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I am so lonely
-Justin Bieber

Non capii perché Harry non potè dirmi per telefono cosa stava succedendo e nemmeno perché voleva vedermi all'istante. La sua voce era diventata più profonda e più calda e il suo accento inglese si stava lentamente perdendo per via di tutti gli anni trascorsi in America. Dopo aver sentito il tono allarmato del ragazzo britannico, Tom si offrì di portarmi immediatamente da lui, dopo avergli spiegato chi fosse e se fosse sicuro lasciarmi con lui.

Durante tutto il viaggio non potei far a meno di pensare a Dylan e a che cosa stesse facendo in quel momento: chissà se si era messo la sua maglietta dei Mets, la stessa che avevo indossato io la sera prima, oppure se stava dormendo abbracciato al cuscino come era solito fare dopo una lite. O magari se stava ascoltando musica dal suo Ipod in riproduzione casuale mentre si mangiucchiava le unghie oppure...

"Sei sicura che non vuoi che rimanga?" Chiese Tom una volta essersi accostato al marciapiede davanti a casa di Harry.
"Assolutamente. Siamo amici da tantissimo tempo, da quando ne ho memoria almeno. Grazie di tutto Tom, sul serio. Sei un vero amico." Dissi il tutto velocemente sporgendomi oltre la console dell'auto per abbracciarlo.
"Ti chiedo ancora scusa per-" iniziò lui.
"Non parliamone più. Amici come prima." Gli rivolsi un sorriso rassicurante. Lui annuí e scesi dall'auto costeggiando il marciapiede fino ad arrivare al porticato dei Johnson.

Non era cambiato niente, tutto era rimasto esattamente come prima. Il vialetto si trovava in mezzo al giardino all'interno del quale erano stati piantati semi di diversi fiori che stavano sbocciando grazie all'imminente arrivo della primavera. La staccionata bianca era talmente limpida che sembrava esser stata pitturata da poco e il portoncino verde ricordava le villette in serie tipiche della Londra vittoriana. Un'idea di Anne, sicuramente.

Bussai alla porta e dopo qualche istante mi trovai di fronte Harry. Era un tantino diverso da come me lo ricordavo. Aveva i capelli ricci che gli cadevano sulla fronte celando a malapena gli occhi verde smeraldo, le labbra sottili increspate in un sorriso. Stava indossando gli occhiali, oltre che
l'orologio senza il quale non riusciva a stare nemmeno allora. L'anello d'oro bianco che gli regalarono i suoi per il diciottesimo compleanno ancora al dito. Si passò una mano tra i capelli non appena mi vide e mi lasciò entrare.

 Si passò una mano tra i capelli non appena mi vide e mi lasciò entrare

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"Sono passati anni dall'ultima volta in cui ci siamo visti." Dissi atona e imbarazzata.
"Vuoi dire da quando sei partita per New York senza farti più viva? Si, anni." Disse sarcastico passandosi una mano tra i capelli, un abitudine che non aveva perso.
"Mi dispiace, Harry." Non riuscii a formulare nient'altro che questo. Iniziavo a sentire la pressione e l'ansia attraversarmi velocemente.
"Ho provato a chiamare, ma avevi cambiato numero e nemmeno tua madre sapeva come contattarti...Mi sei mancata tantissimo, ne hai idea?" All'improvviso iniziai a sentirmi in colpa cercando di immaginare un Harry più piccolo, spensierato e felice a cui di punto in bianco portano via una parte di infanzia.

Non deve essere stato facile. Quello che non sa è che andare a New York non è stato semplice nemmeno per me.

"Anche tu." Era vero. Non potei essere più sincera sentendo il bisogno di difendermi.
"Mia madre cercava solo di farci mettere insieme; non volevo illuderti o illudermi di un amore finto, non corrisposto solo perché ti sentissi in dovere di stare con me per mantenermi, ecco-"
"È questo che pensi?" Aveva un espressione ferita. "Sara io ti amavo. Ti amavo davvero e avevo chiesto a tua madre di aiutarmi, voleva che ci mettessimo insieme perché sapeva che il nostro era un amore corrisposto, ma anche che entrambi avevamo paura perché troppo piccoli." Harry sputò tutto troppo velocemente con il suo accento leggermente marcato ed un pizzico di ira e  feci un passo indietro.

Mia madre non era come sembrava?

"Io-io."

"Non importa, sono andato avanti... Ma abbiamo avuto un'amicizia troppo importante per non rivolgerci più la parola." Sul suo volto notai dello stress. Era amareggiato,quasi. Un'espressione fuori dal comune per la gamma espressiva di Harry.

Che mi stesse nascondendo qualcosa?

"Cosa c'è che non va? Come mai mi hai chiamato?" Chiesi forse troppo velocemente quando sentii posarsi su di me un paio di occhi verdi smeraldo.
"Sara, io... Credevo sarebbe stato più facile visto il vostro rapporto.." stava arrancando, cercando disperatamente le parole giuste da dire.
"Harry..."

I conti si pareggiavano sempre e quel giorno più di tutti.

"Tua madre è...Mi dispiace" abbassò lo sguardo e il tono di voce. "Mi dispiace tanto." Gli occhi verdi erano umidi quando alzò lo sguardo.

"Tua madre non c'è più"

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"Tua madre non c'è più"

Rimasi immobile, non sapevo cosa dire, cosa fare o cosa provare. Credevo che quella giornata terribile fosse giunta già a termine una volta raggiunta casa di Harry. Ero pronta a tutto, ma non una cosa del genere. Certo, non andavamo d'accordo e i suoi modi erano in dissonanza con i miei, ma era pur sempre mia madre e adesso sia io che mio fratello eravamo orfani. Adesso era tutto irreversibile. Non c'era niente che potessi fare. Dicono che quando ti succede qualcosa hai sempre le carte in tavola per poterlo affrontare ma, potevo affrontare una cosa simile?
Il mio flusso di pensieri venne interrotto dalla mano di Harry che si posò sulla mia. Quel contatto sciolse la barriera che avevo cercato di tenere alta in modo da non essere mai ferita e le lacrime iniziarono ad uscirmi dagli occhi bagnando la maglietta bianca che stavo indossando. Senza aggiungere altro gridai a gran voce e mi voltai infuriata cercando di raggiungere la porta quando Harry arrivò alle mie spalle, afferrandomi con forza la mano facendomi voltare e finire tra le sue braccia. Mi strinse forte tanto da farmi perdere il fiato e mi disse in un sussurro.

"Andrà tutto bene, sei qui con me."

Se ti succede puoi affrontarlo, ma sapevo di non potercela fare

Se ti succede puoi affrontarlo, ma sapevo di non potercela fare

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Unconditionally || Dylan O'Brien || [2] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora