parlarne con Chirone e Rachel, sta succedendo qualcosa di importante.>> dico seria. A questo punto non è più un gioco.

Stiamo un po' in silenzio, poi Frank si sveglia e chiede a che punto siamo. In quel momento mi rendo conto di quanta voglia ho di tornare a casa, me n'ero quasi dimenticata, troppo impegnata a pensare a questa storia della voce.
<<Manca pochissimo, puoi cominciare a svegliare gli altri? Tra meno di mezz'ora siamo al campo>> mi sento finalmente felice, mi sto avvicinando alla calma che mi serviva, anche Percy e gli altri sono evidentemente allegri. Tutto sta andando bene. Ma ovviamente io certe cose non devo nemmeno pensarle.
di botto un mostro ci scaraventa fuori strada, per fortuna è una zona dove non passa nessuno, per un mortale sarebbe stato difficile spiegarsi una macchina che va fuori strada senza un motivo logico.
Usciamo subito dalla macchina, già con le armi sguainate. Il nostro nemico sembrava piuttosto agguerrito. Vedendola mi si gela il sangue, è Medusa.
<<Ma tu guarda che bella sorpresa, stavo cercando giusto voi!>> sibila lei
<<Peccato che noi non stessimo cercando te>> dice Percy senza guardarla negli occhi
<<sei più bello di quanto ricordassi figlio di Poseidone, assomigli sempre di più a tuo padre... quanto mi piacerebbe poterti avere nella mia collezione, saresti senz'altro il pezzo forte>>
<<Peccato, non lo avrai né adesso né mai!>> urlo io di rimando
<<potrei benissimo accontentarmi anche di te cara, il mio padrone sarebbe felicissimo di ricevere la tua statua, e mi ricompenserebbe con tutto il potere che può darmi! A quel punto potrò uccidere tua madre>> nella sua voce c'è più gioia di quanto dovrebbe, come se avesse già vinto
<<Frena con l'immaginazione>> attacca Percy <<Non l'avrai né ora né mai!>>
<<Lo vedremo...>> detto questo gli si butta addosso, lui la blocca ma non può contrattaccare se tiene gli occhi chiusi. Mi butto sulla Gorgone e la ferisco al fianco, lei urla e si gira, ma io chiudo gli occhi in tempo, voglio arrivare al campo viva e vegeta, non come una statua! Lei approfitta dei miei occhi chiusi e mi ferisce al braccio, non fa così male, immagino che il suo scopo fosse solo quello di farmi urlare così da aprire gli occhi. Non le darò mai questa soddisfazione. D'un tratto non sento più il suo peso addosso, quindi rotolo di lato, qualcuno mi prende per le braccia e mi fa alzare, non ha artigli, la sua presa è forte ma non vuole farmi male, quindi apro gli occhi e mi trovo davanti Percy, mi giro per vedere cos'è successo; Frank, sotto forma di falco, si è buttato in picchiata addosso a Medusa aiutato dalla corrente creata da Jason. Approfittando della distrazione della Gorgone ci riuniamo tutti per creare un piano
<<Ho un'idea!>> dico subito senza alzare la voce. Non abbiamo molto tempo <<È molto semplice: io e Percy la distraiamo, nel frattempo Jason e Frank cercano di proteggere Hazel nel caso noi non riuscissimo in qualcosa. Hazel, tu devi raccogliere quanto più metallo liquido che puoi in modo da immobilizzarla il tempo che riusciamo a tagliarle la testa. Tutto chiaro?>> gli altri annuiscono. È il momento di entrare in azione
<<Ehi Medusa!>> urlo per attirare la sua attenzione, lei si gira e io chiudo subito gli occhi <<Mi volevi? Eccomi.>> riapro gli occhi e comincio a correre per tutta la strada, lei mi viene dietro dandomi della fifona, ma io la ignoro e continuo a correre; ogni tanto mi giro per vedere a che punto è Hazel, purtroppo attorno a lei c'è una piccolissima dose di metallo, che non basterebbe nemmeno per bloccarle un piede. Io sono sempre più stanca, ma improvvisamente la Gorgone perde interesse per me e si concentra su Percy
<<Sono stanca di correre, se proprio devo faticare così tanto meglio farlo per qualcuno di particolarmente bello, il resto verrà da sé>> ghigna lei.
Percy estrae Vortice e si mette in posizione, ma si dimentica di chiudere gli occhi, in quel momento è come se tutto intorno a me rallenta. Vedo ogni secondo passare come se fossero ore. Mi butto in avanti cercando di bloccare medusa. Non deve arrivare a pietrificarlo. Non ho mai corso così veloce. Faccio un lungo salto ed atterro addosso a Medusa, in quel momento sento una strana sostanza avvicinarsi alle mei dita; il corpo di questo mostro sta diventando d'oro. Hazel ce l'ha fatta. Mi alzo subito per non essere immobilizzata, mentre Percy taglia la testa della Gorgone, questa comincia a rotolare fino ad arrivare ai miei piedi. I serpentelli cercano ancora di scappare, come se volessero staccarsi dalla testa. In questo vano tentativo uno cerca di mordermi la caviglia, ma mi scanso velocemente.
Alzo gli occhi e noto che Hazel è svenuta, corro subito da lei che si trova tra le braccia di Frank. Percy mi prende per mano e me la stringe forte. Hazel si riprenderà presto e noi non siamo eccessivamente feriti. Ce l'abbiamo fatta anche questa volta.

Percabeth- troveremo la nostra paceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora