CAPITOLO 5

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Violet.

Sto tornando a casa, sono stanchissima, voglio solo fare un bagno caldo e mettermi a letto! E pensare che domani c'è scuola... Mi sa che mi do malata, tanto la mamma non torna fino a domenica e quindi per una settimana ho casa libera, buon per me.
Cavolo! Ho dimenticato che non ho più cibo in casa, oggi mi sono dimenticata di fare la spesa, mi sa che vado da Mary's caffè e mi prendo dei muffin è un caffè, chi se ne importa che faccio colazione a cena.
Attraverso la strada ma... Vedo qualcuno di familiare parlare con Betty, poi capisco. Non può essere! No...no... Okay ora l'unica cosa da fare è fare retromarcia e andarmene, ma non riesco a muovermi, sono come paralizzata davanti alla vetrina, a guardarlo... È così bello, non è cambiato per niente, forse il taglio dei capelli e ha dei piercing e tatuaggi, ne riesco a riconoscere uno, se lo voleva fare da quando avevamo 10 anni, ora ne abbiamo 18 anzi lui tra poco ne compie 19 tra esattamente una settimana.
Lui si gira e mi vede, si ricompone, mi fissa attentamente, poi vedo che chiama Betty, lei gli porta il conto. Cazzo. Se ne vuole uscire. Che faccio?
Mi giro e comincio a camminare, sempre più veloce, poi sento dei passi dietro di me, so che è lui, infatti... " Violet! Aspetta cristo! Vuoi farmi correre per tutta la città?!" Comincio a correre e correre, le lacrime mi rigano il viso, non riesco più a vedere con nitidezza, infatti inciampo in qualcosa e cado. Cerco di alzarmi ma la caviglia mi fa male. Lui mi raggiunge, si piega su di me preoccupato "Stai bene? Ti sei fatta male? Ma perché ti sei messa a correre? E... Perché stai piangendo...?" L'ultima domanda la fece abbassando lo sguardo e il tono della voce. "Phillip vattene, non ti voglio! Non ho bisogno di te, non ne ho avuto per tutto questo tempo e non ne avrò!" Dissi tra un singhiozzo e l'altro. Lui mi stringe a se, e io comincio a dimenarmi nervosa, ma lui mi tiene stretta, cerca di calmarmi. Senza accorgermene sprofondo la testa nel suo petto e tra le sue braccia e rimaniamo lì così.

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