"Forse abbiamo lo stesso problema."

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Qualche settimana dopo, in un pomeriggio come gli altri, Jade dovette andare a trovare la sua amica rossa, che le aveva quasi ordinato di andare da lei, per una questione da questa ritenuta importante.

Si presentò davanti alla porta dell'amica puntuale, con la borsa in spalla e con il piede che batteva ritmicamente a terra, mentre aspettava che Cat andasse ad aprirle.

Un sorriso comparve sul viso della ragazza che, dopo aver imitato il sonoro din don prodotto dal capanello, si era diretta saltellando verso la porta di casa, aprendola per permettere all'amica di entrare.

- Ciaao!-

La mora ricambiò il saluto con un cenno del capo, spostandosi una ciocca di capelli dietro le orecchie.

- Cat, perché mi hai chiesto di venire? Cosa devo sapere?-

Improvvisamente lo sguardo della rossa si rabbuiò, mentre cercava invano di non incrociare gli occhi con quelli di Jade.

- Beh... Ecco...- disse la rossa, muovendo nervosamente le dita delle mani.

- PARLA!-

- Ok, ok. Questa mattina, mentre stavo per prendere una lattina di Coca Cola, ho visto Beck davanti al proprio armadietto che scherzava e scambiava sorrisetti con una ragazza alta come lui e con i capelli biondi. Non ho sentito l'intera conversazione, poiché stavo scegliendo quale bevanda prendere e perché il distributore non è vicino all'armadietto di Beck. Quello che sono riuscita a capire, di sfuggita dato che stavo tornando da Robbie, è stato che Beck ha chiesto alla ragazza di uscire e lei ha accettato. Poi la bionda gli ha dato un bacio sulla guancia e si sono salutati. -

Jade, che fino a quel momento era restata pietrificata ad ascoltare le parole che uscivano dalla bocca della rossa, si sedette sul divano, senza dire una parola.

- Bene. Grazie di avermi informata.-

Cat la guardava dispiaciuta, con gli occhi gonfi e le guance rosse.

Il giorno dopo, Jade stava mettendo i suoi libri nell'armadietto, per poi prendere quelli che le sarebbero serviti durante l'ora di scienze.

Chiuse la porticina del suo armadietto e si girò di scatto, scontrandosi con un ragazzo.

- Oh. Scusami.- disse il giovane, passandosi una mano in fronte.

- No, scusami tu. In questi giorni non so dove ho la testa. -

- Piacere, Matt.- disse il ragazzo sorridendole.

Egli era alto circa 20 centimetri in più di Jade, aveva le spalle larghe e i lineamenti ben definiti.

I capelli castani, quasi neri, mentre gli occhi tendevano al verde.

Era vestito sportivo e portava un cappellino con la visiera sulla testa.

- Jade.-

Ci fu un attimo di silenzio.

- Bene, io ora vado. Non voglio arrivare tardi. Ci si vede.- disse la ragazza, salutandolo con una mano mentre si dirigeva nell'aula in cui aveva lezione.

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Mordicchiava la matita, continuava a pensare a lei.

Chi era quel ragazzo?

Beck, che per caso aveva visto " l'incontro" di Jade con il fusto in corridoio, non riusciva ad ascoltare la lezione, immerso nei suoi pensieri troppo profondi persino per essere spiegati.

- Signor Oliver, la prego di seguire. Altrimenti esca dalla classe se non trova interessante la matematica.-

La voce profonda del professore lo fece sussultare, mentre quest'ultimo lo guardava attraverso i suoi occhiali con i suoi occhi azzurri come il ghiaccio.

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