Capitolo 10

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Sentì bussare alla porta, e guardò stupita l'orario.

"Siete in anticipo, stranamente." Disse aprendo l'uscio. Le parole le morirono sulle labbra quando il suo sguardo incrociò un paio di occhi marroni che conosceva bene.

Le sue labbra furono subito raggiunte da quelle dell'altra, che chiuse la porta con il piede entrando in casa. Sentì subito la sua lingua scivolarle in bocca, e sorrise al contatto familiare e passionale. Le mani dell'altra furono sulla sua schiena, stringendola forte a sé, quelle di Lauren tra i suoi capelli lunghi mentre corrispondeva il bacio.

La ragazza iniziò ad accompagnarla verso il divano, mentre le toglieva la maglietta.

"No, Kea, aspetta." Rispose mentre le mani e le labbra dell'altra iniziavano a stimolarle il seno. "Aspetta." Ripeté un po' più decisa, facendo si che l'altra si fermasse per guardarla negli occhi.

"Cosa c'è? Hai il ciclo?" Le chiese Keana con le mani ancora sul suo seno.

"No, non è quello. Stanno arrivando alcune mie compagne di squadra."

"Sarò veloce." Le rispose sorridendo e appoggiando le labbra al collo, deliziandola con i suoi baci. Quella donna conosceva tutti i suoi punti deboli. Lauren stava per cedere quando bussarono nuovamente alla porta.

"Cazzo, sono in anticipo." Sussurrò, lanciandole un'occhiata di scuse mentre si rimetteva velocemente la maglietta e andava ad aprire. Le ragazze entrarono chiacchierando, non notando la presenza della sconosciuta.

"Io propongo una maratona di American Horror Story, dalla prima stagione." Proponeva Dinah.

"Non esiste, un bel film romantico è quello che ci vuole." Rispose Ally.

"Beh, io vado." Disse sottovoce Keana a Lauren, notando lo sguardo di una delle ragazze su di sé. Si avvicinò dandole un bacio all'angolo della bocca. "Ci vediamo." 

Uscì rapidamente, così com'era entrata, senza attendere risposta. 

"Tutto bene?" Le chiese Camila che aveva osservato la scena, sentendo una fitta quasi di gelosia nel vedere il contatto intimo tra Lauren e quella ragazza dall'aspetto familiare, ma che non riusciva ad inquadrare.

"Si, stava andando via." Rispose Lauren dirigendosi in cucina per prendere qualcosa da bere. Si poggiò al bancone per tranquillizzarsi un attimo, passandosi una mano tra i capelli e respirando profondamente. Non si accorse di Camila che da lontano la osservava, come capitava spesso ultimamente.

Raggiunse le ragazze sul divano dopo qualche minuto, trovando posto accanto alla mora. Si tirò la coperta addosso mentre iniziavano realmente una maratona di American Horror Story, e subito sentì Camila che spaventata si avvicinava a lei, stringendole forte il braccio.

"Fifona." La prese in giro, mentre l'altra si difendeva.

"Ma già la sigla è angosciante. Fa venire i brividi." Risero insieme. Una risata che scaldava il cuore di entrambe.



"Mila, ormai ho deciso. Non me la sento più di rischiare così."

"Ma non rischi nulla, Dinah."

"Si invece. Lo scorso anno dopo una parata ho riportato delle fratture e non ho potuto muovere la mano per quasi un mese. Ora questo." Le disse mostrandole la mano gonfia, dopo esser caduta male durante l'allenamento. "Lo sai che il mio sogno è essere un chirurgo, e non posso rischiare di non realizzarlo per il calcio." Sospirò.

Camila sapeva che era vero, e sapeva anche Dinah aveva iniziato a giocare a causa sua, per starle accanto, ma non condivideva lo stesso amore per quello sport. Non completamente. Sospirò arrendendosi.

"Parlerò con mio padre. Ma non so dove troveremo un altro portiere così in fretta."

"C'è Tanya che si allena con me come mia seconda."

"Sai bene che fa schifo, quasi quanto te." Scherzò Camila per cercare di smorzare la tensione.

"Troverete una soluzione. Resterò finché non ci sarà qualcuno adatto a sostituirmi." Le assicurò l'amica, prendendole la mano. "E poi verrò a vedere tutte le vostre partite, sarò la vostra tifosa numero uno. Ti sosterrò sempre."



Era trascorsa una settimana dall'annuncio di Dinah, e in quel momento si stavano allenando tutte in campo. Il rettore entrò sul campo di gioco, dirigendosi verso la Lopez, che era in compagnia della fisioterapista della squadra.

"Vedo che finalmente la Jauregui è in campo." Il suo tono era soddisfatto.

"Solo per gli allenamenti che non prevedono l'utilizzo del pallone. Per quello non è ancora pronta, ma per il resto si è ripresa alla grande." Comunicò Lucy, che non le toglieva gli occhi di dosso. Quella ragazza era davvero brava a sfuggirle.

"A cosa dobbiamo la sua visita?" Chiese l'allenatrice.

"Ho un paio di annunci da fare alla squadra." Rispose Alejandro sorridente. Richiamarono brevemente le ragazze intorno a loro. "Bene, ragazze." Esordì il rettore. "La prima notizia è che la settimana prossima siamo in trasferta a New York, iniziamo le partite di coppa e il nostro primo avversario è la New York University." Fissò lo sguardo in quello di Lauren, che già negava con la testa. "Ti voglio almeno in panchina Jauregui e se le cose si mettono male, ti voglio in campo." Disse risoluto.

Camila si accorse che la corvina, accanto a lei, era leggermente impallidita. Le accarezzò la schiena per tranquillizzarla, mentre aspettavano l'altro annuncio.

"La seconda notizia è che probabilmente ho risolto la questione portiere, visto che la nostra cara Hansen ha deciso di appendere i guantoni." Disse, guardando Dinah che tirò un respiro di sollievo. "Se la ragazza accetta, avremo un ottimo portiere, anche lei una nostra vecchia conoscenza." Sorrise misterioso, scatenando la curiosità e il chiacchiericcio delle ragazze.

"Di chi si tratta?" Chiesero alcune, tra cui Camila.

"È precoce, ma sono fiducioso." Cercò di sviare il rettore, ma dopo tante richieste, non riuscì a trattenersi. "Sto cercando di convincere la Issartel, il portiere della New York University, che l'anno scorso è stata premiata come miglior portiere del campionato."

La Issartel. Keana. Cazzo. No no no no no. Non può succedere di nuovo. Loro due nella stessa squadra. Sentì nuovamente la mano di Camila accarezzarle ritmicamente la schiena, un contatto che la rilassò. Sembra che mi legga dentro, e che sappia sempre quello di cui ho bisogno. Le rivolse uno sguardo pieno di gratitudine, abbagliata dal sorriso che le rivolse l'altra mentre manteneva il contatto tra loro. Un contatto che a Camila non bastava più.

Gioco di squadra - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora