Camila sentì l'aria gelida colpirle il viso. Sentiva tanta gente attorno a sé, doveva essere un luogo affollato, ma senz'altro anche bello freddo. I suoi sensi sembravano essersi accentuati dal momento in cui le era stata posizionata la benda sugli occhi. Sentiva quelle stronze delle sue amiche che se la ridevano alle sue spalle, mentre le mani di Lauren la guidavano nel buio e nel freddo.
Beh almeno mi hanno tolto le cuffie ora. Non ne potevo più di quella musica scassatimpani.
"Lau... Mi dici dove stiamo andando?" Disse, continuando a muovere passi incerti, finché Lauren non la fece fermare e finalmente sentì le sue mani armeggiare con il nodo dietro la sua nuca.
"Quanto sei noiosa." La prese in giro. "Siamo arrivate."
La benda venne via, e si ritrovò la meravigliosa vista di New York, completamente illuminata nella notte fredda, tutta ai suoi piedi.
"Wow." Esclamò, essendo rimasta senza parole. Lauren l'abbracciò da dietro, scaldandola leggermente e parlandole nell'orecchio.
"Se sei a New York non puoi non vederla dall'Empire State Building, di notte. Bello, eh?"
"Si, è uno spettacolo. Ed è ancora più bello poterlo vedere con te accanto." Camila si girò nell'abbraccio, portando le mani dietro al collo dell'altra, sfiorando la piccola medicazione con le dita prima di posare le labbra su quelle dell'altra, in un bacio dolce. Dimenticò completamente le sue amiche a poca distanza e le parlò dolcemente. "Lauren..." Iniziò, cercando le parole adatte. "Sono completamente pazza di te, te ne sarai accorta." Ridacchiò. "Voglio stare con te. Voglio essere solo tua, e voglio che tu sia solo mia. Impazzirei a pensare che qualcuno..."
Lauren la interruppe baciandola intensamente.
"Si, Camz. Anche io voglio stare solo con te." I suoi occhi verdi brillarono dalla gioia.
"Si?" Chiese quasi incredula l'altra, con un sorriso enorme sul viso.
"Scemotta, perché credi che ti abbia portata qui? Quando oggi quella pazza mi ha aggredito, la prima cosa a cui ho pensato sei stata tu. A quanto ti voglio. A quanto tu e quelle sceme delle nostre amiche dietro di noi mi abbiate cambiato la vita." Alzò gli occhi al cielo, sospirando. "Potete smetterla di ridacchiare, cortesemente? Questo dovrebbe essere un momento romantico!" Rivolse le ultime frasi, ironica, alle altre, sapendo bene di essere ascoltata. Ma non le importava, aveva imparato a volere bene e a fidarsi di tutte loro, avevano scacciato la malinconia, la rabbia e la paura dal suo cuore, sostituendo queste emozioni con altre, positive. Poteva solo ringraziarle per questo.
Le loro amiche si unirono caoticamente all'abbraccio, mentre tutte le persone sulla terrazza dell'edificio più alto di New York le osservavano, alcune sbalordite, altre anche un po' scocciate. Lauren decise di prendersi una piccola rivincita, già che c'era.
"Se c'è qualcuno che vuole fare una dichiarazione simile, può approfittare dell'atmosfera..." Rise fissando Keana, che si era integrata fin troppo bene nel gruppo. Il portiere arrossì, colta in flagrante, così come Normani che distolse lo sguardo. Lo sapevo, cazzo. Qualcuno mi butti giù dal tetto, se queste due non sono già andate a letto insieme. "Uno pari, Issartel." Rise, felice, mentre l'amica le tirava una leggera gomitata nel fianco. Era contenta di aver finalmente sanato il rapporto con la sua migliore amica, e che ora fosse felice e soddisfatta anche lei.
"Bene." Esclamò improvvisamente Dinah, poggiando la mano sulla spalla di Ally e tirandola a sé, mentre la bionda la guardava confusa. "Restiamo solo io e te..." Le disse, ammiccante, mentre l'altra quasi si strozzava con la sua stessa saliva.
"Pussa via." Le disse spintonandola, mentre si riprendeva. Non riuscì a spostarla nemmeno di un millimetro. Risero tutte di lei, mentre metteva un leggero broncio, prima di lasciarsi contagiare dalle risate.
"Dai Laur, puoi farcela." Le sussurrò Camila prima di darle una pacca sul sedere e indicarle la posizione da prendere.
Il campionato stava andando alla grande, dopo cinque partite avevano collezionato quattro vittorie e un pareggio. L'unica cosa che non va è il mio dannato ginocchio.
Non che le procurasse ancora dolore, anzi. Ma non calciava più di destro. Il suo sinistro, al contrario, si era perfezionato. Ma le avversarie lo avevano ormai capito, e si opponevano sempre quando tentava di calciare. Inizia a diventare frustrante.
Ne aveva parlato con le altre, e anche con la coach. È tutta una questione di testa. Così le avevano detto. Devi trovare il modo di sbloccarti. Le ripetevano tutti. L'unica a rispettare i suoi tempi e dirle che andava tutto bene era la sua ragazza, Camila. E aveva bisogno solo di lei in quel momento.
Terminò il primo tempo, così rientrarono negli spogliatoi per qualche minuto. Lauren si guardò intorno cercando la mora.
"Era dietro di me." Le disse Ally, leggendole nel pensiero. Si voltò nuovamente verso il corridoio, raggiungendo la porta. Ciò che vide spalancandola la fece andare su tutte le furie.
Austin tratteneva Camila per i polsi, impedendole di raggiungere le spogliatoio. La spinse poi contro il muro, intrappolandola con il suo corpo ed avvicinandosi pericolosamente alle sue labbra, mentre lei cercava di respingerlo in tutti i modi. In un attimo fu dietro di lui, tirandogli bruscamente la testa all'indietro dopo averlo preso per i capelli.
"Cosa diavolo ti dice la testa?" Gli chiese furiosa, mentre Camila finalmente libera si massaggiava i polsi indolenziti. "Sparisci." Gli disse mollando la presa, reprimendo la sua rabbia.
"Grazie baby." Le disse la mora, abbracciandola.
"Quel pezzo di merda deve stare lontano da te." Borbottò prima di baciarla. "E ora stai lontana anche da me, che sono tutta sudata." Camila sorrise maliziosa.
"Mi piace il sapore della tua pelle sudata."
"Fermati, piccola tentatrice. Tra poco inizia il secondo tempo."
Appena rientrate in campo, sfogò tutta la sua rabbia e la sua aggressività sul gioco. Iniziò a pressare l'avversaria, costringendola a fare un brutto passaggio verso l'altro difensore, che presa alla sprovvista si lasciò rubare facilmente palla da Camila. La mora mostrò la sua gran velocità, accentrandosi palla al piede con solo il portiere da fronteggiare. Calciò nell'angolino basso, ma l'estremo difensore si allungò e con un colpo di reni allontanò il pallone.
La traiettoria spiovente che assunse quest'ultimo era perfetta per Lauren. Sentì un brivido, e le sembrò che il tempo iniziasse a scorrere al rallentatore. Sentì lo sguardo di Camila su di sé, amorevole e fiducioso, e anche se era conscia di quello della coach, delle sue amiche e compagne di squadra, del pubblico e di suo suocero, quello della mora era l'unico del quale le importasse davvero.
Svuotò la mente e lasciò che il suo corpo si esprimesse per lei. Il cuore le martellava nel petto, mentre si coordinava per impattare la sfera con una sforbiciata a mezz'aria. Nel momento di calciare ebbe un momento di incertezza. E se...?
Non terminò il pensiero. Chiuse gli occhi, immaginò il volto di quel verme di Austin al posto del pallone, e finalmente calciò di destro. Il tiro, preciso e potente, lasciò immobile il portiere avversario. L'arbitro fischiò, convalidando il goal, mentre il pubblico esultava.
Camila le saltò addosso, seguita poi dal resto della squadra. In un attimo si ritrovò distesa a terra, a ridere finalmente spensierata.
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Gioco di squadra - Camren
FanficLa stagione calcistica delle Fifth Harmony cambia radicalmente con l'ingresso in squadra di una nuova calciatrice.