2

1.7K 57 11
                                    

- Si può sapere perché l'hai uccisa?!- urlò Caroline furiosa una volta saliti in macchina per tornare a casa. Thomas rimase in silenzio e si sorbì la ramanzina della madre mentre, intenta a guidare, lo guardava con furia dallo specchietto retrovisore.
Il ragazzo, intanto, soffermò il suo sguardo sulla strada lasciando che la mente si svuotasse e si abituasse al suono delle voce della bionda. Nicol, nel frattempo, si stava levando i punti con una smorfia di dolore.
-Smettila di ignorarmi e parla!- urlò frenando di botto e girando nel vialetto di casa.
La ragazzina si lamentò della poca delicatezza della madre e imprecò in maniera poco elegante inveendo poi contro il fratello per spingerlo a parlare prima che Caroline li avesse uccisi.
- Per pura noia e ti assicuro che era deliziosa. Di solito preferisco B positivo, ma il suo zero negativo era davvero ottimo - disse allora con un sorriso malizioso sul viso.
- Thomas tu mi farai impazzire! Devi smetterla di uccidere persone innocenti solo per cercare di far colpo su un uomo che neanche conosci- sbraitò.
- Una cosa che devo solo a te, madre... Se tu mi dicessi chi è sarebbe tutto molto più facile e, forse, dico forse, meno letale- constatò evidentemente scocciato.
- Ma perché ti ossessiona tanto? Noi siamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Noi abbiamo bisogno solo l'uno dell'altro-.
Il ragazzo rise, una risata amara e piena di rancore, poi scese dalla macchina e si diresse verso la porta lasciando le due in uno stato di confusione.
- Non ti azzardare ad andartene mentre ti parlo. Ricorda che sono pur sempre tua madre e sono io ad averti cresciuto, sono io ad averti partorito e sono io a rimediare ai tuoi casini!- continuò la bionda sbattendo lo sportello.
- Thomas!- urlò vedendo che il figlio non accennava a fermarsi.
Fu il limite, si voltò e sbottò tutto ciò che si teneva dentro.
- E mentre noi possiamo, no anzi dobbiamo, contare solo su di te, tu puoi far visita ai tuoi vecchi amici... E  puoi continuare a chiedere delle gemelle di darti una possibilità e puoi continuare a provare a parlare con loro-.
Caroline arrossì, non capiva come l'avevano saputo.
- È diverso, e poi non succederà più- disse sottovoce.
- Certo, ovviamente. So che la settimana scorsa ci hai riprovato e so che ti hanno sbattuto nuovamente la porta in faccia. Alla faccia del "ci bastiamo l'uno per l'altro", alla faccia della libera scelta. Persino quelle due che ti hanno voltato le spalle sanno la verità, ti conoscono e tu conosci loro. Ma noi non sappiamo chi è nostro padre, non lo conosciamo, non possiamo fare alcuna stramaledetta scelta! Sempre e per sempre... Un'invenzione del tutto senza senso considerando che non la rispetti nemmeno tu- urlò avvicinandosi e trovando Nicol pronto a bloccarlo.
- Dove ti è venuta in mente questa stupida promessa!- il suo viso era paonazzo, rosso dalla rabbia. Suo padre era diventato un'ossessione. Non pensava ad altro che a lui.
- Perché perdi un battito ogni volta che la pronunciamo! Non è una tua invenzione, non è vero?!-
Caroline balbettò un po' e poi disse che ovviamente era stata frutto della sua immaginazione, nient'altro.
- Smettila di dire cazzate, posso sentirlo e lo sai-
- Non sto mentendo!- alzò la voce nuovamente.
- Sì, sì invece-.
La bionda si portò le mani sul viso mentre Thomas continuava a gridarle che era una bugiarda e che li avrebbe divisi tutti e tre, che le sue bugie le avrebbero pagate care in un modo o nell'altro, così lei crollo rivelando un altro dettaglio su suo padre. Un dettaglio all'apparenza innocuo ma che avrebbe in realtà concluso e, allo stesso tempo, dato il via ad un'enigmatica e criptica partita di scacchi.
- È una promessa di tuo padre, okay?- urlò la bionda e poi tutto tacque. Thomas perse il suo colore rosso e si voltò aprendo la porta. La collera aveva lasciato spazio alla stanchezza. Caroline rimase un po' fuori a sbollire la tensione e a riprendere fiato mentre Nicol seguì il fratello di sopra e lo osservò aprire una birra e lasciarsi cadere sulla sedia. Rimasero in silenzio per un po' e mantennero quello stato anche quando la vampira, con un'aria estremamente stanca, li raggiunse.
- È stata una promessa fatta a te?- chiese d'un tratto Nicol.
Caroline era davvero stufa di dover mantenere segreti e così cominciò a rispondere a ciò che poteva.
- No. Era una promessa fatta alla sua famiglia, una promessa che mantiene tutt'ora- rise debolmente - La mantiene a modo suo, ma farebbe di tutto per la famiglia-.

Stupido folle amore <<Klaroline>>Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora