Can:
Siamo di nuovo in mare aperto. Direzione Spagna. È notte fonda e navighiamo nel Mar delle Baleari. Sanem dorme, ed io per uno strano motivo non riesco a farlo. Ho una strana sensazione addosso, e forse so anche il perché. Mi ritorna in mente quella notte di ormai due anni fa, quando ero solo in mezzo al nulla, più o meno dove sono adesso, e il mio cuore era in tormenta per quello che avevo perso. Per chi avevo perso. Improvvisamente mi tornano in mente quelle strane sensazioni e quei pensieri che per molto tempo avevo messo da parte. Sarà il fatto che per uno strano destino mi trovo di nuovo qui, lo stesso periodo di all'ora, nello stesso mare, di notte, e tutto sembra tornare nella mia mente come se fosse successo ieri. I ricordi brutti stanno tornando, esattamente come tutti gli altri. Ma fortunatamente la realtà ad oggi è diversa. Fortunatamente non sono più solo. Fortunatamente c'è lei qui con me.
"Ei uomo della notte, perché sei ancora sveglio?"
Mi giro e la realtà è esattamente dove mi stavo ricordando. Davanti ai miei occhi, lei.
"Non riesco a dormire, così ho pensato di navigare un po'... c'è un'atmosfera particolare la notte..."
Mi raggiunge stropicciandosi gli occhi ed io sorrido, perdendomici completamente come sempre. Mi guarda e senza dire nulla studia il mio sguardo pensieroso. Ormai ci conosciamo troppo bene per mentire.
"Tutto bene, Can?"
"Tutto bene..." le rispondo, ma non credo di essere stato molto convincente.
"Can?" Mi richiama alla sua attenzione e cerca di nuovo il mio sguardo sporgendosi un po' di più, così le sorrido colpevole.
"Pensieri..."
"Di che tipo?"
"Sai, due anni fa, di questo periodo, ero proprio qui, in questo mare..."
"Ah, davvero?" Mi chiede guardandosi intorno.
"... senza di te..."
Mi guarda di nuovo e capisce al volo il mio problema. Chi più di lei mi può capire?
"Ora sono qui..."
"Si..." le prendo la mano e senza staccare gli occhi dal mare gliela bacio come è mia abitudine fare. Non so perché mi sento così, ma questa strana sensazione non mi abbandona ancora del tutto. E lei lo capisce.
"Cosa c'è che ti tormenta, Can? Ti prego, parla con me!"
La guardo di nuovo e capisco che ha ragione lei, infondo ce lo siamo promessi. Dobbiamo dirci tutto, soprattutto se riguarda quel nostro passato che purtroppo non possiamo cancellare.
"Va bene..."
Spengo il motore e getto l'ancora. Poi la prendo di nuovo per mano e ci mettiamo a sedere.
"... non lo so cosa sia ma, ti ricordi quando ti ho detto che non ricordavo tutte le cose brutte? O perlomeno, non tutti i dettagli?"
"Certo che mi ricordo..."
"Non era solo un modo di dire, credo che il mio inconscio abbia voluto dimenticare certe sensazioni che ho provato durante quell'anno senza di te, solo che a volte, soprattutto quando rivivo qualcosa di simile torna tutto davanti ai miei occhi in maniera così chiara che sento di nuovo tutto quanto..."
Mi ascolta in silenzio, ed io capisco che vuole continuare a farmi parlare.
"Quella sera mi ricordo stavo navigando e i miei pensieri, come ogni sera, erano rivolti a te. E non solo perché mi mancavi immensamente, o perché ero arrabbiato per quello che era successo, ma anche perché quella notte sarebbe stato il tuo compleanno..."
"Il mio compleanno?"
"Si... quella notte l'ho passata in bianco Sanem, non poteva essere altrimenti..."
La vedo asciugarsi una lacrima che a quanto pare scende dal suo viso senza che lei glielo abbia chiesto. Poi la vedo riprendere fiato, e questa volta è lei a parlare...
"Anche io ricordo quel giorno con grande fatica Can..."
"In che senso?"
Si sposta i capelli dal viso e mi riprende la mano, come se quel piccolo gesto le desse il giusto coraggio per ricordare... per raccontare...
"In quel periodo ero in ospedale..." mi spiega piegando leggermente la testa di lato, come fa di solito quando mi deve raccontare qualcosa di difficile da spiegare. Appena sento quella frase mi blocco, e questa volta sono io a respirare a fatica...
"Te ne avevo parlato, ricordi? Entrai poco dopo l'estate, e in quel periodo era già un po' di settimane che ero lì..."
Continua, e ogni parola per me è un colpo al cuore talmente forte che vorrei tornare indietro nel tempo solo per prendere io tutto quel dolore che ha dovuto sentire per colpa mia.
"... il giorno del mio compleanno me lo ricordo bene, avevo da poco parlato con Denize. Mi chiese cosa avrei fatto ed io le risposi che non volevo assolutamente festeggiare perché per me era un giorno come un altro... ma poi, non so come, mi fece cambiare idea..."
"Come un giorno come un altro, Sanem? Era il tuo compleanno..."
"Quell'anno Can ogni giorno per me aveva lo stesso significato... non mi importava più di niente e di nessuno, nemmeno di me stessa..."
La guardo e istintivamente mi abbasso leggermente e le bacio entrambe le mani, come se quel gesto potesse bastare per chiederle perdono. Mi sento così in colpa che il mio cuore mi sta chiedendo pietà. Poi la vedo ritirare una mano e la sento accarezzarmi i capelli, così alzo di nuovo lo sguardo e i nostri occhi si incrociano riportandoci un po' di vita.
"Sanem, io..."
"Non devi preoccuparti per me, so che anche per te non è stato facile..."
Rispondo facendo cenno di no con la testa, non riuscendo ad aggiungere altro.
"Io stavo male non solo perché te ne eri andato Can, ma ad un certo punto mi ero quasi convinto che non mi avessi mai amata veramente..."
"Non è così Sanem, te lo giuro..."
"Si lo so, ora lo so."
"Anche io me ne sono andato per lo stesso motivo... Non ti avrei mai lasciato. Ma soprattutto, se avessi saputo quello che stavi passando sarei tornato senza pensarci due volte!"
Questa volta è lei a fare cenno di no con la testa.
"No no, non ho voluto. Non ho mai permesso a nessuno di riferirti nulla. Anche se eri irraggiungibile, sono stata io a dire all'unica persona che poteva riuscire a mettersi in contatto con te di non dirti niente..."
"Emre..."
Annuisce, tirando su con il naso quel che il pianto le aveva procurato.
"... come hai fatto a convincerlo?"
"Le sorelle Aydin sanno essere molto convincenti quando vogliono..." mi dice sorridendomi dolcemente, ed io faccio lo stesso asciugandole il viso come posso.
"Si, ne so qualcosa..."
"Sai, è stato proprio quel giorno però che cominciai a credere che saresti tornato..."
"Davvero?" La vedo di nuovo illuminarsi, ed io con lei. Sono il suo riflesso. Se lei sta male io mi sento morire. Se è felice, io lo sono di più.
"Raccontai a Denize la storia della pietra di ambra, mi ricordo che gliela feci vedere, quello fu il tuo regalo per il mio compleanno, ricordi?"
Come potrei dimenticarlo? Ma non rispondo, questa volta sono io che voglio sentirla parlare...
"E gli raccontai della storia della principessa e il pescatore, e del fatto che quella pietra mi avrebbe aiutato a ritrovare il mio amore ovunque era nel mondo... ti ricordi, te lo accensai anche qualche mese fa alle Galapagos..."
Non riesco a smettere di guardarla, e dopo aver finito la frase mi sorride e poi ricomincia a parlare, ora più serena.
"... tu sei sempre stato il mio unico amore, avevo la pietra tra le mani ed eri da qualche parte nel mondo... come potevo non crederlo, Can?"
Le sorrido e senza pensarci due volte la bacio dolcemente.
"Ti amo così tanto Sanem..." glielo sussurro piano, ma il mio cuore vorrebbe gridarlo al mondo intero. Anche se sono sicuro che in qualche modo lo sa già...
Mi sorride e mettendosi in braccio a me comincia a riempirmi il viso di piccoli baci innocenti.
"Hai ancora quella pietra?"
"Aspetta!"
Mi lascia per qualche secondo da solo e quando ritorna me la mostra orgogliosa.
"Non me ne separerei mai Can, per nessun motivo al mondo..."
La prendo in mano e la osservo con attenzione. Erano anni che non la vedevo, e sembra passato un secolo da quella sera. Sono cambiate così tante cose...
"Potrai mai perdonarmi per quello che ti ho fatto?"
"Can..."
"Dico sul serio..."
"E tu potrai mai perdonare me?"
"Io ti ho già perdonata, non sono mai stato molto bravo ad essere arrabbiato a lungo con te quando ti ho davanti agli occhi Sanem..."
"Allora puoi capirmi quando ti dico che anche io ho perdonato te..."
Abbasso lo sguardo e sorrido, perché ha ragione.
"Ma la cosa che più mi importa è che tu riesca a perdonare te stesso Can! Mi sembra proprio che tu abbia ancora dei problemi a riguardo, o sbaglio?"
Lo ammetto difficilmente, ma è proprio così.
"Forse si..."
"Smettila Can! Abbiamo sbagliato entrambi, abbiamo pagato entrambi e ci siamo perdonati entrambi. Quel che è stato è stato, chiuso il discorso!" Mi rimprovera, ma con dolcezza ed forse anche un velo di ironia.
La guardo e alzo un sopracciglio stupito da quella sua determinazione, così deciso di sdrammatizzare anche io. La afferro e con un movimento deciso la faccio sedere sulle mie gambe, di nuovo. Urla dallo spavento per quel mio scatto improvviso, e così ridiamo insieme finalmente liberi da quel peso appena raccontato.
"Ok signora Divit, ma ad una condizione..."
"Quale?"
"Voglio sapere cosa hai fatto quel compleanno senza di me..."
Ci pensa un po' su poi alza le spalle da quel ricordo.
"Ma niente, sono stata tutto il giorno con la mia famiglia..."
"Davvero?" Era proprio quello che pensai, lo ricordo ancora. "Non ci crederai ma era proprio così che ti immaginai quella notte..."
"Lo hai pensato davvero, Can?"
"Si... e sono felice di aver avuto la conferma che ti ho sempre conosciuta più di tutti gli altri..."
"Anche per questo sei il mio amore Can... il mio unico e grande amore!"Sanem:
<<La Fenice e il suo Albatros continuano il loro viaggio senza mai voltarsi indietro. Chiusero forse definitivamente con il passato, decidendo una volta per tutte di ricordare le cose belle e non aver più paura di quelle brutte. Ogni scelta passata, giusta o sbagliata che sia stata, li aveva condotti dove sono ora. Liberi. Felici. Insieme. E più innamorati che mai...
Le ferite si rimarginano con il tempo, e quello che sembrava rotto si può riaggiustare e tornare anche più bello di prima. C'è chi si ferma al primo graffio, chi per amore si farebbe uccidere e chi come me muore per poi rinascere dalle proprie ceneri e tornare ad amare ancora più profondamente di prima. Non conosco altro modo di amare. Non conosco altro modo di amarlo. Non potrei mai amarlo in nessun altro modo se non così...
I giorni passano in fretta, ma ogni giorno per noi è un valore aggiunto. C'è chi crede che il tempo rovini ogni cosa bella, io oggi so che ogni cosa diventa più bella con il tempo. Ogni giorno è una benedizione, e anche il più stupido dei litigi, o le più gravi incomprensioni se superate con amore ti porteranno sempre più in alto.
Forse mi ripeto, forse le mie parole possono risultate stupide e insensate, ma chi ama o ha amato veramente almeno una volta nella vita sa che sono anche profondamente vere. Se sono arrivata a credere tutto questo è anche grazie lui, se sono arrivata a pensare che ogni nostro errore merita di essere perdonato è anche grazie all'amore che ci unisce, perché con il tempo si è rivelato talmente forte da non svanire mai nonostante le cattiverie e gli ostacoli che abbiamo dovuto affrontare in questi anni...>> poso la penna e mi giro verso Can, che finalmente è riuscito ad addormentarsi. Come vorrei che anche lui si sentisse meno in colpa, che capisse che va bene così, e che non torturasse più se stesso per quello che nessuno poteva riuscire a controllare. Appoggio il diario sul comodino e faccio quello di cui ho più bisogno in questo momento. Mi accoccolo vicino a lui, prendo il suo braccio e cercando di non svegliarlo lo attorcino su di me. Poi lo sento muoversi, e senza che io glielo chieda è lui a stringermi forte a se e ad appoggiare il suo viso tra i miei capelli. Sono tra le sue braccia, sono dove voglio essere. Sono a casa!
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"Soltanto un nuovo inizio." ♥️
FanficPer chi come me ha bisogno di sapere di più, per chi come me ha bisogno dei dettagli che non abbiamo potuto vedere ma solo immaginare, per chi come me crede che ogni storia d'amore non ha mai un lieto fine ma semplicemente "tanti nuovi inizi". Come...