Capitolo 11

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Violet.

Lucas entra in camera mia e abbassa la musica leggermente.
"Hey! Io la sto ascoltando!"
"Si, come tutto il vicinato d'altronde! Cazzo sono le dieci! Okay che hai i cavoli tuoi ma non voglio che chiamino la polizia per disturbo della quiete pubblica."
"Okay okay! Calmati. Mi metto le cuffie.."
"Hai mangiato?"
"No. Non c'è cibo in casa e a me fa male la caviglia per andare al supermercato. Se mai ordino il cinese."
"Okay. Comunque 'lui' è giù sul divano, ed è ubriaco, quindi attenta che io devo andare a casa di Annabelle che mi sta aspettando già da un po' visto che oggi facciamo otto mesi, e devo portarla a cena"
"Oh e dove la porti?? Da Marco? Fa la pizza più buona della città!"
"No, ho prenotato da Les Fleures, il suo ristorante preferito"
"Ah okay, buona cena"
Detto questo esce e mi lascia sola.
Non so che fare, se scendere oppure rimanere nella mia stanza... Chissà che sta combinando li sotto tutto sbronzo, meglio andare a controllare.
Piano piano riesco a scendere i gradini fino ad arrivare al divano.

Lui è steso li. Immobile. Faccio il giro del divano per vederlo meglio e mi accorgo che sta dormendo.
Sembra così innocente... Ha un viso così bello, ma un carattere così dannatamente stronzo che annulla tutto. Lo odio! Anche se so che non è del tutto vero...

Gli poggio una coperta sopra e decido di andare in camera quando lo sento chiamare il mio nome. Mi giro e vado da lui, ma vedo che continua a dormire, aspetto qualche secondo prima di andare ma proprio allora dice di nuovo il mio nome. Mi sta sognando.
Chissà cosa sta sognando...
Mi chino su di lui e gli ho un bacio sulla fronte, mi giro, faccio un passo ma qualcosa mi afferra la mano, così mi giro e vedo che ha ancora gli occhi chiusi, ma la sua presa è salda, non mi vuole lasciare.
"Tu non vai da nessuna parte... Ti prego resta con me, non mi lasciare da solo, non so cosa potrei fare e lo sai..."
La sua voce è rocca e fragile.
So cosa potrebbe fare... Una volta eravamo sulla spiaggia, era sera, quasi notte e tutti avevano bevuto tanto, tutti tranne me, avevo bevuto poco perché mi toccava guidare, ma lui, lui era messo malissimo e nessuno riusciva a farlo ragionare, era salito su uno scoglio molto alto e voleva buttarsi. Era molto pericoloso, rischiava di morire, anche perché sotto il mare era molto mosso e sotto c'erano altri scogli molto taglienti, così sapendo che a me avrebbe dato retta, sono salita sullo scoglio con lui...

"Violet che cazzo ci fai qui! Cazzo scendi! Se muoio io va beh, ma tu non devi, sei così bella... Tu devi vivere anche per me"
"Phill io senza di te non vivo, chi mi salverebbe da questa vita così noiosa eh? Se ti butti tu mi butto anche io, e lo sai che lo faccio!"
"Dio che testarda la mia ragazza, dai scendiamo..."

così scendemmo, ma lui non si ricorda della nostra conversazione, anzi non si ricorda neanche di essere salito sullo scoglio.

"Phill non dire cazzate e lasciami il braccio, non farai proprio nulla."
Mi lascia il braccio e si mette seduto.
"Ah si? Ne sei così sicura?"
Prende una lametta dai pantaloni per poggiarsela sul polso... Sono spaventata a morte, sto tremando... Non può farlo! Le lacrime mi cominciamo a scendere sulle guance, e con tono più calmo che riesco dico "Phill che cazzo stai facendo... Non farlo. Se lo fai, giuro che ti lascio lì a dissanguarti, quindi non osare!"
Ora sto diventando isterica... Lui fa sempre più pressione sulla lama e vedo una goccia di sangue che comincia ad uscire.
Sono terrorizzata! Non può farmi questo! Non può uccidersi davanti a me, ti prego... Non può.
Scoppio a piangere, e mi siedo per terra.
Sto piangendo talmente tanto che non riesco a respirare.
"Tu!....non...non puoi farlo!... Non puoi farmi questo ancora... No...no...non puoi...no...non..."
Sembro pazza, mi dondolo avanti e indietro piangendo e dicendo frasi sconnesse tra di loro... Lui vedo che poggia la lama sul divano e viene ad abbracciarmi... Io lo respingo ma lui è più forte, mi tiene stretta a se e mi sussurra che sta bene e che non si era reso conto di quello che stava facendo, che voleva solo che io non lo abbandonassi.
Mi sento strana, mi gira la testa e ad un certo vedo tutto buio.

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