Mi sveglio nel mio letto con il fianco medicato, Laura è nella stanza e chiama Alessandro appena mi vede sveglio. "Ehi campione come stai? Ci hai fatto preoccupare." Mi dice e mi ci vuole un po' per ricordare cosa è successo e come sono arrivato a casa. "Ehi zio, mi sento un po' frastornato." Ammetto. "Il dottore ti ha dato qualche antidolorifico potente, ha detto che chiunque ti abbia medicato lo ha fatto bene. Sei svenuto in macchina con Massimo e hai dormito un giorno intero. Chiama tuo padre che è preoccupato." Mi dice mio zio mentre esce dalla camera assieme a Laura. "Pronto papà?" Dico e sento mia madre urlare per chiamare mio padre. "Ehi Ricky come stai?" Mi chiedono insieme i miei genitori. "Sto bene, mi riprenderò. Sono stati gli Scalogeri, erano in un locale qui nel paese." Gli spiego mentre mi metto seduto. Mi metto dei pantaloncini e rinuncio a mettermi la maglietta, probabilmente gli effetti degli antidolorifici stanno svenendo. "Ho capito, come pensi di regolarti?" Mi domanda perché sa bene che non gliela farò passare liscia. "Appena mi riprendo organizzo qualcosa." Gli dico e lui è d'accordo con me, mentre mia madre si preoccupa. "Stai attento e vienici a trovare magari." Mi rammenta mia madre mentre li saluto.
Raul entra assieme ad Emma nella mia stanza. "Cazzo bro, mi hai fatto morire anche a me, ti hanno portato dentro svenuto, tutto insanguinato e non potevo venirti a vedere perché non sarei dovuto essere qui. Per fortuna hai la pelle dura." Mi da una pacca sulla spalla e mia sorella mi abbraccia stretta. "Ehi guarda che sono geloso." Le dice. "Rassegnati, il mio primo amore sarà sempre lui." Gli fa la linguaccia e lui si avvicina per baciarla. Limonano un po' davanti a me per poi mettersi seduti alla mia scrivania. "Hai bisogno per andargli a fare il culo?" Mi dice Raul e io scuoto la testa. "Sai che non torno senza la testa di qualcuno, rischi l'imputazione di omicidio o comunque di essere mio complice." Gli spiego e mia sorella abbassa lo sguardo. "Preferirei non andaste." Sibila con voce bassa mia sorella. "Mi hanno quasi ammazzato, se la sono cercata. Te Raul sta attento, mia sorella potrebbe essere un bersaglio. Mi fido di te per la sua incolumità. Dato che le cose mi sembra proseguano benvenuto negli affari di famiglia." Faccio col mio amico che mi stringe la mano serio. "Emma è al sicuro con me." Mi risponde serio. "Non dovrà mai sapere nessuno quello che avviene in questa casa." Gli spiego e lui annuisce. "Cris mi porti un cellulare criptato." Chiedo al telefono e aspetto che arrivi in camera. Mi portano quello che ho chiesto e lo consegno a Raul. Questo è per quando dobbiamo parlare senza che nessuno intercetti le chiamate." Gli dico e mette via subito il telefono. "A Lucas non un a parola. Ci comporteremo come sempre." Gli spiego e lui annuisce di nuovo.
Scendo per far colazione quando bussano alla porta. Raul e Emma sono in cucina con me. "Signor procuratore, a cosa devo la visita?" Alessandro parla ad alta voce in modo che sentiamo. "Raul, la maglia." Gli dico e lui se la sfila veloce per poi aiutarmi a metterla. Quando il procuratore entra in cucina vede mia sorella sulle gambe del mio amico a torso nudo e me vestito. "Avrei bisogno di fare qualche domanda a Riccardo." Esclama il procuratore e vedo mio zio teso come una corda di violino. "Si metta seduto procuratore, che non si dica che la facciamo stare in piedi." Indico una sedia e lui si accomoda, ha qualcosa di famigliare quest'uomo, ma non so cosa. "Delle telecamere ti hanno inquadrato fuori da un locale, più o meno a quell'ora c'è stata una sparatoria, tu hai visto niente?" Mi domanda speranzoso, pensa che io farò la spia? Illuso. "No, ho preso la moto e sono tornato qui. Non ho visto nulla." Asserisco deciso. "Ok, grazie comunque. Se ti venisse in mente qualcosa chiamami pure." Mi allunga un bigliettino e io lo ringrazio, quando sento chiudere la porta restituisco la maglia a Raul che se la rimette e fa sedere su un'altra sedia mia sorella. Mio zio torna e stava per dire qualcosa, ma vedendo che siamo ognuno sulla propria sedia esce senza dire nulla.
Sono sotto la doccia da non so quanto mentre mi arriva un messaggio di Francesco, è via con Marco, ma gli hanno detto che mi sono ripreso, rispondo che si diverta, parleremo quando rientra a casa. Mi stendo nel letto e guardo il soffitto, mi viene in mente quella ragazzina a come si sia fermata, non era coinvolta come me. Perché ero così coinvolto? Mi sta mandando in confusione quella ragazzina. Non devo pensarci e la dimenticherò come ho dimenticato qualsiasi altra ragazza. Com'è possibile che mi abbia lasciato in bianco così?
Mi ero eccitato solo col suo seno e sentila sopra di me. Devo tornare a scoparmele nei bagni della discoteca così non ci penserò più.
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Under your chain 2
RomanceRiccardo il primogenito di Matteo e Elena torna in Sicilia dopo essere stato all'estero per studiare. Si inserirà negli affari di famiglia e troverà chi gli farà perdere il controllo e la testa. La storia contiene violenza ed è un'opera inventata ch...