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Kate si avvicina con tutto il trucco colato mentre Ambra la soccorre, faccio cenno a Raul e andiamo a recuperare Michele a bordo pista, ha sicuramente il naso rotto e forse qualche altra contusione brutta, dovrebbe andare in ospedale. Lo mettiamo seduto vicino alle nostre moto mentre Kate si sporge su di lui cerando di constatare se sia ancora vivo o meno. Il ragazzo respira a fatica e si oppone al suggerimento di andare all'ospedale.
"Tu sei veramente Riccardo Bellamonaca?" Mi chiede Michele mentre tossisce e la sua ragazza si mette seduta vicino a lui. "Si sono io perché?" Gli domando. "Mio fratellastro era il figlio di tuo zio Salvatore. Ma è morto un anno fa in un incidente. Mi portava sempre a vederti gareggiare qui." Dice serio. "Mi spiace per tuo fratello, ma io non l'ho mai conosciuto. Salvatore è morto che io dovevo ancora nascere." Spiego mentre il ragazzi sembra riprendersi un po'. "Ho sempre sperato di diventare bravo come te con la moto, ma evidentemente faccio schifo." Balbetta. "Non fai schifo, ma sta sera eravamo agguerriti." Lo rassicuro.

"Non capisco perché però continui a gareggiare se tutte le volte scommetti lei ed è costretta a sopportare di essere scopata da altri." Dico al ragazzo. "Di solito competo nelle gare meno grosse, ma sta sera mi hanno obbligato a gareggiare nella tua stessa batteria." Mi spiega. "Di solito vinco quindi Kate non è obbligata a fare nulla." Conclude. "Sono stanca Ricky, possiamo andare?" Mi chiede Marghe e io accendo la moto. "Noi andiamo." Dico. "Domani pomeriggio avete programmi?" Mi chiede Kate. "Lei deve studiare per storia." Spiego e allora Kate propone di uscire per un aperitivo tutti assieme e Margherita accetta, si danno appuntamento in un bar del centro, per le diciassette e mezza dovrei aver finito di spremere la mia ragazza sul rinascimento.

"Ma non stiamo andando a casa." Si lamenta prima di vedere la spiaggia di notte. "Si volevo prima farti vedere questo spettacolo." Le dico mentre la notte buia è disturbata dal rosso dell'Etna. Guarda estasiata il paesaggio che le si staglia davanti. "Posso dirti una cosa?" Mi chiede, io le prendo la mano e annuisco. "Voglio fare l'amore qui, all'aperto. Ho voglia." La fermo per caricarla in spalla e scendo sulla sabbia. Arrivo allo scoglio poco distante e ci nascondiamo lì dietro. Le abbasso veloce i vestiti e la faccio mettere a gattoni. "Faremo presto piccola, so che sei stanca." La rassicuro per poi affondare in lei. Geme mentre io la monto come un'animale, ne avevo bisogno anche io per sanare il litigio di prima. "Cazzo, se bagnatissima piccola." Gemo. "È da quando hai vinto la gara che ne avevo voglia e bisogno." Mi dice ansimando mentre viene sotto alle mie spinte. Esco e vengo sulla sabbia ancora calda.

Tornati a casa le passo la mia maglia e lei la mette contenta, la usa come pigiama perché non si sa mai che qualcuno entri in camera, di solito non ho l'abitudine di chiudere a chiave. Mi metto sotto le coperte con solo i boxer, mi sono abituato a dormire così in completa libertà dai vestiti. Affondo il viso tra i suoi capelli e mi addormento abbracciandola. Mi sveglio con lei che si muove sul mio petto, le sue gambe sono intrecciate alle mie. "Buongiorno." Le sussurro e sento i peggio versi di chi non si vuole svegliare alla mattina.
"Buongiorno." Bofonchia assonnata. "Non ho voglia di studiare anche oggi." Si lamenta mentre io le accarezzo la schiena da sopra la stoffa della maglietta. Mio zio entra nella camera e Margherita si sottoterra sotto le coperte. "Hai corso ieri sera vero?" Sbraita infuriato. "Si, ma ho dovuto, non era mia intenzione correre quando siamo usciti." Spiego e lui mi butta il giornale davanti dove si vede la mia moto con me e Marghe sopra, per fortuna abbiamo il casco addosso. Il titolo porta: 'Il re delle corse clandestine è tornato'. "Non sono tornato zio, non intendo andare a correre. Sai che ho smesso da quando sono partito per l'America." Cerco di convincerlo. "È stata colpa mia signor Bellamonaca. Mi avevano messo in palio per il vincitore e Riccardo mi ha tirato fuori dai pasticci." Interviene Margherita e mio zio le crede così esce dalla camera sbuffando solo.

Francesco entra in camera. "Cosa hai fatto alla moto da corsa? È incarognita dura e non riesco nemmeno a partire." Sbuffa. "L'ho usata ieri sera e ho tolto il fermo che la teneva docile, se vuoi usare quella moto devi imparare ad usarla così." Spiego e lui sbuffa. "Ieri sera hai corso?" Chiede curioso. "Si, ma prima e ultima volta. Non voglio mettermi nei casini col procuratore soprattutto con Margherita, meno suo padre mi gira attorno e meglio è." Dico serio mentre Margherita si copre il più possibile, possibile che si vergogni anche davanti a mio fratello che è gay? "Si lo so che suo padre non deve girare qui attorno a noi, ma siamo comunque dei Bellamonaca quindi potrebbe capitare che ci faccia visita." Ribatte lui sicuro.

Under your chain 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora