"Inizio"

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La mattina tanto attesa era finalmente arrivata, il primo giorno di scuola aveva avuto inizio. I ragazzi si ritrovarono davanti all'armadietto di Tori, come avevano sempre fatto.

- Ciaao!!- li salutò Cat, con la sua solita allegria e con molta euforia, probabilmente entusiasta per l'inizio della scuola.

I ragazzi ricambiarono il saluto, chi sorridente e gentile e chi freddo e antipatico, come per esempio Jade. Quest'ultima, durante l'estate, aveva rotto con Beck, per un suo presunto tradimento. In realtà il ragazzo non aveva affatto tradito Jade, ma lei credeva in questa storia e per questo la loro relazione finì. Da quel giorno non si erano più parlati, anche se a volte Beck cercava di rimettersi in contatto con lei telefonandole, ma ovviamente senza che lei gli rispondesse, o mandandole un messaggio. Però la ragazza era ostinata a volerlo dimenticare, almeno per evitare di soffrire ancora.

- Jade, passato bene le vacanze? Pensavo fossi morta dato che non hai risposto ad una sola mia chiamata...- disse ironico Beck, fissando la ragazza facendole capire di volere alcune spiegazioni per il suo comportamento.

- Senti Beck, non ho voglia di ricominciare a litigare. Abbiamo rotto e l'obbligo di risponderti non ce l'ho più. - rispose lei, guardandolo nei suoi occhi color cioccolato per poi distogliere subito lo sguardo.

- Bene. Almeno una spiegazione me l'hai data.- borbottò il ragazzo, fiero di sé, o per lo meno fiero di aver avuto una risposta!

Ad un certo punto si avvicinò al gruppo un ragazzo. Era molto alto, abbastanza muscoloso, con gli addominali segnati visibilmente sul suo corpo. Gli occhi tendevano all'azzurro marino, quasi verde, mentre i capelli erano di un castano chiaro.

- Scusate, dove si trova l'aula di Sickowits? - chiese il bel ragazzo, incantando le ragazze, che lo guardavano sognanti.

- Noi ce lo abbiamo come professore, se ti va possiamo accompagnarti.- disse Beck, sorridente. Lui annuì.

- Sei nuovo?- gli chiese interessata Jade, incrociando le mani al petto in attesa di risposta.

- Ohw, si che idiota. Io sono Dylan. Mi sono traferito da New York da pochi giorni e ho scelto questa scuola perché ne parlano molto bene...- disse lui, tirandosi una piccola pacca in fronte per dirsi mentalmente che aveva fatto una figura da idiota. Jade continuava a guardarlo, così come le altre due ragazze. Però lei era quella che forse al ragazzo aveva colpito di più. In positivo, ovviamente.

- Perché continui a guardarmi? Mi stai divorando con lo sguardo.- disse lui provocandola, mentre lei scosse la testa inventando la scusa di essersi solamente incantata.

Pochi minuti dopo i ragazzi andarono in classe.

Il professore era entrato più felice del solito, orgoglioso dell'arrivo di Dylan e sopratutto di aver iniziato un nuovo anno scolastico. Dopo aver finito di fare il lungo discorso iniziale, che faceva ogni anno e che ormai i ragazzi sapevano a memoria, presentò Dylan a tutta la classe.

Il ragazzo, dopo aver avuto una presentazione dettagliata e curata nei particolari da parte del professore, si sedette davanti a Jade. Egli si continuava a girare per commentare quello che Sickowits diceva o solamente per fare battutine o doppi sensi.

L'ora di pranzo sembrò arrivare molto in fretta.

Il gruppo si diresse verso il loro tavolo nel cortile, dove abitualmente pranzavano, e inviatarono anche Dylan, ovviamente per non sembrare scortesi o antipatici. Il ragazzo sembrava essere stato simpatico subito ai ragazzi, alle ragazze in particolare.

- Jade perché non ti siedi?- chiese Cat curiosa, mentre diede un morso al delizioso panino al prosciutto che aveva portato da casa, preparatole da suo fratello.

- Non ci sono posti liberi.- rispose lei di rimando, quasi come se la risposta fosse ovvia e la domanda troppo stupida.

- Vicino a Beck si!!- disse Cat, rimproverandola e indicando con il dito lo spazio che c'era tra André e Beck.

- Appunto.- disse lei, continuando a stare appoggiata al muro.

- Tu e Beck non andate d'accordo vero? - chiese Dylan, intuendolo dai comportamenti dei due.

- Si che andiamo d'accordo. Solo che lui è uno sporco traditore. Altrimenti sarebbe anche un bravo ragazzo. - disse lei, scuotendo il capo.

- Si, certo. Credi ancora in questa storia?! Ti credevo superiore a queste cose, Jade.- constatò Beck, mentre la ragazza si sedette infine, anche se evitando ogni tipo di contatto con lui, accanto al suo ex.

Jade entrò in casa, preoccupata per essere in ritardo. Lui, seduto sul divano color cenere, alzò gli occhi verso di lei.

- Sei in ritardo.- disse l'uomo, picchiettando sullo schermo dell'orologio, facendole vedere che , effettivamente, era arrivata 5 minuti in ritardo.

- Lo so, papà. Scusa.- disse lei, correndo verso camera sua, per evitare che lui la picchiasse, come sempre faceva.

Questo non bastò a fermarlo, egli si diresse verso la stanza di sua figlia e iniziò ad urlare. Prima uno schiaffo. Poi un altro. Il sangue dalla bocca. La ragazza cadde a terra, quasi priva di sensi. Una scena raccapricciante, che non fece assolutamente intenerire l'uomo, il quale continuò con calci e pugni addosso alla ragazza. Poi, finalmente, il telefono di casa squillò e lui si diresse, con il suo passo pesante, verso di esso per rispondere.

Jade, che si contorceva a terra per il dolore, allungò la mano veso il comodino poco distante da lei e prese il suo telefono per cercare aiuto.

Guardò i numeri nella sua rubrica e quel nome fu l'unico che la fece sentire un po più al sicuro.
Beck era l'unico che sapeva dei suoi problemi con il padre e di quanto esso era violento e cattivo con lei. Per questo decise di chiamarlo. L'unica cosa che sperava vivamente era che lui rispondesse.

- Ehi.- si limitò a rispondere lui, con tono menefreghista.

- Beck ti prego devi aiutarmi. Sto malissimo, mi esce il sangue dalla bocca e ti prego solo tu mi puoi aiutare. - disse lei iniziando a piangere, mentre controllava che l'uomo non comparisse da dietro le sue spalle.

- Cosa? Cosa succede? Tuo padre? - disse lui, sperando che fosse solo tutto uno scherzo. Lei annuì.

- Arrivo.- disse lui, terminando la chiamata e preparandosi molto velocemente per andare a salvarla.

- Cat, preparami le polpette!!- urlò la bionda seduta sul divano, mentre cercava qualcosa di interessante da guardare in televisione.

- Ceerto!!- rispose lei saltellando verso la cucina, mentre sventolava con una mano una bandierina gialla con la scritta "io sono cat" .

- Ora dimmi dove cavolo l'hai presa!?- le chiese divertita Sam, che la guardava con aria confusa.

-Me l'ha fatta un signore perché io mi dimentico sempre il mio nome quando sono in ansia!!- disse lei fiera e iniziando a prendere gli ingredienti utili per preparare l'impasto.

Note autrice: CIAOO!! Questa è la mia prima ff su Wattpad, spero vi piaccia. Ho impiegato molto tempo per elaborare delle idee decenti, spero ne sia valsa la pena. Mi scuso se questo capitolo, come i prossimi, non era molto felice , ma per iniziare la storia mi serviva questa introduzione. Spero vi sia piaciuto.
Magari lasciate una recensione così almeno so se il primo capitolo vi è piaciuto!
Detto questo , cercherò di aggiornare al più presto!
[ Seguitemi su instagram, mi chiamo @awbibbles ] CIAOO!!

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