Ragione e Sentimento

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I raggi del sole che entrano da uno spiraglio, mi colpiscono negli occhi, porto un braccio davanti a me per coprire il viso.

Non posso neanche dare la colpa al sole, ero già sveglia quando il sole si è alzato all'orizzonte, ma ne avrei fatto volentieri a meno.

Un grugnito alla mia sinistra, mi fa voltare verso Jack, a volte mi domando come faccia a riuscire a dormire senza problemi.

Sposto il braccio di Jack per riuscire ad alzarmi, rischio quasi di inciampare sul mio stesso stivale sul pavimento, lo afferro ed inizio a raccattare i miei vestiti.

La nausea è passata aveva ragione la vecchia, nonostante tutto mi sento lo stesso in colpa, ed è ironico perché ho fatto tante di quelle cose, una più tremenda dell'altra.

Ho squartato, depredato ed ho fatto tante di quelle cose che non sto qui ad elencare, ma non mi sono mai sentita così, forse perché non mi hanno mai toccato così da vicino ed in modo così profondo.

Sposto l'ingresso della tenda mi ritrovo ad osservare il mare agitato ed in burrasca, siamo stati fortunati ad attraccare.

Il cielo è limpido e azzurro, mentre il mare è agitato è come se la tempesta si preparasse per abbattersi su di noi, lasciando una parvenza di calma apparente.

L'idea di accamparci in spiaggia è stata di Mary, dicendo che così possiamo tenere d'occhio sia il mare che la città, ed in effetti ha ragione.

Persino Jack ha dovuto ammettere che l'idea non è male, pur faticando nel farlo, specie perché è già la seconda volta che è stato costretto a dare ragione a Mary. 

Il mio sguardo finisce per osservare sia il cielo che il mare, io sono così, calma in apparenza ma se arrivi in profondità, sono agitata quanto il mare in burrasca.

Persa nei miei pensieri, quasi non mi accorgo che i miei piedi si muovono da soli, dirigendomi verso la tenda dell'unica persona che può capire come mi sento.

Però appena metto piede nella tenda, mi pento all'istante di averlo fatto, trovo Mary che in quel momento dorme a pancia in giù,  assieme ad una puttana.

Quella scena, mi da più fastidio di quello che avrei mai pensato, le mie dita fremono intorno all'elsa della spada, voglio sgozzare quella puttana.

La donna, nel frattempo si è resa conto della mia presenza e notando anche il mio sguardo, ha il buon senso di prendere le sue cose ed andarsene di corsa.

Mary, forse sentendo il trambusto si decide ad aprire un occhio, voltandosi poi verso di me nota la fuga fin troppo rapida della puttana, ed a quel punto le scappa un grugnito frustrato.

-Ti stai rammollendo, Anne? Una volta avresti sgozzato la puttana senza pensarci troppo- socchiude gli occhi Mary, ed ha un sorriso divertito sulle labbra.

Ignoro la sua provocazione, Mary si mette la giacca per coprirsi, per poi recuperare una bottiglia di Rhum mezza vuota da un angolo della tenda, beve un sorso per poi passarmi la bottiglia.

Non è mai troppo presto per darsi al Rhum, quindi mi attacco alla bottiglia, sperando anche che possa aiutarmi a dimenticare come mi sento.

Mary per quanto sorpresa fa fatica a nascondere un sorriso, prima di strapparmi la bottiglia di mano, facendomi notare che glielo sto finendo tutto.

-Qualsiasi cosa vuoi dimenticare, il Rhum ti servirà a ben poco- mi fa notare Mary, ha un ghigno divertito sulle labbra.

Non faccio nemmeno in tempo a chiedere cosa può esserci di meglio del Rhum, quando ad un tratto mi ritrovo le labbra di Mary sulle mie.

Memorie di una PiratessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora