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Well, time can heal but this won't
-Lewis Capaldi

Aprii gli occhi aprendomi ai pensieri che affollavano la mia mente la notte scorsa

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Aprii gli occhi aprendomi ai pensieri che affollavano la mia mente la notte scorsa. Guardai a destra e trovai Dylan addormentato su un fianco. Lo guardai pensando a che ora fosse tornato, che cosa avesse fatto e perché non si fosse fatto sentire, ma scossi la testa. Non potevo permettermi un ritardo quindi mi preparai velocemente, lanciai uno sguardo verso lo specchio e notai le occhiaie pronunciate sotto agli occhi, e mi recai alla Smith Editor.

Quel lavoro mi piaceva ed ero fortunata, ma da una parte mi sentivo una mina di stress che sarebbe scoppiata da un momento all'altro.
Sentii il trillo della notifica di whatsapp. Sbloccai lo schermo e lessi il messaggio.

Romantica ti aspettano due romanzi da analizzare e una ciambella e un caffè.
Tom.

Senza accorgermene mi ritrovai un sorriso stampato sul volto. Era bello avere un amico su cui contare quando tutto sembrava andare nel verso sbagliato e devo ammettere che Tom si era rivelato ottimo per quel ruolo.

"Cosa cavolo ti è successo alla faccia?" Chiesi con un cipiglio sul volto alla vista dello zigomo gonfio e arrossato di Tom. Mi ero avvicinata per scrutarlo meglio, ma in risposta aveva scosso una mano tra noi come se stessi esagerando. 'Ah questo, si sono andato a sbattere contro lo stipite del letto, stai tranquilla' disse ed io non potei far altro che crederci.

Il resto della giornata passò in maniera lineare

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Il resto della giornata passò in maniera lineare. Leggemmo i romanzi con della musica soft in sottofondo messa in riproduzione casuale da Spotify. Sentii il mio cellulare squillare ma non avevo avuto il tempo di vedere chi fosse, quindi continuai a lavorare.

"Trovato niente di interessante?" Disse la voce di Tom proveniente dalle mie spalle.
"In realtà questo lo è, mi ricorda tantissimo il romanzo l'Espiazione." Lo guardai abbozzare un sorriso mentre mi sistemavo gli occhiali sulla testa.
"Hai davvero letto l'Espiazione?" Sorrise soddisfatto.
"Tre volte, in realtà." Risposi fiera mettendo una mano sul mio petto.
"Ti piacciono le tragedie." Sorrise.
"O le storie d'amore complicate." Inclinai la testa per guardarlo.
"Personaggio preferito?" Chiese lui sedendosi accanto a me.
"Robbie, senza dubbio. Fa di tutto per trovare Cee e per farsi amare senza-"
"Vergogna, si. L'ho letto, ma non sono riuscito a finirlo. " Annuí.
"Personaggio preferito?" Chiesi con più curiosità del previsto.
"Non Briony." Ridacchiò fissandomi intensamente e dopo poco allungò il suo braccio e mi portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Scusami." Disse in un sussurro allontanando velocemente la mano.

"Dovevo immaginare che fossi tu." Sentii una voce alle nostre spalle. Era la voce di Dylan tremante. Mi voltai e mi alzai andandogli incontro.
"Dylan? Cosa ci fai qui?"
"Ero passato a prenderti, ma vedo che hai di meglio da fare." Disse aspro guardandomi.
"Voi due vi conoscete?" Chiese Tom.
"Stiamo insieme. Voi due vi conoscete?"
Quello che sentii fu un assordante silenzio da entrambe le parti. Ma dopo poco i conti iniziarono a tornare. Dylan che tornava tardi e non mi faceva sapere dov'è o quando sarebbe tornato, Tom e il suo viso, il modo in cui Dylan contraeva la mascella, Tom e i pugni chiusi lungo i fianchi.

"Dimmi che non l'hai fatto. Dimmi che non sei stato tu." Dissi massaggiandomi le tempie. "Cosa ti è passato per la mente?" Dylan aveva gli occhi lucidi ma sapeva che se mi avesse seguita sarebbe stato peggio per entrambi. Sapeva che avevo bisogno di spazio e che me lo doveva. Tutto mi sarei aspettata tranne che fosse coinvolto in una rissa. L'unica domanda che continuava a risuonare nella mia testa era: perché?

"Ci vediamo a casa." Disse impercettibilmente e si diresse verso l'uscita. Lo guardai uscire e chiusi gli occhi, quando li riaprii erano umidi e avevo due mani posate sopra le spalle.
"Si è fatto tardi, è meglio andare." Disse Tom.
"Non voglio andare a casa, non adesso." Dissi in un sussurro con le lacrime agli occhi.
"Prendiamoci una pizza, penseremo al resto più tardi." Tom sorrise, prese la sua borsa e nonostante il suo zigomo gonfio riuscì a trasmettermi la stessa serenità di sempre. Aprí la portiera della sua auto facendomi accomodare e dopo poco, accese il motore e partí avviandosi verso casa sua. Tom accese lo stereo e alzò la radio. Apprezzai che non mi avesse spinto a parlare di quello che era successo poco prima e mi abbandonai alle note di alcune delle mie canzoni preferite, guardando fuori dal finestrino pensando a poco più di un mese prima quando Dylan non solo strimpellava alla meglio le note delle canzoni che passavano in radio, ma era solito tenere la sua mano sulla mia coscia lungo tutto il tragitto.

Sentii l'ennesimo trillo e, una volta sbloccato lo schermo, notai un messaggio che non mi sarei mai immaginata di leggere. Il messaggio era di parte di Harry, il primo amico di infanzia e vicino di casa che abbia mai avuto. Era stata un'amicizia intensa e vera, ma come tutte le cose belle della mia vita, il nostro rapporto si concluse a causa di mia madre e della sua fissazione di trovarmi un ragazzo in grado di mantenermi. Entrambi ci sentivamo imbarazzati, io più di lui perché effettivamente qualcosa per Harry lo provavo ma non avevo intenzione di iniziare una relazione per usarlo per la sua posizione sociale e quindi, con la imminente partenza per New York, decisi di sparire dalla sua vita e rendere tutto più semplice sia per me che per lui. Sparii senza lasciare tracce e mai mi sarei immaginata di ricevere un suo messaggio quel giorno.

Sara dobbiamo parlare, si tratta di tua madre.

Unconditionally || Dylan O'Brien || [2] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora