35

217 8 7
                                    

Due mesi dopo

Sono in casa di Margherita e la sto aspettando, purtroppo il tempo è poco e io devo muovermi veloce nel intrigo che quel coglione del procuratore ha organizzato. Scatta la serratura e appena la vedo entrare la addormento con un panno. Mi spiace dover usare questi metodi barbari, ma non mi ascolterebbe in questo momento.
Crolla tra le mie braccia, ordino ai miei di caricare le valige in macchina mentre io invece carico Marghe nella macchina, metto in moto e sfreccio verso l'aeroporto.
Parcheggio il suv vicino al jet, il pilota è pronto per partire. "Due di voi con me, mentre gli altri si assicurino che Giulia sia arrivata a casa di mio zio e abbia l'ospitalità che merita." Ordino e due della scorta si avviano mentre gli altri mi aiutano a sistemare le valige nel jet. Assicuro Margherita al sedile allacciandole le cinture e poi mi siedo di fronte a lei. "Calogero parti!" Ordino al pilota che mi fa segno di aver ricevuto, sento che comunica con la torre di controllo. "Quali sono gli ordini?" Chiede Gino. "Fai avere questo al vice procuratore. Ma senza che sappia che proviene da parte nostra. Torneremo non appena quel verme sarà finito dentro." Affermo e lui prende la chiavetta usb e si mette al lavoro.
Calogero fa muovere il jet e mi tranquillizzo leggermente, ho dovuto legare i polsi di Marghe con le fascette stingicavo per essere sicuro che non faccia cazzate, in più ho io la sua pistola di servizio.
Lasciamo l'aeroporto nel silenzio e nel buio della sera, nessuno sa dove siamo diretti tranne me e il pilota.
Dopo dieci minuti la mia piccola di sveglia, ci mette un po' a capire dove si trova e a fare mente locale. "Stronzo che non sei altro. Ti costava così  tanto confessare l'omicidio e salvare il mio bambino. Ti avevo chiesto di trovarlo e di riportarmelo a casa vivo. Ti odio." Urla dimenandosi sul sedile. "Margherita per favore calmati. Lasciami spiegare." Le spiego. "Calmarmi, hai ucciso mio figlio Riccardo. Tra me e te non ci potrà essere più nulla." Urla. "Lasciami spiegare e poi capirai che sei stata ingannata, ma non da me." Provo con le buone, lei mi guarda come un animale feroce in gabbia. Prendo il portatile e faccio partire le registrazioni che ho passato anche al mio scagnozzo.
Margherita lo osserva attenta.
Avevo una telecamera nascosta quando ho affrontato quel viscido del procuratore. "Bellamonaca, hai trovato il nostro covo. Legatelo e assicuratevi che non si liberi." È la voce di lui ormai so il video a memoria, ora c'è la parte in cui mi pesta per bene, lei guarda mentre le salgono le lacrime agli occhi. "Confesserò solo quando vedrò Michele vivo." Affermo serio e il procuratore sbuffa. "Quel bastardo è in un posto migliore." Dice e vedo Margherita tremare e apre la bocca sconcertata. "Dov'è Michele?" Domando per poi sputare sangue nel video. "È lì." Indica una vasca in acciaio piena di ghiaccio, uno dei tirapiedi del procuratore solleva il corpo ormai esanime del piccolo e poi lo rimette dentro al ghiaccio. "Figlio di puttana hai ucciso il figlio di Margherita." Ho tentato di liberarmi, ma avevano stretto bene le corde. "Non confesserò mai e poi mai." Sputo di nuovo. "Per quanto pensi di ricattare Margherita? Prima o poi scoprirà cos'hai fatto." Affermo e lui ridacchia. "Oh si lo scoprirà, ma penserà che sia colpa tua." Afferma e io stacco il video, Margherita è sotto shock.
"Quindi era già?" Domanda e io annuisco. "Ho fatto quello che ho potuto per trovarlo in tempo Margherita, ma temo che Michele sia morto tra le ventiquattro e le quarantotto ore dopo il rapimento. Lo hanno fatto fuori subito e lo tenevano lì nel ghiaccio." Spiego, le lacrime le rigano il viso senza sosta.
Una volta in quota mi slaccio la cintura e libero Margherita dalla fascetta e dalle cinture, si aggrappa alle mie spalle e mi si aggancia con le gambe ai fianchi, torno seduto al mio posto lasciandola piangere contro il mio petto. Le accarezzo piano la schiena mentre lei si sfoga in silenzio. "Avevo pagato uno della torre per non farti partire." Afferma. "Lo so piccola, ma io l'ho pagato di più per lasciarmi partire. È il mio lavoro sapere in anticipo le mosse degli altri giocatori così da poter far bene la mia mossa." Le
Spiego, lei continua a piangere triste. "Posso usare il bagno?" Domanda e io la accompagno. Mi spiace non poter essere stato con lei quando ha ricevuto la notizia della morte di Michele, Giulia è stata un'ottima alleata e mi sdebiterò con lei il prima possibile.
Sento Margherita riversare il contenuto dello stomaco nel water, mi spiace che stia così male.
Torniamo nel sedile e sembra un po' più calma. "Da quanto stai male?" Le domando. "Da qualche giorno, ma sarà un virus che gira in questo periodo." Spiega vaga, le poso una mano sulla pancia ed è più soda di quanto ricordassi. "Hai avuto il ciclo?" Le chiedo e lei mi guarda stranita, vedo che ci pensa attentamente. "Possibile? Oh cazzo." Afferma e mi guarda preoccupata. "Piccola calmati, quando atterreremo andremo dal dottore. Ci sono io con te, non sei sola e sai che ti puoi fidare. Anche se non fosse mio amo te e amerò anche il bambino o bambina." Le spiego sperando che non abbia un crollo. "È tuo." Afferma e io le scosto i capelli perché ho sicuramente capito male. "Se fossi incinta il bimbo è il tuo. Ho fatto sesso solo con te negli ultimi mesi, quel viscido metteva il preservativo." Spiega e io le sorrido entusiasta. "Avremo un bambino. Nostro figlio o figlia." Le dico entusiasta continuando a passare la mano sulla sua pancia.
"Non voglio nascondertelo, ma i medici avevano detto che avrei fatto fatica ad avere altri bambini, c'è qualcosa che non è proprio a posto là sotto. Mi hanno detto che non è impossibile, ma sarebbe stato forse più difficile." Mi spiega e io alle sorrido. "Allora è il nostro miracolo." Le dico speranzoso.

Under your chain 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora