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- Va beh, io andrò a fare queste ricerche. Mi servirà tranquillità quindi mi occorre che qualcuno mi dia una casa- Enzo si alzò con il suo solito sguardo strafottente che avevano capito celare un uomo sensibile e altruista
- Credo che la casa più facilmente accessibile sia proprio la mia- mormorò l'Originale elegante non del tutto convinto. Quella casa, presa per giornate di fuga amorosa con Hayley molti anni prima, doveva essere un segreto. Era una cosa solo sua e della lupa, o per lo meno lo era fino a qualche tempo prima. Quando aveva visto Caroline distrutta per gli atti della sua famiglia, non aveva avuto un minimo di tentennamento. Soggiogare qualcuno, fargli abbandonare la casa o comprarla avrebbe voluto dire perdere tempo, tempo che la bionda non aveva. Stava per crollare e lui doveva aiutarla. Aveva pensato solo a quello, neanche all'amore della sua vita. C'era un legame tra loro, ovviamente non era un legame amoroso o altro, Elijah ne era più che sicuro, anzi da un lato sperava ancora che ci fosse una speranza per lei e suo fratello, poteva salvarlo dal baratro, però non riusciva a capire a cosa fosse dovuto quel senso di responsabilità che provava. E ora eccolo lì, pronto a rivelare la sua abitazione ad uno sconosciuto pur di aiutare tre sconosciuti. No, non sconosciuti, un'amica e i suoi nipoti. Sentiva lo sguardo della lupa addosso ma lo evitò attentamente, dopodiché svanì seguito dal giovane vampiro.
- Come ti sei trasformata?-
Caroline alzò un sopracciglio.
Mi sta prendendo ingiro?
- Me lo stai davvero chiedendo?-
- Sì, te lo sto davvero chiedendo-
- Forse è il momento di andare via- mormorò Rebekah leggermente imbarazzata capendo che le cose si sarebbero presto riscaldate. Afferrò Freya e svanirono immediatamente senza salutare. Erano rimasti soli.
C'è un po' di freddo qui, pensò la biondina.
O forse sono i soliti maledetti brividi dovuti al fatto che sono vicina a lui...
Anche lui stava immobile, aveva paura di ciò che avrebbe fatto se si fosse mosso. L'avrebbe baciata? Le avrebbe fatto del male? Non lo sapeva. In tutti quei giorni erano successe tante cose da non permettergli di restare al passo. I gemelli, la rivelazione di Caroline, la notte precedente, Enzo, Ariel. Era talmente sommerso da tutte quelle situazioni da essersi persino dimenticato di dover parlare con Elijah, ucciderlo più che parlare, ma faceva lo stesso.
Caroline approfittò dello stato di confusione del l'ibrido per salire di sopra. Klaus le si parò davanti non capendo dove stesse andando, confuso dal fatto che non si fosse scagliata verso la porta. Si era avvicinato troppo forse, erano a due dita di distanza mentre i suoi occhi color nocciola erano imprigionati in quelli verdi della bionda. Caroline smise di respirare, poi si svegliò, levandosi.
- Che stavi facendo?- chiese allora l'ibrido.
- Volevo osservare la casa. Sai, prima non avevo le emozioni, non mi importava mentre ieri sera non ho potuto vederla- disse con un filo di imbarazzo. Anche lui si imbarazzò un po', stupendosi di sé stesso, Caroline riusciva a metterlo in soggezione.
- Oh, ma sta tranquillo, me ne andrò. Troverò un'altra casa finché Enzo non avrà finito. Non vi disturberò, o meglio non ti disturberò- disse fredda e acida.
Enzo. Le parole di Enzo inondarono di nuovo la sua mente, facendolo impuntare.
- Come ti sei trasformata?-
Lei sbuffò e si girò per andarsene e fu allora che Klaus l'afferrò per il braccio per fermarla, entrandogli nella mente. Non l'aveva fatto apposta, non l'avrebbe mai fatto, non per qualcosa di così personale, non dopo averla appena soggiogata per sapere la verità sul padre, semplicemente il suoi istinto e i suoi poteri avevano preso il controllo della situazione.

Ricordava il locale dove si trovava: era il Mystic Grill di Mystic Falls. Si avvicinò ad un tavolo e riconobbe Caroline. Assurdo come, nonostante il viso fosse uguale, le sue espressioni fossero diverse. Più da bambina, più da ragazza innocente. - Perché non ci ha provato con me? Perché non sono mai la prima ad essere scelta. Lei non ci prova neanche e lui la sceglie lo stesso. Io ci provo così tanto ma è sempre lei la prescelta-.
- Caroline sei ubriaca-.
Klaus vide Bonnie, la streghetta dai capelli neri e dalla carnagione scura. Ora capiva perché fosse così diversa. Era umana.
- Perché Elena ha tutto ciò che io non ho?!-.
- Caroline, ma la vita non è una gara-
- Sì, invece- mormorò lentamente prima di sorridere in direzione di Klaus.
Egli si girò e riconobbe Damon, la guardava sorridente e lui provò la voglia di ucciderlo. Damon appariva come il solito Play Boy sciupa donne: bello, attraente dagli occhi azzurri e i capelli neri. L'immagine cambiò. Caroline era a casa a guardare la tv.
"Attacco animale a Mystic Falls. Una giovane ragazza di diciassette anni è stata aggredita nel bosco. Ha perso molto sangue ed è sopravvissuta per miracolo, si chiama Vicky Donovan".
- Devi stare attenta per strada-.
Klaus riconobbe la madre di Caroline.
- Mamma siamo in città e animali non vanno dove c'è gente. È risaputo-.
La vide. Indossava un pigiama di colore viola, largo, comodo.
Non potrò mai vederla così, mormorò il suo subconscio.
Ora era per strada. Caroline stava aprendo la macchina, ma si guardava sempre intorno perché sentiva di essere seguita. Klaus intanto osservava Damon giocare a nascondino per spaventarla, un po' come si fa con una preda prima del pranzo. Un ringhio gelido gli uscì per la gola, un ringhiò che, ovviamente, non venne percepito. Caroline si abbassò per recuperare le chiavi cadute e, quando si rialzò, si ritrovò l'uomo davanti.
- Oh, sei tu- disse sollevata.
- Ti stavo cercando- sorrise beffarda. Certo che era molto diversa quando era umana. Klaus pensò che, probabilmente se l'avesse incontrata allora, non l'avrebbe degnata neanche di uno sguardo. Con un filo di disgusto nei confronti di sé stesso, pensò che magari avrebbe fatto esattamente come Damon stava facendo. Avrebbe giocherellato con lei per poi cibarsene.
- Lo so- Damon aveva un ghigno stampato in volto.
- Sei presuntuoso-
- Molto presuntuoso-
L'immagine cambiò nuovamente, ora erano in un Hotel e si baciavano in modo passionale, disgustoso per i gusti di Klaus. Distolse lo sguardo ma una strana sensazione lo costrinse a guardare nuovamente. Damon adesso aveva uno sguardo da vampiro con i denti affilati. Caroline lo vide e cominciò a gridare, ma non c'era niente che potesse fare. Il vampiro la morse succhiandole il sangue fino a farla svenire.
L'immagine cambiò. Ora la bionda era sdraiata con un lenzuolino addosso, aveva morsi ovunque e tremava nel sonno. Klaus corse da lei, desideroso di curarla con il suo sangue, ma non c'era nulla che potesse fare, d'altronde era solo un ricordo. Si mise a sedere guardando l'uomo che dormiva, poi si toccò i morsi, i lividi e dai suoi occhi cominciarono ad uscire lacrime, ma non singhiozzi, non era stupida. Lentamente si alzò, si vestì e si diresse verso la porta nel modo più silenzioso possibile, ma non appena aprì la maniglia... Damon le si parò davanti. Non vide più nulla, ma l'ultima cosa che sentì, fu la ragazza urlare.

Stupido folle amore <<Klaroline>>Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora