Mentre le sue compagne di squadra si accalcavano verso le docce, Lauren aprì in fretta il suo armadietto e frugò nel suo borsone alla ricerca del cellulare. Non si stupì di trovare il messaggio di Keana ad aspettarla, in fin dei conti era sempre stata onesta e diretta con lei.
- Dobbiamo parlare. Vengo da te stasera? -
Si accasciò stancamente sulla panca, portandosi una mano tra i capelli umidi di sudore, riflettendo. Di sicuro le ragazze sarebbero andate da lei dopo l'allenamento, si erano già organizzate per una maratona di film fino a tarda serata. Ma anche lei sentiva il bisogno di chiarire quella situazione prima che diventasse ancora più imbarazzante. Nonostante avesse ricevuto la notizia come un pugno nello stomaco, si rese conto che probabilmente l'aveva presa peggio di come avrebbe dovuto. Keana era l'unica con cui era rimasta in rapporti "amichevoli" dopo l'infortunio. Se si fosse trattato di altri elementi della sua vecchia squadra, sarebbe stato un gran macello.
Faccio venire anche lei alla serata, tanto dovranno conoscersi tutte, visto che probabilmente saremo tutte nella stessa squadra. E appena ci sarà la possibilità, parleremo. In fin dei conti è una delle poche amiche che ho avuto a New York. Anche se quello che abbiamo ora non ha nulla a che vedere con l'amicizia.
- Ok, ma prima dovrai sorbirti una maratona di film con le mie compagne di squadra. O dovrei dire nostre? -
La risposta arrivò rapida. - Era appunto di questo che volevo parlarti prima di accettare la proposta di Cabello. Dio, come sa essere insistente quell'uomo 😅. -
Dillo a me. Pensò, ricordandosi di come l'aveva incastrata il primo giorno per farle fare parte delle Fifth Harmony. - Ok, per le sette da me. Sai già dove abito... -
- Si baby. -
"Laur?" Camila la richiamò dai suoi pensieri, sorridendole. Lauren le puntò gli occhi nei suoi, non sapendo quanto quello sguardo la destabilizzasse. "Noi siamo quasi pronte. Hai intenzione di fare la doccia?" La prese in giro Camila facendo una smorfia. La corvina le annuì distrattamente, iniziando a spogliarsi senza accorgersi dello sguardo della mora che analizzava tutti i suoi movimenti, ammirando ogni centimetro di pelle scoperta che riusciva a scorgere.
Una gomitata nelle costole riportò Camila alla realtà, facendole spalancare gli occhi. Si girò verso Dinah che la guardava con sguardo sorpreso e interrogativo, avvampando. Si sentiva la faccia in fiamme, e probabilmente aveva uno sguardo abbastanza colpevole, perché era così che si sentiva per essere stata beccata a guardare con troppo interesse un'altra ragazza. Le fece cenno di non dire nulla, pregandola con lo sguardo.
"Noi vi aspettiamo fuori." Comunicò Dinah alle astanti, prendendo la sua roba e il braccio di Camila per trascinarla fuori dallo spogliatoio. Arrivate a discreta distanza, dove non avrebbero potuto sentirle, le chiese stupita: "Cos'era quello?"
"Cosa?"
"Mila, non fare la finta tonta con me che non abbocco. Cos'era? Te la stavi mangiando con gli occhi."
"Oddio, Dinah." Camila si passò le mani tra i capelli, agitata. Non mi giudicherà, è la mia migliore amica. Iniziò a camminare nervosamente, non sapendo da dove iniziare. Poi sbottò. "Ho fatto un sogno." E si fermò, guardandola come se l'altra avesse dovuto capire tutto da quelle quattro parole. Ma Dinah la guardava aspettando una spiegazione che non arrivava.
"Ok Martin Luther King, che sogno?" Attese, ma c'era solo silenzio. "Parla." La incitò, ormai decisamente incuriosita.
Camila fece un respiro profondo e confessò. "Su di lei." E a voce ancora più bassa aggiunse: "Ho fatto un sogno erotico su Lauren." Alzò gli occhi velati di lacrime sulla sua amica, immaginando uno sguardo di disprezzo sul suo volto. Ma ci trovò solo stupore, così decise di continuare. "E da quel momento non riesco a togliermela più dalla testa."
Dinah spalancò la bocca dallo stupore, cercando di elaborare quelle poche parole.
"Dì qualcosa, cazzo." La implorò Camila.
"Pensavo fossi etero." Scherzò l'amica.
"Già, lo pensavo anche io fino a quando non ho sognato di scoparmela sotto la doccia." Rispose con enfasi, sospirando dopo qualche secondo, e sperando che quelle immagini abbandonassero la sua mente, e con esse il modo in cui la facevano sentire. Costantemente eccitata. E sentiva una sensazione strana nel petto. Non sapeva se fosse ansia, o aspettativa, o altro, ma qualunque cosa fosse le bruciava da dentro.
"Ok. Wow. Non voglio i dettagli." Dinah mise le mani avanti, sorridendo. Poi si accorse dello stato dell'altra e tornò seria. "Perché stai piangendo, Mila?" Si avvicinò, poggiandole la mano sulle spalle.
"Io... non lo so... è tutto così... assurdo e... complicato." Disse iniziando a singhiozzare, subito attirata in un abbraccio dalla sua amica di una vita, che le accarezzava la schiena per calmarla.
"Ehi, va tutto bene. Magari è solo una cotta temporanea, ti passerà e non ci penserai più."
"E se non fosse così? Ho provato a togliermela dalla testa con altro, ma non ci sono riuscita."
"Per questo sei andata di nuovo a letto con quel coglione di Shawn?" Le chiese senza mezzi termini la più alta. Scosse la testa quando vide la sua amica annuire. "Beh, se non riesci a togliertela dalla testa... faremo in modo di farla cadere ai tuoi piedi." Decise.
"Cosa?" Le chiese incuriosita Camila. E anche stupita. Non immaginava che la sua amica appoggiasse questa cosa. Era stata sempre acida con i ragazzi che frequentava, soprattutto con Shawn.
"Mi hai sentita." Le asciugò il volto, guardandola negli occhi con profondo affetto. "Le lacrime non sono sexy." Le rubò un sorriso, mentre continuava a piangere.
"Quindi a te sta bene?"
"Mila, a me non importa di chi ti innamori o con chi vai a letto. Mi importa solo che ti rispettino, non ti facciano soffrire, e che siano almeno all'altezza della persona stupenda che sei. Nient'altro." L'attirò nuovamente tra le sue braccia finché la più piccola non si fu calmata, rassicurandola.
"Che poi sto qui a farmi tutte queste paranoie, e magari è etero. O ha già qualcuno. Ti ricordi di quei succhiotti?" Disse Camila, con la testa ancora nascosta nel collo dell'amica.
"Lo scopriremo." La rassicurò ancora l'altra.
Quando pochi minuti dopo le amiche le raggiunsero, ogni traccia di pianto era scomparsa. Camila si sentiva ancora un po' agitata nell'accettare questa nuova situazione. E Lauren era taciturna e distratta. Si incamminarono verso l'appartamento di quest'ultima con Normani ed Ally che chiacchieravano, e le altre perse nei propri pensieri.
"Ah, ragazze. Spero non vi dispiaccia se ho invitato un'altra persona alla serata." Disse imbarazzata Lauren quando ormai erano già in prossimità della destinazione.
"Penso che puoi invitare chi vuoi, visto che è casa tua." Rise Normani.
"Ok, è che... la persona che ho invitato è Keana Issartel, non so se la cosa può darvi noia."
"Ma no, è perfetto, così iniziamo a conoscerla. Sono sicura che mio padre non accetterà un no come risposta, quindi giocherà con noi." Rispose entusiasta Camila.
Entusiasmo che morì poco dopo, quando vide una ragazza attendere nelle vicinanze del portone di ingresso, poggiata al muro con una bottiglia di vino in mano, che riconobbe come la ragazza che qualche giorno prima era a casa della corvina. Ricordò il modo in cui l'aveva salutata prima di andare via, e notò il modo in cui le si illuminò lo sguardo quando vide Lauren avvicinarsi e capì. Bene, ho già una rivale.
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Gioco di squadra - Camren
Hayran KurguLa stagione calcistica delle Fifth Harmony cambia radicalmente con l'ingresso in squadra di una nuova calciatrice.