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"Dovresti iniziare a prendere la pillola, così non dovrei usare i preservativi e non rischiamo di fare come prima. Ero convinto prendessi un contraccettivo." Le dico mentre mi giro su un fianco verso di lei. "Ma i miei mi chiederanno perché voglio prendere la pillola. È così diverso farlo con il preservativo o senza?" Mi chiede mentre io le bacio la spalla. "Si, la prossima volta che lo faremo lo metto, non voglio rischiare di metterti incinta già alla prima volta che fai sesso." Le spiego mentre lei passa il polpastrello sulla mia barba, alza la testa e vede le lenzuola sporche di sangue. "Tranquilla, mia zia non farà domande." La rassicuro. "È abituata che svergini le ragazze così?" Ribatte nervosa, la sua lingua biforcuta è sempre dietro l'angolo. "In realtà sei la prima che entra nella mia camera oltre mia zia e mia sorella. Non ho mai portato nessuna ragazza qui dentro." Le spiego e mi guarda con gli occhi a fessura. "Davvero, non ti sto mentendo." Confermo. "Mi prometti una cosa?" Sussurra con voce tremante. "Si piccola." Le sussurro calmo. "Mi dirai sempre la verità, anche se è brutta?" La guardo negli occhi, il suo nocciola degli occhi mi tiene inchiodato. "Piccola, non posso promettertelo, non ora almeno. Se tuo padre sapesse che abbiamo una relazione potrebbe interrogare te e se menti ti metteresti nei guai, se dici la verità pure. Non voglio metterti in pericolo. In più dovremmo tenere nascosta la relazione fino a che non hai diciotto anni. Non voglio crearti problemi con tuo padre e se lui non sa non crea problemi alla mia famiglia." Le spiego e lei mi guarda a bocca aperta. "Relazione? Cioè che stiamo assieme?" Di tutto il discorso ha sentito solo quello. "Si, hai accettato di essere la mia ragazza quando abbiamo fatto l'amore prima." Le sussurro con voce gutturale vicino all'orecchio.
Mi monta a cavalcioni sopra, passa l'indice sulla ferita del proiettile. "Non tornerai mai più sbucanato?" Mi chiede. "Il mio intento è quello. Tornerò sempre da te piccola." Le accarezzo la guancia.

Si sdraia accanto a me sotto le lenzuola, mi piace sentire il suo corpo nudo accanto al mio. La sua mano trova la mia intimità, mi stuzzica. "Apri il primo cassetto, prendi un profilattico. Non hai ancora dolore vero?" Le chiedo mentre lei fa come le ho detto. Vede la pistola e si blocca. "Non ho male, ma non parte un colpo se la sposto?" Mi domanda. "Tranquilla ha la sicura, guarda che non succede nulla." Le prendo la mano e sposto la pistola per poi prendere una bustina. La faccio distendere sotto di me, apro la bustina e metto il profilattico. Mi struscio su di lei. "Sei bagnatissima, vedrai che sta volta ti piacerà anche se c'è il preservativo di mezzo." Le prometto per poi entrare dentro di lei, ansima, ma non sembra provare dolore. "È diverso vero?" Le chiedo e lei annuisce. "Senza ti sento di più." Si lamenta e io non posso darle torto. Le bacio il collo, scendo lungo il petto, risalgo sul seno, trovo il capezzolo duro e lo succhio forte. Lei ansima e io continuo a darle piacere, mi mette le mani nei capelli, li strattona provocandomi una scarica lungo la schiena.
Le accarezzo i fianchi mentre le faccio allargare di più le gambe per poter affondare di più in lei. Viene mostrandosi in tutta la sua lussuria, la seguo a ruota esplodendo nel profilattico.

Margherita guarda il telefono e scatta in piedi alla velocità della luce. "È tardissimo, devo tornare a casa e se i miei sono già lì mi faranno il terzo grado." Sbraita e io mi alzo assieme a lei cercando i vestiti negli angoli più remoti della camera. Prendo il finto soprammobile e lo attivo, è un disturbatore di segnale, si sente un fischio assordante. "Ma che cos'è?" Mi chiede lei tappandosi le orecchie. "È per sapere se ci sono cimici o altri dispositivi del genere, trova da dove viene." Le dico e si mette anche lei a cercare da dove può provenire. Prendo il suo cellulare e quando lo avvicino al soprammobile fischia come se non ci fosse un domani. Spengo il soprammobile e mi siedo alla scrivania, lei si mette sulle mie gambe, le apro il telefono per controllare. Beccato, un rilevatore gps che va anche quando il telefono è staccato, ma non sembra esserci una trasmittente. "Che cos'è?" Mi chiede curiosa. "Con questo sanno sempre dove sei anche col telefono spento." Le spiego e lei fa una smorfia perché sa che è stato suo padre. Prendo un telefono dal cassetto. "Questo è criptato, sentiamoci solo su questo, nell'altro potrebbero intercettare i messaggi e anche le chiamate." Le spiego dandole il telefono e facendole vedere come funziona.

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