MARZO

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Can:
"Il nostro volo è stato appena cancellato!"
"Come cancellato? Che succede?"
"Sai, il tempo non è dei migliori e anche in Madagascar in questo periodo non si scherza Sanem... può succedere..."
"Davvero? E cosa faremo? È davvero così pericoloso?"
"Rimandiamo la partenza per un po'... il prossimo mese le cose andranno già meglio, partiremo tra qualche settimana così andiamo sul sicuro..."
"Ah..."
"Che c'è?" La guardo confuso, curioso da quella sua evidente perplessità.
"E facciamo così? Cioè non succede niente, cambiamo e basta?"
"Certo... cosa pensi che sia? È questo il bello di essere liberi, non ci sono imprevisti che possono preoccuparti, non sei legato a niente, nulla può turbarti..."
Mi guarda perplessa ed io le sorrido non capendo bene questa volta cosa sta pensando, ma per fortuna me lo dice lei.
"Can..."
"Dimmi..."
"Ti manca, non è vero?"
"Cosa mi manca?"
"La tua libertà..."
La guardo ancora più confuso, non riuscendo a capire cosa mi voglia dire.
"Si può essere più liberi di così?"
"Si ma, non sarà per sempre..."
"Cosa vuoi dire?"
"Presto torneremo a casa Can, non saremo più quelli che siamo adesso! E forse per la prima volta capirai cosa vuol dire la vita matrimoniale..."
"Bè anche tu..."
"Si, ma è diverso..."
"Cosa è diverso?"
"Io questo l'ho sempre desiderato, tu hai sempre amato la libertà, il non seguire regole, il non avere programmi..."
"Hai ancora dubbi per l'amore che provo per te, Sanem?" Le chiedo incredulo. Come può solo pensare ancora oggi una cosa del genere?"
"No, Can... nessun dubbio!"
"E allora qual'e il problema?"
"Mi chiedo solo se un giorno rimpiangerai questa libertà... tutto qui..."
La guarda e senza dire una parola mi avvicino piano a lei...
Ma come si può sapere quello che penseremo in futuro? Io non lo so, anche lei potrebbe pentirsi di molte cose. Così le dico l'unica cosa che so, l'unica di cui sono sicuro non mi pentirò mai di aver anche solo pensato in questo periodo della mia vita.
"Sanem..." le prendo il viso e delicatamente la costringo a guardarmi negli occhi. "... non mi sono mai sentito più felice e più libero in vita mia come in questo periodo... in questo periodo che sto vivendo, ma soprattutto perché lo sto vivendo insieme a te..."
Mi sorride e mi bacia la mano, poi annuisce.
"Ok..."
"... e non è perché siamo in viaggio, in giro per il mondo, senza problemi apparenti... ma è perché ci sei tu. Solo tu. Sei l'unica cosa importante per me."
Mi abbraccia forte e mi bacia piano.
"Va bene... scusa se ogni tanto perdo il controllo Can..."
"Felice di fartelo ritrovare ogni volta, signora Divit... e ricordati, niente avrebbe lo stesso senso senza di te!"
"Anche senza di te, signor Divit... e questo ormai lo sappiamo bene..."

Sanem:
"Can?"
Alzo la testa di scatto, mi giro a cercarlo ma non lo trovo.
"Can?!"
Lo chiamo di nuovo, ma non ricevo nessuna risposta. Mi alzo dalla scrivania e mi metto a cercarlo nella stanza, confusa. Stavo scrivendo già da un po', ma forse è passato più tempo del previsto. Ma dove si è cacciato? Possibile che non mi sono resa conto di niente?
Vado in bagno, ma è vuoto. Poi vado in camera, ma anche lì nessuna traccia! Ma dove sei finito Can Divit?!
I miei occhi si posano sul letto, sulla sua valigia disfatta con i panni completamente stropicciati e scuoto la testa esasperata da quel disordine che proprio non sopporto. Mi avvicino piano e con calma mi metto a ripiegare per bene le sue cose e a dare un senso a quella valigia che tra pochi giorni dobbiamo chiudere di nuovo per partite per una nuova meta. Marzo è già quasi finito ed io non vedo l'ora di partire per quella nuova avventura che già dalle anticipazioni di Can mi sembra a dir poco pazzesca.
Piego con cura le maglie, la felpa, e i vari pantaloni che si è portato dietro. Poi ad un tratto lo vedo lì. Sotto i vari indumenti, un libro blu compara davanti ai miei occhi ed io sorrido felice. Non è un libro qualsiasi, è il mio. Il nostro. Credevo lo avesse lasciato in barca...
Sfoglio alcune pagine e leggo qualche riga. I ricordi mi riaffiorano, ma non fanno più male. Non più come prima per lo meno. Poi quella frase...
<<Ho detto che non avevo più parole... era davvero così. Perché non c'era bisogno di parole. Io ero sua. Lui era mio.>> mi fermo un secondo e continuo a sorridere timidamente. Poi chiudo gli occhi e una sensazione strana mi invade il corpo. Lo sento. Così mi giro piano, e lo vedo lì. Appoggiato allo stipite della porta guardarmi sorridente.
"Che punto stai leggendo?"
Così mi giro e mi incammino verso di lui leggendo questa volta ad alta voce.
"Il mondo intera era lui. Era il solo che vedevo. Solo lui." Mi fermo, finalmente arrivata a pochi centimetri da lui e lo guardo negli occhi per qualche secondo, poi continuo... "nel mio corpo, dentro di me, nel sangue che mi scorre nelle vene..."
Alzo di nuovo lo sguardo e i miei occhi incrociano i suoi. Mi sta guardando in quel modo, nel nostro modo. Ed io non riesco più a continuare. E come se mi avesse sentito, lo fa lui per me...
"In ogni singolo battito del mio cuore, e il mio ultimo battito..."
"... è stato per lui..."
Sorride. Ed io lo seguo senza riuscire a trattenermi.
"Non ho altre parole da dire..." continua a memoria. Perché lui l'ha imparato a memoria davvero. Mi ricordo ancora quando me lo ha confessato tempo fa, quando credeva che stessi dormendo, e invece non era così...
"Perche tutte le altre parole erano lui!" Preciso.
"Il suo nome..."
"Solo lui!"
Ci guardiamo in silenzio e ci sfioriamo il naso dolcemente.
"Te la ricordi ancora?" Gli chiedo quindi.
"Te l'ho detto Sanem, io mi ricordo tutto..."
"Si può sapere dove eri finito?" Lo rimprovero un po'.
"Sono andato a fare una corsa, tu eri così impegnata che non ti volevo disturbare..."
"Tu non devi mai più sparire così, va bene?" Gli dico dandogli dei pizzicotti sul braccio muscoloso. Ma più che male, lo faccio ridere ancora di più.
"Ti sei preoccupata?"
"Mi sei mancato..."
"Bè anche tu..." mi dice abbracciandomi all'improvviso.
"Bugiardo!"
"Davvero! È sempre stato così per me..."
"Così come?"
"Guarda!"
Mi mostra la mia bandana legata al suo polso, ed io aggrotto la fronte confusa.
"E questa? È la mia bandana..." dico istintivamente ma appena lo guardo correggo il mio errore "... cioè è la tua ora, ma..."
"La porto sempre con me, soprattutto quando non ci sei!"
"Davvero?"
"Davvero..."
Sorrido imbarazzata, ma poi ci penso su e gli rispondo decisa.
"E tu allora la prossima volta portami con te!"
"A correre?"
"Si! Mi sto annoiando questi giorni Can... è possibile che non abbiamo nulla da fare fino al giorno della partenza?"
"Bè, una cosa ci sarebbe..." mi dice quindi, guardandomi malizioso.
"Can!" Lo interrompo intimidita.
"Sanem..."
"Vai a farti una doccia, sono sicura che ti sarà d'aiuto..." decido di non dargliela vinta, di stuzzicarlo un po', ma a quanto pare lui è sempre più forte di me in certi casi. E Dio solo sa quanta fatica faccio a resistergli ogni volta. O almeno anche solo a provarci...
"Va bene... ma tu vieni con me!"
Mi prende in braccio all'improvviso ed io inizio ad urlare come una pazza.
"Can!!! Can, mettimi giù!"
"Non puoi dirmi che ti stai annoiando e poi pretendere che io ti faccia annoiare ancora di più!"
"Can!!!"
"Dimmi Sanem!" Mi dice, camminando deciso con me in braccio sbraitante.
"Non ti azzardare a farmi fare di nuovo la doccia vestita!"
"Sanem..." mi dice quindi posandomi di nuovo a terra, ormai arrivati finalmente in bagno. "... non ho nessuna intenzione di lasciarti i vestiti addosso..."

&quot;Soltanto un nuovo inizio.&quot; ♥️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora