APRILE

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Can:
Siamo di nuovo a Malaga. Abbiamo ripreso la nostra nave e abbiamo fatto un po' di rifornimento per il nostro prossimo viaggio. Proseguiremo in mare, verso Barcellona. Non ci vorrà molto, ma meglio avere tutto sotto controllo lo stesso...
"Sanem?"
Salgo su e non vedendola la chiamo.
"Si?"
"Dove sei?"
Spunta fuori con un pentolone in mano, ed io sorrido divertito solo da quella scena. "Cosa stai facendo?"
"Sto cercando di cucinare qualcosa, ma non c'è quasi niente in realtà..."
Le mostro le buste e sorride felice.
"Ah Can, finalmente! Sto morendo di fame..."
"Quindi cucini tu?"
"Si!" Risponde indispettita. "Devo fare pratica, è arrivato il momento di imparare qualcosa di più Can..."
"Bene!" La osservo un po' e faccio finta di pensarci su "e dovrei essere io quindi la tua cavia, giusto?"
"Can!!!" Mi guarda di nuovo e trattiene un sorriso, ma io lo vedo lo stesso. Noto ogni dettaglio di lei. Sempre.
"Ok, ok, va bene sto scherzando. Ci sto!"
"Ti ringrazio per la fiducia allora..."
"Io allora inizierei a togliere il timone per partire di nuovo..."
"Forza Capitano! Questa nave non può andare da nessuna parte senza di te!"
E sorridendole faccio quello che ho appena detto, sperando con tutto il mio cuore di non dover salvare la nostra nave per un improvviso incendio in cucina...

Sanem:
"Ma quanta gente c'è qui Can!!!"
Allungo il passo e mi metto a saltellare come una bambina.
"Sanem, attenta!"
"Oh mi scusi signore..." mi giro di scatto verso quello sconosciuto che ho sbadatamente scontrato, e lui mi guarda impacciato senza capire bene cosa gli ho appena detto.
"M-i s-c-u-s-i!"
"Sanem, è spagnolo mica sordo!"
Scoppio a ridere e cerco di farmi capire come posso.
"Mi scusi! Sorry!"
Il signore mi guarda e mi fa cenno di no con la testa, così cerco di rimediare in qualche modo.
"Ah non mi capisce proprio vero?" Cerco di farmi capire a gesti. Le mie espressioni a volte mi hanno aiutata molto quindi ci provo anche questa volta, ma non sembra andare meglio. Can mi guarda e mi lascia fare, so che si sta divertendo, ma non sembra proprio avere intenzione di darmi una mano. Forse non sto facendo una bella figura...
"No? Ancora niente?"
L'uomo mi sorride gentilmente, ed io esasperata faccio un ultimo tentativo.
"Weila!" Urlo infine. Ma rassegnato, si scusa e se ne va. No, sicuramente non mi ha capita... che peccato però...
"Weila?" Mi chiede quindi Can confuso.
"Ma come si dice in spagnolo scusa?!"
"Bé sicuramente non Weila..."
"Non prendermi in giro Can, daiiiii!" Gli dico infine, e lui mi abbraccia sorridendomi divertito.
Camminiamo abbracciati per un po', la strada che percorriamo è molto lunga e affollatissima. Se non ricordo male il suo nome è La Rambla. E' piena di persone allegre e tutto è colorato. Mi ricorda un po' Istambul, mi ricorda il mio quartiere d'estate. Forse è molto diverso in realtà, ma c'è qualcosa che mi porta a pensare a casa. Forse è l'allegria, la gente che sembra conoscersi tutta, i colori, la sensazione di essere in un posto tranquillo ma anche incredibilmente allegro.
Ci sono molti artisti di strada e quasi resto incantata ad ogni loro spettacolo o acrobazia. Ci sono anche molte bancarelle e ognuna vende un souvenir particolare.
"Buongiorno scusate, ce l'avete l'Albatros? L'Albatros. A-l-b-a-t-r-o-s!" Dico chiaramente, facendo il gesto con le braccia aperte, imitando le sue ali giusto per cercarmi di fare capire un po' di più.
"Sanem!"
Can mi prende e mi trascina via, ed io rido divertita da quel suo imbarazzo improvviso.
"Che c'è? Non posso volere un souvenir a forma di Albatros?" Continuo ironica cercando di farlo divertire ancora un po' di più. Mi piace vederlo ridere. Mi piace che sia io a farlo sorridere. Mi piace lui, ma questo ormai lo sanno anche gli sconosciuti...
"Sai, mi stupisce che ancora non mi hai detto di avere fame..."
"Ma la smetti di leggermi nel pensiero tu?"
"Ah, quindi hai fame?" Mi chiede allora divertito.
Sono davvero così scontata?
"Purtroppo si..." non posso mentire, perché è proprio quella la verità.
"Vieni con me allora, devo farti vedere una cosa!"
Mi prende di nuovo per mano e mi trascina con lui. Camminiamo per un po', e poco dopo raggiungiamo un grande mercato. Resto meravigliata dalla quantità di cibo che vedo, ma soprattutto dall'ordine e dai colori che lo contraddistingue da tutti quelli che ho già visto in tutta la mia vita.
"Ma che meraviglia Can!"
"Ti piace? Questa è La Boqueria!"
"Ma è tutto così ordinato... quasi mi dispiace mangiare qualcosa, ci credi?"
Mi guarda per qualche secondo pensandoci su, poi mi sorride e mi risponde sincero.
"No!"
Ridiamo insieme, perché sappiamo che è la verità. Non potrei mai rinunciare a mangiare qualcosa. Soprattutto in quel momento. Soprattutto lì dentro. Questo è il paradiso per il mio stomaco!
Passiamo un ora a girovagare per il mercato, fare foto ai passanti, ai colori che ci circondano, a noi.
Passeggiamo e cerchiamo di scambiare qualche chiacchiera con i mercanti, che a modo loro ci accolgono e ci suggeriscono qualcosa da prendere ed assaggiare. Questa volta è più difficile farci capire, nessuno dei due sa perfettamente lo spagnolo, ma questo ci diverte ancora di più. Siamo felice, spensierati. Siamo insieme. E per il momento basta così...

"Soltanto un nuovo inizio." ♥️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora