Capitolo extra 10.5

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Luce.
Nicol guardò la stanza nella quale si trovava fisicamente. Non stava più usando i suoi poteri senza controllo, aveva ripreso il volante, non sapeva neanche lei come riuscisse a capirlo, ma lo sapeva e basta. Portò la mano alla tempia e toccò il sangue pesto sui capelli: aveva bisogno di un bagno, ma almeno la ferita era guarita.
Non sapeva nemmeno quanto tempo era passato. Ore o giorni? Non lo capiva. Si alzò in piedi sostenendosi con la sbarra del letto matrimoniale nel quale Thomas l'aveva riposta.
La stanza girò leggermente ma, fortunatamente, il movimento cessò nel giro di pochi secondi.
Si guardò attorno e la stanza lussuosa le fece capire che non si trovavano nel lurido motel visto qualche giorno prima. Fu inaspettatamente felice di ciò.
Camminò lentamente osservando le pareti bianche e le ampie vetrate su tutto il soggiorno. La casa era circondata da un meraviglioso bosco stracolmi di alberi e erba verde. Se ascoltava attentamente, poteva sentire il cinguettare degli uccelli e il rumore degli scoiattoli tra i rami. Chiuse un po' gli occhi beandosi di quei suoni e rimase ferma per un po', almeno finché non avvertì il respiro di Thomas. Lo vide poggiato contro un albero poco distante, le mani rigorosamente in tasca e lo sguardo verso il basso. Nicol sospirò e continuò la sua camminata alla ricerca della vasca. Non si sentiva pronta ad affrontare il fratello, non ancora. Quando la trovò, vide una felpa larga del fratello, un suo paio dei suoi jeans a un intimo abbinato su una sedia posta lì vicino. Per niente sorpresa, si avvicinò alla ricerca della solita lettera: a suo fratello non piaceva parlare, preferiva scrivere senza dubbio.

Ecco qui, tutto pronto per il bagno caldo. So che non verrai mai a parlarmi prima di questo, prima di schiarirti le idee. Quando avrai finito, mi troverai fuori ad aspettarti.

-Il tuo Tommy

Sospirò nuovamente, il comportamento del fratello la irritava ma purtroppo la faceva anche sorridere: la conosceva veramente bene. Si spogliò lentamente, ignorando le fitte di dolore: i lividi erano svaniti, ma dentro si sentiva ancora maciullata da quell'ondata di potere. Chissà come stava Hope, probabilmente meglio di lei in quanto era abituata a spezzarsi le ossa ogni qualvolta che si trasformava in un lupo, insomma, era più abituata al dolore. Grazie al cielo, invece, la trasformazione della gemella era instantanea e per nulla dolorosa. Aprì l'acqua calda e si mise nella vasca, sotto il getto, godendo della sensazione che le creava sul viso e sulla schiena. Sapeva cosa l'aspettava. Il fratello non aveva cambiato idea, rimaneva fisso nella convinzione che fosse la cosa migliore e, forse, anche una parte di lei lo pensava. La maggior parte dei vampiri erano crudeli, egocentrici e assassini spietati. Seguendo il piano di Ariel avrebbero impedito la morte di molte persone, miliardi forse. Però non tutti i vampiri erano mosti, forse tutti avevano compiuto azioni nefande, ma molti si erano pentiti e avevano iniziato un percorso di redenzione. Tutti meritavano l'opportunità di completare questo percorso, lei lo sapeva benissimo questo e non avrebbe cambiato idea. I dubbi però erano leciti e la accerchiarono per tutta la durata della bagno caldo, il quale in realtà fu più lungo di quanto fosse minimamente accettabile. Qualsiasi altra persona avrebbe smesso di aspettarla, persino il ragazzo più innamorato dell'universo avrebbe rinunciato, ma Thomas non era un qualsiasi ragazzo e non era innamorato di Nicol, il suo legame era molto più profondo. La ragazza quindi era convinta che lui sarebbe rimasto lì.

Quando decise di averlo fatto aspettare abbastanza, si alzò e si mosse con decisione verso suo fratello nonostante una piccola parte di lei sperasse che fosse andato via, di non doverlo affrontare.
- Cominciavo a temere che fossi annegata- abbozzò sorridendo continuando a guardare in basso.
Nicol però lo fissò con ardore, con decisione. Molti avrebbero detto che fosse una ragazza frivola, troppo ottimistica, troppo solare e forse persino troppo ingenua e, per certi versi, era davvero così.
La lupa amava ridere, amava divertirsi e guardare il meglio della vita, era genuina, amichevole... ma era anche molto di più, era intelligente, furba e sapeva anche puntare i piedi quando necessario.
- Mentre ero prigioniera della mia mente, ho visto di nuovo Hope. Ha ceduto al soggiogamento, tra qualche giorno la notizia arriverà a suo padre, ma non dirà nulla- mise la mani nella tasca della felpa -dobbiamo sperare solo che Klaus non si insospettisca e saremo al sicuro-.

Stupido folle amore <<Klaroline>>Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora