Il fatto che un mozzo abbia avuto la meglio su alcuni degli uomini di Charles Vane, ha fatto il giro di Nassau in maniera fin troppo rapida che mi fa capire che gli uomini sono pettegoli, quasi quanto le puttane.
Ogni passo che faccio, c'è chi sussurra ed anche chi preferisce starmi lontano, come se uccidessi con lo sguardo.
E finalmente riesco a svuotare la mia vescica, per colpa di quei pirati del cazzo, ho rischiato di farmela sui piedi.
Un vecchio marinaio ha detto di aver visto il Capitano dirigersi verso il porto, raggiungiamo il molo e ci rendiamo entrambi conto che la nave non è più ancorata al molo.
-Ci hanno lasciato qui- mormora Jack, che passa dall'incredulità alla gioia nel giro di poco tempo.
Secondo Jack è un segno del fato, così possiamo levare l'ancora e salpare con Charles Vane, non sono mai stata una da credere a queste cose.
Se dovessi credere a queste cose, vuol dire che ero destinata a tutto ciò che mi è capitato nel corso della mia vita? Che stronzata.
-Stronzate- mi limito a dire.
La mia attenzione si sposta verso il fabbro/armaiolo nei pressi del porto, in quel momento il bottegante è impegnato a discutere il prezzo di una delle sue armi con un cliente, il mio sguardo è attirato da una spada in particolare.
Anche se non ho un becco di un quattrino, e l'unica cosa che posso fare è osservare, ma le mie dita sono più rapide e stringono la presa intorno all'elsa.
Ha l'impugnatura tipica di un fioretto ma è di pelle nera, la lama ricurva da sciabola da il lato opposto altrettanto affilato, una signora spada degna di un bucaniere.
L'armaiolo è ancora occupato, anche se la situazione sembra degenerare visto che il cliente gli sta puntando contro una pistola, inizio a fare diversi passi indietro, soltanto quando sono sicura che non se ne sia accorto inizio a correre.
Supero Jack che mi guarda finché non nota il mio bottino tra le braccia, ed a quel punto mi segue, non avendo poi molta scelta.
Mi fermo soltanto quando siamo fuori portata dall'armaiolo, mi appoggio ad una palma per riprendere fiato, mentre Jack sembra sul punto di perdere un polmone.
Il cielo sopra le nostre teste inizia a scurirsi, non tanto per la notte incombente quanto per le nubi che si ammassano ed il rombo dei tuoni che preannunciano pioggia, alzo gli occhi verso il cielo.
Una goccia di pioggia mi cade sul naso, ed un ringhio mi esce sibilando tra i denti, mentre la risata di Jack mi arriva alle orecchie.
-Non dirmi che hai paura della pio...- non aspetto nemmeno che finisca la frase che inizio a correre per trovare un riparo dalla pioggia.
Sono sopravvissuta fino ad ora, non lascerò che della pioggia mandi tutto a puttane, i miei passi rallentano soltanto quando mi ritrovo sotto alla tettoia di una capanna, maledico la pioggia, sento dei passi alle mie spalle.
Faccio spazio a Jack zuppo dalla testa ai piedi, stando il più lontano possibile da lui e dall'acqua, mi metto al limite della tettoia.
Gli occhi indagatori di Jack mi stanno addosso, lo ignoro osservando con aria truce la pioggia che cade, finchè la sua mano non entra nella mia visuale, le sue dita mi sfiorano una guancia mentre sistema una ciocca rossa dietro all'orecchio.
Gli punto la lama della spada dritta alla gola, ma questo non gli impedisce comunque di ignorare la lama che si trova sul suo collo.
Le labbra di Jack a sorpresa finiscono sulle mie, il mio cervello ci mette un minuto buono a comprendere la situazione, guardo Jack negli occhi, assestandogli una testata sul naso.
-Fanculo, Jack- sibilo tra i denti.
Vorrei andarmene ma non posso, la pioggia cade ancora più forte di prima, pioggia del cazzo.
Jack si porta una mano sul naso non sembra rotto per sua fortuna, anche se ora il suo sguardo è fisso su di me.
-A puttane non vai, e gli uomini no... non sarai un eunuco, vero?- domanda Jack, ed il suo sguardo cade sul cavallo dei pantaloni.
-Cazzo, mi hai scoperto, ed io che credevo di essere stato bravo-
-È ironia? Tu che fai dell'ironia?- domanda Jack.
-Perché spari stronzate, Rackham- abbasso la spada mettendola via, ma so bene che ora ho messo la pulce a Jack, anche se in maniera indiretta.
-Se non sei un eunuco, allora sei una donna, non è possibile, me ne sarei...- la voce di Jack gli muore in gola, quando si rende conto che è effettivamente vero.
-Dillo a qualcuno e sei un uomo morto che cammina, Jack Rackham- sibilo in sua direzione.
Jack mi guarda, ha uno sguardo che non comprendo del tutto, almeno finché non se ne esce con l'ultima frase che mi aspetto di sentire da lui.
-Devo scopare, subito- i suoi occhi si posano su di me, arrivare ad eccitarsi per delle minacce è una pazzia persino per Jack ed in tutta risposta, gli mostro il dito medio.
-Se vuoi fottere qualcuno ti conviene andare a puttane, Jack- ed inizio ad allontanarmi, ma non prima di aver aver sentito dire a Jack che così lo sto uccidendo.
La pioggia ha smesso di cadere, le nuvole ormai sono poche e sparse, mentre il cielo notturno riflette la luce fioca delle stelle.
Jack mi sta comunque seguendo, ne sento i passi mentre mi ricorre ed io non mi fermo lo stesso.
-Non voglio andare a puttane, io... voglio te, cazzo! Ogni volta che giaccio con una puttana vedo la tua faccia, la tua fottuta faccia, e sei una... tu ti comporti da uomo, hai convinto tutti, sei stata così convincente che ero convinto di essere attratto da un uomo!- sbotta Jack.
Quelle parole mi bloccano il passo, sono inaspettate, nessuno mi ha mai detto di essere attratto da me, ma sono comunque consapevole di non essere l'ideale come compagnia.
-Io sono rotta, Jack, nessuno sano di mente mi vorrebbe- non volto il capo verso Jack, non voglio che veda le lacrime che iniziano a scendere.
Jack non si muove, ed io non dico altro mentre inizio a muovermi per dirigermi verso il bordello, ho bisogno di bere qualcosa di forte.
Che tu possa marcire all'inferno James Bonny, tu e quello stronzo che ho per padre.
-Tutte le cose rotte, si possono aggiustare- volto il capo verso Jack, che ora mi ritrovo che cammina al mio fianco.
Ci guardiamo per un attimo negli occhi, restando in silenzio senza dire nient'altro, forse dopottutto non tutti gli uomini sono bastardi senz'anima.
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Memorie di una Piratessa
Historical FictionQuesta è la storia di come una donna, con una strada già scritta, abbia riscritto il proprio destino. Questa è la storia di come Anne Bonny, sia diventata Anne Bonny. Opera registrata e protetta da Copyright su www.patamu.com