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-Bene ragazzi, siamo pronti per iniziare?- disse Can a voce alta in modo che tutti potessero ascoltarlo, il signor Dilan gli aveva affidato completamente il progetto "mi fido di te e delle tue capacità" così gli aveva detto oltre ad annunciare ai suoi dilendenti che avrebbe preso qualche giorno libero

-Signor Can, il suo caffè- disse Claire porgendogli una tazza di caffè fumante rivolgendogli un sorriso e le ripete per la milionesima volta quella mattina di non essere così formale con lui. Dopo la piccola chiacchierata nel giardino a casa di mia madre le cose tra me e Can stavano tornando al loro posto, parlavamo di più e scherzavamo proprio come ai tempi dell'università. Ero curiosa di vedere Can all'opera, non solo in veste di sua amica ma anche come sua assistente personale e devo dire che quest'ultima parte lo divertiva molto. Passai a Can la sua macchina fotografica, lo scenario era perfetto tutto curato nei minimi dettagli dai ragazzi creativi, erano riusciti a realizzare perfettamente le idee di Can infatti per iniziare avevano allestito avanti al grosso telo verde proprio come se fosse un bar degli anni '70. Le modelle fecero il loro ingresso in modo che Can potesse iniziare il suo lavoro, il mio compito era controllare che gli scatti venissero bene o che le attrezzature fossero sistemate correttamente oltre al fatto di essere a sua completa disposizione per qualsiasi cosa lui avesse bisogno

-Suppongo che voi abbiate parlato- dice Claire piombando alle mie spalle facendomi sobbalzare

-Quando la smetterai di farmi venire degli infarti Claire?- mi volto verso di lei con una mano sul petto e lei in risposta se la rideva divertita -comunque, cosa te lo fa pensare esattamente?- chiesi poi riportando lo sguardo sul portatile

-Il fatto che voi due andate talmente d'accordo che i vostri sguardi dicono tutto al di fuori di "la nostra è solo amicizia"?!- dice con tono ovvio facendo spallucce

- I nostri sguardi non dicono questo- sgranai gli occhi alla sua affermazione -abbiamo chiarito solo alcune cose tutto qui. Stiamo cercando di riallacciare i rapporti- mi si piazzò davanti guardandomi fisso alzando un sopracciglio. Odiavo quando mi guardava così, era il suo modo per dirmi "ma davvero" oppure "certo ripetimelo quando sarai la prima a crederci"

-Amy come procede?- chiede Can a tono alto continuando a scattare foto

- Sta a vedere- dico a Claire a voce bassa -va che una meraviglia Singor Can!- trattenni una risata, sapevo quanto gli desse fastidio essere chiamato così. Infatti come previsto si girò verso di me riducendo i suoi occhi i due fessure come a volermi fulminare

- Amanda, credo di non aver sentito bene. Sono un po' lontano la tua voce fin qui non arriva- colpo basso chiamarmi con il mio intero nome, una mossa davvero astuta ancora ricordava quanto mi desse fastidio essere chiamata con il mio nome per intero

- Già.. proprio due amici- concluse Claire alzando gli occhi al cielo divertita andando poi via senza darmi occasione di poterle rispondere.

Il lavoro procedeva alla grande, io e Can oltre che prenderci in giro a vicenda controllavamo gli scatti che lui aveva fatto nel frattempo che le modelle cambiassero d'abito e i ragazzi cambiassero qualcosa nello scenario, passato il tempo necessario tornammo a lavoro. Gli scatti erano tutti meravigliosi ed ero sicura che con le giuste modifiche lo sarebbero stati ancora di più, ma se c'era una cosa non mi piaceva era una delle modelle che civettava con Can ogni volta che lui si avvicinasse per dirle come mettersi in posa, proprio non riuscivo a sopportarlo. Ero sempre stata gelosa di Can fin dai tempi dell'università, ancora mi era sconosciuto il motivo o meglio fingevo di non saperne il motivo, cercavo in tutti i modi di non darlo a vedere ma con scarsi risultati dal momento in cui Claire ogni volta che mi passava accanto mi lanciava sguardi e sorrideva

-Guarda, sono venuti benissimo. Hai fatto un ottimo lavoro- gli dissi facendo scorrere le foto sul portatile una volta che si fosse avvicinato

- Per oggi può bastare, vi ringrazio, avete fatto tutti un ottimo lavoro- disse a tutti sedendosi poi sulla sedia. Un'altra giornata era passata e finalmente tutti potevamo tornare a casa, chiacchieravo con Can del più e del meno quando la modella che ha civettato con lui da questa mattina si avvicinò

-Can posso rubarti un minuto?- dio quanto era fastidiosa la sua voce e poi da quando erano entrati così in confidenza? Si erano visti solamente questa mattina -mi chiedevo se ti andasse di bere qualcosa insieme, io e te stasera- spalancai la bocca stupita alternando lo sguardo tra lei e Can, quest'ultimo proprio mentre stava per rispondere venne bloccato da me

-Eh no, non può! Il signor... volevo dire Can ha già un impegno questa sera- Can mi guardò aggrottando le sopracciglia, la sua espressione era evidentemente divertita

-In realtà io..- provò a dire ma continuò a guardarmi e io speravo vivamente che dai miei sguardi capisse al volo -ehm no, questa sera non posso proprio mi dispiace- adoravo il fatto che mi capisse al volo. Era sempre stato così per entrambi, a volte riuscivamo a capirci senza mai parlare veramente

-Capisco, sarà per un'altra volta- sento il sangue ribollirmi nelle vene non appena gli accarezza il braccio - ci vediamo- dice poi per voltarsi e andare via sculettando sicura del fatto che la stesse guardando, mi giro verso di lui e la risposta è si, lui la stava guardando. Presi la prima cosa che mi capitò tra le mani e glie la lanciai scatenando la sua risata

-Ci vediamo- ripeto io facendole il verso, Can continuava a ridere e io continuavo a lanciargli cose a caso facendo aumentare la sua risata

- Sono proprio curioso di sapere il mio impegno di questa sera- spiegò cercando di calmare le sue risate ma gli risultava difficile a giudicare dalla mia espressione

-E cosa vuoi che ne sappia io scusa- rispondo ingenuamente. Era chiaro come il sole che non volessi che uscisse con quella modella dalle gambe chilometriche e mi schiaffeggiai mentalmente per i miei scarsi risultati nel non darlo a vedere

-Dal momento che sono impegnato e neanche lo sapevo, prenderò questa scusa madornale come un invito a cena- dice alzandosi dalla sedia dov'era seduto prendendo poi a sistemare la macchina fotografica

-Non ti ho fatto nessun invito a cena- rispondo prontamente e fingendo che non avrei voluto far intendere un invito a cena

- Sarò da te alle otto e trenta- dice recuperando il cappotto e le altre cose stampandomi poi un bacio sulla guancia per poi voltarsi e andare via.

Spazio autrice

Amy sembra proprio essere gelosa di Can. Spero di aver descritto bene la scena proprio come l'avevo immaginata

Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e se vi va lasciate una stellina

Anna.

Fino A Farci Scomparire- Can Yaman Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora