SETTEMBRE

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Sanem:
Siamo in mare aperto ormai già da qualche giorno. Il viaggio è un po' lungo questa volta, ma Can mi ha detto che ne vale la pena. Non mi importa quanto ci vorrà, quando sto con lui non ho problemi di tempo. Anzi. Più ce n'è e meglio è. E poi abbiamo così tante cose da recuperare...
"Posso portare io la barca?" Gli chiedo annoiata, guardandolo sempre al timone senza stancarsi mai.
Lui mi guarda attraverso i suoi occhiali colorati che come sempre lo riparano dal sole e prende tempo, non molto sicuro di quello che sta per dirmi.
"Dai Can! Non mi sembra così difficile..."
Continua a guardarmi e non sentendolo dire niente, quasi mi preoccupo di una nuova amnesia.
"Can?"
"Dai vieni qui!"
Sorrido e scatto in piedi vittoriosa. "Davvero? O mio Dio che emozione!"
Mi avvicino a lui, che facendomi un po' di spazio mi lascia il posto mettendosi dietro di me per spiegarmi bene cosa fare.
"Non ci credo... sono il Capitano di questa nave, Capitano!" Urlo vittoriosa e rido divertita da questa novità.
"Sanem, Sanem. Ferma però. Devi stare calma. Devi tenere il timone fermo immobile, poi la barca andrà da sola. Ma tu resta ferma." Continua a spiegarmi, restando comunque dietro di me pronto a sorreggermi.
"Come sarebbe?"
"Cosa?" Mi chiede confuso da questa mia domanda.
"Tutto qui?"
"Come tutto qui Sanem, cosa intendi dire con tutto qui?"
"Bisogna stare fermi immobili a non fare niente?"
"Si certo, fermi. Fermi immobili. Cosa credevi?"
"Ma allora è un gioco da ragazzi Capitano!" Comincio a dire urlando, agitandomi gioiosa e felice di poterci riuscire senza problemi. "Ti fidi di me, Can? Fai bene perché ci riuscirò." Dico rispondendo al suo posto.
"Sanem..."
Nel muovermi perdo l'equilibro e quasi rischio di cadere, ma Can mi prende al volo e mi blocca facendomi restare in piedi.
"No Sanem, non mi fido di te. Al timone, proprio non mi fido!"
"Ma no Can, stai tranquillo. Ce la faccio!"
"Come fai a farcela, Sanem? Al timone si sta fermi. Immobili. Tu in dieci secondi ti sei già agitata due volte. E sei anche quasi caduta per terra. Come posso stare tranquillo, dimmi?" Mi dice agitandosi, reggendo di nuovo il timone insieme a me.
Così mi giro verso di lui, incastrata tra le sue braccia e i nostri visi sono a così pochi centimetri di distanza che le nostre bocche quasi si sfiorano.
"Capitano..." gli dico con voce dolce e seducente, cercando di calmarlo un po'.
Lui mi guarda, cercando di non cadere nel mio tranello, ma dal suo sguardo capisco che lo sto mettendo in difficoltà. Così sorrido soddisfatta.
"Davvero non si fida di me?"
"Non ho detto questo..." mi dice quasi scusandosi.
"Bè, più o meno..."
"Non è stata proprio questa la mia frase..."
"... al timone."
Si perde nei miei occhi, ma dopo qualche secondo riprende la parola. Ed io sorrido ancora di più.
"Esatto... al timone..."
"E perché no?"
"Te l'ho detto Sanem, per farlo devi stare ferma e tu non ci riesci mai..."
"Posso stare ferma se mi impegno!" Dico decisa.
"Si ma ti annoieresti subito..."
"No, non mi annoierò!" Insisto, iniziando a dargli dei piccoli baci sulla guancia per addolcirlo un po' di più.
"Sanem?" Mi richiama ed io capisco che ora è davvero in difficoltà.
"Si Can?"
"Pensaci un attimo, davvero. Non lo hai nemmeno mai fatto, quindi non penso che saresti in grado di gestire la situazione... lascia fare a me, davvero non mi pesa."
Con quelle parole mi fermo e lo guardo con aria di sfida. Mi avvicino al suo orecchio e quasi glielo sussurro.
"Non mi sembro così male a fare qualcosa per la prima volta..."
Can si blocca e mi guarda sorpreso. Sorride e questa volta è lui che abbassa lo sguardo intimidito.
"E' vero..." mi risponde, ed io sorrido soddisfatta.
Poi guarda il mare e conclude deciso lasciandomi il timone "E' tutto tuo!"
"Lei o il timone, Capitano?"
"Uno dei due sicuramente... a lei la scelta Maschione!" Mi dice, e si allontana dirigendosi sotto coperta.
"E ora dove vai?"
"Vado a fare delle cose, tanto qui è tutto sotto controllo no?"
Lo guardo timorosa, ma cerco di non darlo troppo a vedere.
"Certo!"
"Bene!" E scompare da davanti ai miei occhi.
"Non si preoccupi Capitano! Ci sono qui io..." urlo per farmi sentire. "Sono da sola, in mezzo al mare, ma ce la posso fare..." Continuo, ma questa volta lo dico più per convincere me stessa che per lui.
"Dio mio, aiutami. E ora che faccio?" Concludo sottovoce. Sono davvero rimasta sola, e anche se ancora non voglio ammetterlo Can aveva ragione, io ferma non ci so proprio stare...

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