2.

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When you look me in the eyes
and tell me that you love me
Everything's alright
-Jonas Brothers

Ricordo quella Domenica mattina ancora molto bene. La stavo guardando. La luce che entrava dalla finestra le illuminava il viso e i capelli castani dai riflessi rossicci. L'odore del salmastro che entrava dalla finestra leggermente aperta mi inebriava i sensi assieme alla presenza di Sara accanto a me. Riuscivo a vedere la beatitudine nel suo viso. La ragazza che è riuscita a salvarmi dalla mia miseria donandomi la vita che ho sempre ignorato, ma che in fondo ho sempre voluto.

La mia ragazza. La mia ancora.

Allungai la mano sfiorandole delicatamente il viso pallido sperando di non svegliarla.
Erano stati giorni duri per Sara: poco prima aveva scoperto che il suo migliore amico sarebbe rimasto in Inghilterra perché gli era stato offerto un posto come commercialista presso una delle aziende più note di Londra, il lavoro a cui aveva sempre aspirato.

Ragazzo davvero brillante, Newt.

Lo sapeva anche lei, ma il fatto di non avere vicino ne Lea ne Newt la spaventava un po' e sia io che Daniel cercavamo di tenerla il più tranquilla possibile cercando di non addossarle preoccupazioni che avrebbero potuto sicuramente aspettare qualche giorno.

O almeno così credevamo.

"Che ore sono?"
La sua voce intorpidita interruppe i miei pensieri. Allungai il collo in direzione della sveglia che si trovava sul comodino e scossi la testa leggermente, sogghignando.
"Quasi le undici."
"Cosa, come? Oggi avevo l'appuntamento con l'editore, Daniel mi aveva detto-" Si tirò su, poggiando la schiena contro lo schienale del letto. Si stropicciò gli occhi scuri e mi guardò quando interruppi il suo soliloquio.

"Potrei aver parlato con Daniel e potrei avergli fatto spostare l'appuntamento." Mi grattai la nuca, un'abitudine che mi porto dietro sin da bambino.

"Dylan." La sua voce era calma, ma sapevo bene cosa voleva intendere. Avevo imparato a conoscere ogni piccola sfaccettatura di lei e quindi anche come il suo tono di voce voleva comunicare molto di più di quello che diceva.

"Lo so, lo so. Non devo interferire con il tuo nuovo lavoro, ma avevi bisogno di riposarti. Questa notte non hai chiuso occhio." Allungai il braccio nella sua direzione, poggiando una mano sulla sua guancia. Lei sospirò, ma sorrise.
"Dyl, ho solo bisogno di un po' di tempo, d'accordo? Andrà tutto bene. Devo solo farci l'abitudine. Newt è stato uno degli amici più cari che abbia mai avuto e mi è stato vicino in momenti dove pensavo che il mondo fosse una grossissima buca piena di-" Spostai la mano sulla sua bocca, impedendole di continuare. Non volevo che pensasse nemmeno per un momento al suo passato. Ciò che importa è qui e adesso, pensai. Ciò che importa siamo noi. "Dov'è finita la ragazzina innamorata delle favole?" Risi schernendola. Sentii le sue labbra lasciare un timido bacio sul mio palmo, ma i suoi occhi lasciarono trapelare molto di più che timidezza. Con la sua mano esile prese il mio polso e lo allontanò dalla sua bocca facendo scivolare il palmo lungo il suo mento, lungo il suo collo e sempre più giù fino a sussurrare.

"Se n'è andata da un pezzo."

Deglutii a fatica prima di avventarmi sulle sue labbra che si schiusero quasi immediatamente lasciandomi libero accesso. Le nostre lingue iniziarono a danzare, una lotta di supremazia che finí con l'avvinghiarsi dei nostri corpi e nel giro di pochi istanti il suo corpo divenne il mio e il mio, suo.

"È decisamente tardi per la colazione." Constatò lei alzandosi dal letto camminando verso il bagno. Mi alzai velocemente prendendola per il polso delicatamente. La baciai sull'orecchio.

"Abbiamo già fatto colazione." Risposi poggiando la testa sulla curvatura del suo collo. Cristo, il suo odore. Ricevetti una pacca sulla spalla in cambio.
"Dylan, ti prego. Dio." Disse in un lamento nascondendosi il viso tra le mani.
"Non dirmi che ancora ti imbarazzi." La schernii. Adoravo quando si imbarazzava, adoravo il suo sguardo innocente dopo aver fatto l'amore. Sara era così. Un attimo dannatamente passionale, maledettamente donna mentre l'attimo dopo, innocenza e senso del pudore le venivano a far visita. Una delle tante cose che adoravo di lei. Volevo immortalare quel momento così intimo. Quel viso così sincero. Cosi, mentre continuava a coprirsi il viso con le mani, mi allungai verso il comodino prendendo il cellulare. Lo alzai davanti a noi e scattai la foto. Il flash le fece togliere le mani dal viso.
"Cosa stai facendo? Sono a malapena vestita." Arrossì lei.
"È il mio telefono,Sara." Scossi la testa passandomi una mano tra i capelli castani.
"Qualcuno potrebbe prenderlo." Disse lei sospirando, ma con un sorriso sulle labbra rosee.
"Davvero pensi che scatterei foto del genere se qualcuno potesse prendermi il telefono e vederti cosí?" Le lasciai un bacio veloce sulle labbra, lei si girò e camminò verso il bagno lasciandomi con il primo piano del suo lato B coperto a malapena dalla mia maglietta dei Mets che usava per dormire. 
Scossi la testa e aprii il rullino fotografico. Osservai la foto che avevo scattato.

Leggermente sfocata, ma pur sempre bellissima. Perché qualsiasi cosa era bellissima se lei era con me.

 Ciao a tutti ragazzi! Sono contenta di essere finalmente tornata a scrivere

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Ciao a tutti ragazzi! Sono contenta di essere finalmente tornata a scrivere. Fatemi sapere cosa ne pensate di questi primi capitoli nei commenti.

La storia di Dylan e Sara meritava di essere raccontata!

Volete che pubblichi i capitoli una o due volte a settimana? Un bacio forte

-S

Unconditionally || Dylan O'Brien || [2] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora