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"Speravo non ti ricordassi si ieri notte." Sbraita. "Ero brillo, ma non da non ricordare nulla. E poi come dimenticare quando ti sei messa a cavalcioni e mi hai cacciato la lingua in bocca." Le dico per fare il dispettoso. "Non una parola con nessuno di quello che è successo." Mi minaccia col dito e io rido. "Ok, almeno dimmi il tuo nome. Io sono Riccardo." Mi presento e lei mi guarda come se mi stesse scansionando. "Mi chiamo Margherita." Taglia corto mentre riprende a camminare, la seguo in silenzio per accertarmi che arrivi a casa senza sorprese. "Pensi di scortarmi fino a casa? Posso tornare anche da sola. A Bolzano dove abitavo prima non ho mai avuto un problema quando tornavo la sera tarda." Esprime piena di se. "Non lo metto in dubbio, ma qui non siamo a Bolzano e magari non girare da soli di notte è meglio. Le tue amiche non te lo hanno detto?" Le domando e lei mi fa la linguaccia, pure insolente. Passeggiamo in silenzio per i vicoli, non è poi così tardi sono sole le dieci di notte.

Arrivati davanti ad una villetta la saluto prima di sentirla imprecare. "Qualche problema?" Le chiedo e lei sbuffa come una bambina. "I miei non ci sono e io ho dimenticato le chiavi dentro." Dice delusa. "C'è un'entrata sul retro?" Le domando e lei annuisce. La seguo nel giardino del retro, è una casa niente male da fuori. "C'è l'allarme?" Le chiedo e lei scuote la testa. "Se tu dimentichi quello che stai per vedere io dimentico la lingua in bocca." Le dico e lei accetta il compromesso. Apro abilmente la porta e lascio entrare prima lei. "Potresti invitarmi per offrirmi una birra dato che ti ho aperto la porta." La punzecchio e lei mi guarda storto. "Non so, visto la tua abilità potresti essere un delinquente." Ribatte piccata e non sa quanto ha ragione. "Bhe, se volevo farti male lo avrei già potuto ampiamente fare." Le dico e lei si arrende invitandomi dentro, chiudo la porta dietro di me. "I tuoi ti lasciano spesso sola?" Le chiedo e lei apre il frigo per passarmi una birra fresca. "No, sta sera hanno una cena importante, ma non ricordo i dettagli." Mi dice mentre apro la birra e ne butto giù un sorso.

"Tu invece sei di qui?" Mi chiede mentre sale le scale e io la seguo. "Si, non sono nato qui però ci sono cresciuto. Ho frequentato qui le scuole fino le superiori. Poi ho fatto il college a New York." Le dico guardando le medaglie vinte nel canottaggio da Margherita. Però super sportiva. Si stende nel letto e accende la tv che ha in camera. Bevo un altro sorso di birra, è bella fresca. "Dove sei nato?" Mi domanda. "Sull'isola più turistica della Costa Azzurra." Meglio non darle troppi dettagli. "Che ti guardi?" Le domando e lei si morde il labbro inferiore. "Non so, qualcosa di romantico." Risponde come se sapesse di farmi un dispetto. "Meglio un horror, questo tipo." Le frego il telecomando e faccio partire l'horror. "No che poi ho paura." Si rintana sotto le coperte da vera fifona. "Dai fammi posto che ti tengo la manina." La prendo in giro, ma si sposta, mi tolgo le scarpe e mi stendo accanto lei. Il letto da una piazza e mezzo è decisamente stretto quindi deve per forza addossarsi a me.

Per tutto il tempo rimane aggrappata alla mia maglia, non che mi dispiaccia, fa un salto proprio nella parte più divertente. Rido cercando di non farmi sentire. "Non ridere di me o ti caccio via." Mi minaccia seria e allora alzo le mani in segno di resa. Penso che sia una delle poche ragazze con cui non sono andato a letto e ci parlo solo, si possono contare sulle dita di una mano. Si addormenta verso la fine del film, mi scosto senza svegliarla. Rimetto le scarpe e le lascio un biglietto con scritto: 'Grazie per la birra. Stai attenta la prossima volta potrei non essere nei paraggi. Avevi proprio un bel culo con quel tubino nero.' Lo lascio sul suo comodino e scendo uscendo dalla porta del retro. Mando la posizione a Jake uno della scorta in modo che mi passi a prendere, dopo venti minuti nemmeno sono sul suv diretto a casa.

Mi butto sul letto stanco quando mio zio entra in camera. "Ottima idea quella delle camere, ho sentito tuo padre prima e ti saluta." Mi comunica per poi uscire e lasciarmi crollare ancora vestito.

Mi sveglio che è mattina inoltrata, ho dormito davvero tanto, scendo a fare colazione e Laura mi saluta cordiale. Sparisco nella palestra dove mi concentro sull'allenamento che faccio solitamente. Sono arrivato a sollevare quasi duecento chili, ma non voglio prendere della robaccia quindi mi fermo qui come peso. L'allenamento di oggi è tosto, ma ne avevo bisogno, torno in camera e butto tutti i panni sudati nella cesta, mi infilo sotto la doccia, niente è meglio della doccia post allenamento. Scendo in cucina dove Laura sta preparando le lasagne. "Giù le zampe dal ragù Ricky. Piuttosto mi faresti il favore di andare a prendere tuo fratello Francesco da scuola. Si è messo nei casini di nuovo." Mi guarda facendo gli occhioni. "Ok zia, ci vado io sta volta." Le dico e lei mi ringrazia.

Under your chain 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora