Rottura :"(

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Il pomeriggio, Jade si avviò verso la roulotte di Beck, che distava qualche chilometro dalla sua.
Decise di farsi una bella camminata per riflettere, con la musica nelle orecchie e mille pensieri per la testa.
In un certo senso sperava che la loro relazione fosse finita, solamente perché non avevano più la stessa felicità e spensieratezza di qualche anno prima, quando ridevano e scherzavano insieme.
Una pausa avrebbe fatto bene ad entrambi. Quello lo sapeva, anzi ne era certa.
Canticchiando le parole di quella canzone così significativa, che ascoltava da anni e anni, ma della quale non si stancava mai, arrivò davanti alla roulotte di Beck, che era parcheggiata in un'immensa piazza, con altre macchine e camper in sosta.
La ragazza bussò alla porta e, quando il ragazzo la aprì, lei entrò.
- Ciao Jade.-
- Ciao.-
- Non fare caso al disordine, non pensavo che tu ven...- cercò di dire lui, ma Jade lo interruppe non appena capì ciò che voleva dire.
- Non preoccuparti.- lo rassicurò la ragazza.
- Fai come se tu fossi a casa tua!- le disse lui, vedendola un po in imbarazzo, forse per tutto ciò che la mattina del giorno stesso era accaduto.
- Non c'era bisogno che tu me lo dicessi.- fece acida lei, sedendosi sul suo letto, ancora con le coperte sottosopra e il cuscino stropicciato.
- Ma ti muovi così tanto quando dormi?!- ironizzò lei.
- Ah ah ah, in realtà non sempre. Lo faccio quando sono agitato e a quanto pare questa notte lo ero!- disse lui, ridendo sotto i baffi.
- Siediti Beck, per favore. - gli ordinò lei, mantenendo un tono calmo e la voce ferma, inidicandogli con la mano lo spazio libero nel letto accanto a lei.
Il ragazzo si sedette, poi la osservò confuso.
- Ho riflettuto... su di noi e su cosa sarebbe meglio che noi facessimo... Prendiamoci una pausa. Staremo entrambi meglio.-disse lei, decisa, mentre dentro di sé era costretta ad affrontare tutti i suoi sentimenti che in quel momento facevano guerra.
- Si, lo penso anche io. - disse lui, cercando di convincere, più che la ragazza, sé stesso che quella frase fosse effettivamente vera.
- Vuoi una tazza di caffè? - le chiese, per rompere il silenzio che si era creato e che si sarebbe inevitabilmente prolungato.
- No, grazie... Ora voglio solo andare a casa. - disse lei, con un filo di voce e con lo sguardo basso.
- Qualcosa non va?- domandò lui, sollevandole il mento con un dito.
- No... No, sto bene. -
La ragazza si avviò verso la porta, sempre continuando a fissare il pavimento per evitare di incrociare lo sguardo di quello che ormai era il suo ex ragazzo e nel quale si sarebbe sicuramente persa.
- Già te ne vai?-
- Beck, è finita ormai.-
La voce della ragazza si spezzò, le lacrime erano pronte a scendere e doveva assolutamente uscire da quella roulotte, non poteva dimostrargli di essere dispiaciuta.
- Io vado, ciao.- lo salutò, chiudendosi la porta alle spalle.
Lui non reagì, si sedette sul letto e si mise la mani sulle tempie.
Era incredibile, la loro storia finiva sempre nello stesso modo.
Troppe litigate, stanchezza generale di stare l'un con l'altra, una porta che sbatte, Jade che diventa ad ogni passo più lontana da lui.
"Di nuovo, cazzo, l'ho lasciata andare via di nuovo."
Si continuava a ripetere.
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La mattina dopo, Jade non aveva alcuna voglia di andare a scuola, come ogni mattina d'altronde.
Però quel giorno la svogliatezza di alzarsi dal letto e di dirigersi verso quell'edificio, che per molti studenti è simile ad una prigione, ma che il mondo intero chiama scuola, era dovuta a una stanchezza generale, psicologica.
Forse aveva paura di vederlo, ma di non poterlo abbracciare o stringere a sé, o forse, più probabilmente, aveva paura di non riuscire ad andare avanti senza una parte importante della sua vita e che questa mancanza la potesse cambiare completamente.
Si alzò dal letto, barcollando, dopo essersi fatta un piccolo esame di coscienza e dopo aver capito di essere stata lei a spingere Beck fuori dalla sua vita, pertanto doveva reagire.
Quando arrivò nella sua piccola, ma accogliente, cucina, si diresse verso il frigo e, dopo aver controllato in ogni centimetro quadrato di quest'ultimo, si rese conto che non c'era nulla di suo gradimento, quindi decise di non mangiare nulla.
Si vestì, con il suo solito abbigliamento, ovviamente in nero, e si diede una leggera truccata.
Partì per scuola e arrivò con mezz'ora di anticipo.
Non c'era quasi nessuno, apparte alcuni ragazzi dell'ultimo anno e qualche professore che parlava in gruppo vicino all'entrata.
I suoi "amici" ancora non erano arrivati , per il semplice fatto che non erano degli studenti modello e che quindi arrivavano spesso quando la scuola era già aperta.
Jade prese il suo peraphone rosso e, dato che la sera prima non aveva voluto rispondere a nessuno perché era troppo occupata a pensare, si trovo piena di messaggi e chiamate.
Quasi tutti i suoi amici l'avevano contattata, chi per messaggio e chi chiamandola, probabilmente per sapere come stava dopo ciò che era successo la mattina prima in classe.
Poco dopo una mano le si posò sulla spalla facendola rabbrividire e la ragazza si girò di scatto.
- Dylan?!
Sei di nuovo qua a scuola?!- gli chiese lei stupita nel vederlo, dopo così tanto tempo.
- Ebbene sì, sono tornato. Ma solo perché Cat mi ha minacciato di cacciarmi di casa se non tornavo a scuola...-
- Aspetta, ma tu vivi da lei?!-
- Si, sai io sto insieme a Sam, la sua coinquilina, e da qualche settimana convivo con loro due, ma credimi, non ne posso più...!- le disse lui, alzando le spalle e le braccia in segno di resa.
Poi continuò a guardarla, con il suo solito sorrisetto beffardo.
- Ti sono mancato?- le chiese lui, dandole un leggero pugnetto sulla spalla.
- No, per niente.- disse lei ridacchiando e allontanandosi leggermente da lui.
- E così mi stai sfidando, West?- le disse lui, camminando lentamente verso di lei.
- Sta' lontano da me.- disse lei, spingendolo via con la mano, per poi dirigersi verso Cat, che probabilmente era appena arrivata.
Il ragazzo rimase muto a fissarla mentre se ne andava, priva di sentimenti o rancore.
- Ciaao Jade! Allora, tu e Beck?! Per quanto vi siete baciati ieri? 4 o 5 minuti, vero?!?!- le chiese Cat, con un tono di chi la sa lunga.
La bruna si rabbuiò un istante, poi tornò nella cruda e dura realtà.
- In realtà abbiamo rotto.- le rispose lei, non guardandola negli occhi, perché sapeva che di li a poco, ripensando alla rottura con l'unico ragazzo che aveva mai amato veramente, avrebbe iniziato a piangere.
- Oh. Ehm... mi dispiace, se vuoi oggi possiamo andare nel negozio di caramelle che hanno aperto vicino a casa mia, che tra l'altro vende dei lecca lecca al gusto di bibble, e ti puoi comprare tutto ciò che vuoi. Poi sarai felice!!- disse Cat, battendo le mani sorridente.
- Grazie Cat, lo apprezzo molto, ma sto bene. I... lecca lecca ai bibble non servirebbero a riparare un cuore spezzato.- le rispose lei, sorridendo malinconica e con gli occhi spenti.
- Io amo fare i puzzle, posso riaggiustartelo io se ti va!- disse lei, ingenuamente, facendo spuntare un sorriso sul volto dell'altra.
- Cat, un puzzle non può essere completato senza un pezzo e mai potrà esserlo fino a quando quella parte non verrà ritrovata.-
- Oh, quindi il tuo cuore è un po sbadato, ha perso un pezzo. Ti aiuterò io a trovarlo, in fondo non mi dispiace cercare le cose.- continuò Cat, ormai immersa nelle sue fantasie ancora infantili, di chi ancora non ha sofferto nella vita.
Prima che Jade potesse rispondere, si unirono a loro Beck e André, che si aspettavano almeno un saluto, non quattro occhi puntati contro.
- Ciao belle ragazze!- le salutò André, appoggiando le mani sopra la spalla di ciascuna delle due.
- Ehila.- li salutò Jade, dando una veloce e fuggitiva occhiata al suo ex, per poi tornare a guardare André.
- Stai bene? Sembri strana...- le chiese André, passandole una mano sulla guancia.
- Certo, come dovrei stare scusa?- gli rispose acida la ragazza, cercando di evitare in qualsiasi modo l'argomento "Beck".
- Beh, non lo so. Pensavo che forse dopo esserti lasciata con Beck non eri nella migliore delle situazioni, ma se lo sei, okay.- le rispose lui, cercando di chiudere il discorso.
- Non me lo ricordare, per favore.- si intromise Beck, passandosi una mano tra i capelli.
- Si, insomma, vi siete lasciati tanto per fare... e ne soffrite pure... mamma mia, che amici scemi che ho...- esclamò André, roteando gli occhi e lanciando le braccia in aria, in segno di resa.
La porta della scuola si aprì, impedendo di continuare quella dolorosa conversazione...

Scusate davvero per il ritardo, l'avevo scritto già da un pezzo, solo che poi non me lo faceva postare e quindi l'ho dovuto eliminare e riscrivere... :"( Vabbeh, spero vi piaccia comunque!

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