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Quella mattina ero certa di una sola cosa in tutta la mia vita, o almeno da quando ero diventata mamma e mio figlio ha cominciato a frequentare la scuola, ero certa che in qualsiasi ora del giorno vi era traffico. Odiavo il traffico, odiavo restare ferma per minuti interi e sentire i clacson delle auto che suonavano all'infinito, odiavo il traffico perché comportava ritardo e, proprio come odiavo il traffico, odiavo il ritardo. Erano buoni venti minuti che ero bloccata nel traffico, tamburellavo con le dita sul volante sbuffando per la milionesima volta nel giro di un secondo. Avevo accompagnato mio figlio a scuola e dopo aver osservato con attenzione che entrasse insieme alla mestra e i suoi amichetti nell'edificio corsi di nuovo in macchina ma ogni tentativo di restare appunto bloccata nel traffico era svanita nel nulla. Il telefono cominciò a squillare e risposi immediatamente sapendo che si trattava di qualche mia collega che si chiedeva sicuramente che fine avessi fatto quella mattina

- Pronto Claire?- dissi non appena avevo risposto

-Amy ma dove diavolo sei finita?- disse prontamente la mia collega

- Sono bloccata nel traffico, non sono lonatana dall'ufficio ma è praticamente impossibile questa mattina!- dissi spazientita poiché sapevo di essere in ritardo

-Dio che rumori infernali!- disse ridacchiando sentendo i rumori dei clacson - ad ogni modo dirò al signor Dilan che stai arrivando- continuò poi facendomi tranquillizare almeno per qualche secondo

-Ti ringrazio Claire, sarò li tra una decina di minuti spero- risposi con tono abbastanza scocciato prima di salutarla e staccare.

Come previsto avevo impiegato esattamente dieci minuti per arrivare in ufficio, non appena scesi dall'auto mi sistemai velocemente la gonna e mi precipito all'interno dell'edificio facendo attenzione a non cadere sui tacchi. Con mia grande sorpresa riesco ad arrivare sana e salva all'ascensore che mi avrebbe portato al piano dove avrei potuto iniziare la mia giornata lavorativa. Il mio lavoro consisteva nell'essere principalmente la segretaria di un fotografo molto importante qui a Londra, era conosciuto per i suoi fantastici lavori per varie campagne: pubblicità, moda, riviste e via dicendo. Oltre essere la sua segretaria spesso ero anche la sua assistente, quell'uomo riponeva tutta la sua fiducia in me ed io gliene ero davvero grata. Generalmente c'era sempre distacco tra capo e dipendenti ma non nell'ufficio dove lavoravo, il signor Dilan era un tipo davvero amichevole e molto alla mano, qualsiasi situazione gli si presentasse la prendeva molto a cuore, specialmente se questo riguardava i suoi dipendenti. Spesse volte è capitato che mio figlio Liam fosse venuto a lavoro con me, di solito capitava quando la babysitter non era disponibile o i miei genitori avessero degli impegni, quando il piccolo veniva con me il singor Dilan era felice di averlo con se nel suo ufficio mi diceva sempre che gli voleva bene proprio come se fosse suo nipote e di questo ero molto felice.

-Signor Dilan sono mortificata per l'enorme ritardo di questa mattina- dissi con tono veramente dispiaciuto non appena mi ritrovai di fronte il mio capo che mi rivolse un sorriso. Il signor Dilan era un uomo di quasi cinquant'anni e come già detto in precedenza era davvero una persona buona e amichevole

-Amy sta tranquilla, visto il tempo questa mattina un po' tutti abbiamo avuto lo stesso problema- rispose con tono tranquillo dando poi un'occhiata sul suo cellulare - ci vediamo tra quindici minuti nel mio ufficio in modo che possiamo vedere i piani della giornata va bene?-

- Certamente, quindici minuti e sono da lei- dissi per poi dileguarmi alla mia scrivania non molto distante dall'ufficio del mio capo. Sistemai tutto il necessario, agenda, cellulare, accesi il portatile per poi sedermi sulla sedia bianca e tirare un lungo sospiro

- Un buon caffè caldo per affrontare al meglio questa giornata?- la voce di Claire mi fece raddrizzare subito sulla sedia, la vidi di fronte a me con due tazze fumanti porgendomene una che accettai ovviamente senza battere ciglio

- Cosa farei senza il tuo caffè- risposi con una risatina prendendo subito un sorso

-Mi ero preoccupata questa mattina, credevo che Liam avesse fatto capricci per non dover andare a scuola- si sedette sulla sedia posta avanti la mia scrivania, era una specie di rituale che facevamo dal primo giorno che ho iniziato a lavorare.

- Per fortuna questa mattina nessun capriccio- dissi tirando un sospiro. Continuammo per qualche altro minuto a chiacchierare e bere il nostro caffè prima di tornare ai nostri lavori.

La mattina in ufficio passò abbastanza in fretta, nonostante il mio ritardo ero comunque riuscita a portare a termine i compiti assegnati dal signor Dilan e in men che non si dica era arrivata la pausa pranzo. Insieme a Claire ci trovavamo nel ristorante di fronte l'edificio proprio come ogni giorno pranzavamo insieme staccando momentaneamente la spina da tutto il lavoro dedicandoci a noi parlando di tutto ciò che ci passava per la testa riuscendo qualche volta a non parlare di lavoro, infatti in questo momento Claire mi raccontava di aver conosciuto un ragazzo e di come le cose stessero andando nel migliore dei modi.

La giornata andava avanti, tutti eravamo immersi nei nostri lavori fino a quando il signor Dilan non richiamò la nostra attenzione con un colpo di tosse

- Ragazzi per favore posso avere la vostra attenzione?- disse con un sorriso. Non appena alzai il viso dal portatile mi gelai sul posto. Un lungo brivido mi percorre la schiena, erano anni che non lo vedevo e sentivo eppure le sensazioni erano le stesse

- Ragazzi lui è Can, fotografo noto in tutta la Turchia e anche mio carissimo amico- disse sorridente dandogli una pacca sulla spalla. Era cambiato molto lungo gli anni: la barba era più folta e leggermente lunga, i capelli anche erano cresciuti anche per questo li portava sempre legati, fisicamente era sempre lo stesso ma si vedeva che negli anni avesse fatto molta più palestra per raggiungere il fisico tonico che si poteva intravedere anche sotto i vestiti. Il suo stile non era cambiato, Can ha sempre prefrito uno stile semplice e che non mettesse in risalto appunto la sua fisicità l'unica cosa in più che distingueva il suo stile era la miriade di accessori che indossava ma il resto era tutto uguale, gli stessi occhi scuri magnetici e profondi, lo stesso sorriso, era lui e io stentavo a credere che fosse proprio li avanti ai miei occhi.

Si guardava intorno ricambiando i saluti e i sorrisi dei miei colleghi, posò lo sguardo su di me e posso giurare di aver visto il suo corpo irrigidirsi

-Amy?!- disse con tono sorpreso non smettendo mai di guardarmi

- Can..- dissi quasi in un sussurro. Ero entrata in uno stato di trans e probabilmente sarebbe durato molto a lungo ma sentivo lo sguardo di tutti su di me forse sorpresi del fatto che ci conoscessimo già. Il signor Dilan prese a parlare nuovamente e io mi maledissi mentalmente per non aver ascoltato neanche una virgola di tutto ciò che aveva detto. Ancora una volta ero rimasta ferma, inerme, imbambolata di fronte a lui.

Fino A Farci Scomparire- Can Yaman Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora