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Pochi minuti dopo, un messaggio dal telefono di Beck fece scemare la tensione.
- Ehm Beck, un'altra delle tue amichette ti ha scritto? Rispondile, non vorrai mica farla aspettare...- disse Jade acida, mentre il ragazzo si alzò sbuffando dallo sgabello per raggiungere il telefono, poggiato sul tavolo in legno.
Lesse il messaggio.
" Ciao Beck, sono Robbie, ma ti sto scrivendo con il cellulare di André. Beh, volevo avvisarti che ora siamo in ospedale perché... Beh... Lui è stato investito mentre attraversavamo le strisce e per poco non sono finito sotto anche io. Non è nella migliore delle situazioni, però credo si riprenderà al più presto. E la tua visita gli farà di sicuro molto piacere. Vieni in fretta."
Il ragazzo sbiancò in volto.
- J... Jade, dobbiamo andare...- balbettò lui, raggiungendola e tirandola per un polso, mentre lei lo guardava confusa, così come tutti i presenti nella stanza.
Appena fuori dalla casa, lui le mise un braccio attorno alla vita e corse, assieme a lei, nella macchina di Jade, scavalcando con i piedi il corpo sanguinante dell'uomo che un'oretta prima voleva uccidere la sua ragazza.
Jade si ricordò delle sue forbici e, appena prima di entrare, gliele staccò dalla gamba brutalmente, tanto da farlo urlare di dolore.
Appena entrata in macchina Jade lo guardò confusa.
- Dove stiamo andando, Beck?-
- All'ospedale. - le rispose guardando fisso la strada, ancora pallido in volto.
- Ohw, ma cos'è successo?- chiese lei, cercando di essere il più comprensiva possibile, soprattutto per l'espressione che il ragazzo aveva.
- André. - sussurrò lui.
- Cos... Cosa... Cosa gli è successo?- chiese lei, iniziandosi a preoccupare.
André era l'unica persona che, nonostante il suo carattere, la capiva, l'aveva fatta sfogare sempre e lui lo aveva fatto con lei. Solo negli ultimi tempi avevano iniziato a frequentarsi, perché avevano capito di essere due caratteri perfettamente contrastanti, ma in grado di comunicare tra di loro. Si vedevano spesso fuori da scuola, ma come amici. O almeno così la vedeva Jade, perché André ne era sicuramente innamorato.
Come un anno prima d'altronde.
- Ha avuto un incidente.- disse lui, cercando di trattenere tutte le forti emozioni che lo attraversavano.
Era stata una giornata dura, forse una delle più faticose giornate che lui abbia mai vissuto, ha litigato brutalmente con la sua ragazza, la quale poi stava per essere uccisa da un uomo e soprattutto il suo migliore amico era in ospedale.
- E sta bene?- chiese lei preoccupata.
- Oh, ma certo Jade! È stato investito da un'auto, ma sta bene!- ironizzò lui, con tono acido e arrogante.
La ragazza gli posò una mano sulla spalla, mentre lui continuava ad essere un pezzo di ghiaccio e fissava, senza mai distogliere lo sguardo, la strada su cui stava guidando.
- Beck andrà tutto bene. Però ora mantieni la calma, io sono preoccupata quanto te. - lo rassicurò poi, mentre il ragazzo parcheggiava l'auto nel cortile dell'ospedale.
Uscì dall'auto e chiuse la portiera, poi corse dentro l'ospedale.
Jade lo raggiunse poco dopo.
- André Harris....Uh, eccolo.- disse la segretaria scorrendo un lungo elenco dal computer.
- Secondo piano. Ultima camera in fondo al corridoio. - continuò poi.
Beck la ringraziò e poi lui e la sua ragazza si avviarono verso la camera.
Jade bussò sullo stipite della porta.
- Ehi ragazzi!- li salutò Robbie.
- si si, ciao. Come sta André? - chiese Jade, guardando il ragazzo, che sembrava dormire, sdraiato sul lettino.
- Bene, ora sta dormendo, cosa che dovrei fare anche io dato che è notte fonda.- rispose Robbie.
- Quando lo dimettono?- chiese Beck.
- Presto. Di preciso non lo so, non sono un infermiere, ma il dottore ha detto che non ha riportato ferite gravi, solo una piccola frattura al ginocchio e graffi superficiali sulla testa.- rispose Robbie.
- Vabbeh, io vado a casa, sono davvero troppo stanca. Ci vediamo domani, tanto passo per salutare André. Ciao.- disse Jade sbadigliando, per poi avviarsi verso l'uscita della porta.
- Ehi, vuoi che ti riaccompagni a casa?- le chiese Beck, passandosi una mano tra i capelli.
- Oh... Ehm... No, no. Stai qui con lui. - rifiutò la ragazza, per poi sparire oltre la porta.
Beck sapeva che aveva rifiutato per la loro litigata, la conosceva troppo bene. Forse aveva sbagliato a comportarsi così con la sua ragazza e si sentiva terribilmente in colpa per averla fatta stare male.
Come uno stupido si era già dimenticato della brutale litigata o forse si era illuso di essere stato perdonato, ma non era così.La mattina dopo,Jade si era presentata di buon'ora, non era una ragazza che era solita fare ritardo, quando ancora tutti nella stanza dormivano.
Guardava i visi di quei tre ragazzi, che le sembrava conoscere da una vita, sorridendo.
Nella piccola stanza vide una sedia per bambini appoggiata al muro, così, senza fare rumore, la prese e la spostò vicino al lettino di André e accanto alla poltroncina su cui dormiva beatamente il suo ragazzo. Si diede mentalmente dell'idiota per essersi seduta su una sedia alta 20 centimentri con dei dinosauri disegnati sopra, ma poi capì che era sicuramente meglio che restare in piedi.
Guardava Beck e vedeva come il suo viso era rilassato, sembrava quasi sorridere, il suo braccio gli cadeva dietro la testa e sembrava essere piuttosto scomodo.
Ce l'aveva con lui per quello che la sera prima le aveva fatto, ma non poteva non amarlo, no quello non ci sarebbe mai riuscita.
Gli passò una mano tra i capelli, poi la mano passò ad accarezzargli il viso delicatamente.
Il ragazzo aprì gli occhi, si guardò un attimo intorno per capire dove si trovava e poi si stiracchiò.
- Buongiorno razza di un babbuino.-
- Oh, ehi Jade. Che ci fai qui?- chiese il ragazzo.
- Sono venuta a salutare André, poi me ne vado.-
- E perché sei seduta su quella sedia minuscola?- la prese in giro lui, ridacchiando.
- Sta zitto, era l'unica sedia libera. Avrei potuto buttare a terra Robbie per prendermi la sua poltrona, ma poi avrei svegliato te ed André e allora non l'ho fatto.- gli rispose lei, con aria beffarda.
- Ma sei ridicola su quella sedia! Vieni, siediti qui.- disse il ragazzo, indicando la sua poltrona con una mano, mentre lui si era già alzato.
- No no. Posso restare anche in piedi, tanto resto 5 minuti per salutare André e me ne vado.-
- André ha il sonno pesante, ti toccherà aspettare che si svegli insieme a me... - disse lui, raggiungendola e mettendole le mani sulla vita.
- Non mi toccare.- le ordinò lei, allontanandosi e togliendosi le sue mani di dosso.
- Eddai, non fare sempre il pezzo di ghiaccio...- le sussurrò il ragazzo, sbattendola contro il muro della stanza, fino ad annullare completamente la distanza tra i loro corpi. Lui passò la sua mano dalla vita fino ad arrivare al suo fondoschiena, posandoci sopra la sua mano.
- Togli le mani.- gli ordinò lei, tirandogli uno schiaffo sulla mano che poggiava sul suo sedere.
- Ohh... Ma sta zitta.- disse lui.
La zittì posando le sue labbra su quelle della ragazza, aprendo leggermente la bocca per far incontrare le loro lingue, che iniziarono a fare la guerra. Lei aveva una mano tra i capelli di Beck e l'altra sulla sua guancia, mentre lui aveva una mano sulla sua vita e una appoggiata al muro, all'altezza del seno della ragazza.
Si staccarono solo per prendere fiato, ma rimasero immobili, nella stessa posizione che avevano poco prima.
- Ti sarebbe mancato tutto questo eh...?- le chiese lui, appoggiando in mento sulla sua testa, per via della loro differenza di altezza.
La ragazza era appoggiata al suo petto, poteva sentire i battiti del cuore di Beck, sentiva il suo respiro caldo sul collo e un brivido le percosse la schiena.
- Si. E anche io ti sarei mancata, ammettilo.- sussurrò lei, ancora tra le sue braccia, mentre il ragazzo la strinse ancora più a sé.
Però, quasi sicuramente, i due non si erano accorti di essere osservati...
- Okay, siete teneri, ma almeno non potete fare queste scene a casa vostra o magari non davanti a me...?- ironizzò André, nonostante dentro stesse scoppiando.
Sapeva che il suo amore per Jade era sbagliato, terribilmente sbagliato, sapeva anche che provarci con la ragazza del proprio migliore amico era una brutta mossa, ma non riusciva a fermare i suoi sentimenti, come l'anno prima, quando aveva dovuto dedicarle una canzone anonima per rivelarle il suo amore, e forse sarebbe successo di nuovo, avrebbe dato di matto se non glielo avesse confessato al più presto.
- Ehi, André! - lo salutò Jade, sorridendogli dolcemente.
- Ciao tesor....Ehm... Jade.- la salutò lui.
- Okay, va bene che ora sei in ospedale, però fino a prova contraria lei è il mio tesoro... Jade, mi sono perso qualcosa??- le chiese Beck, cambiando espressione in volto.
- Ma cosa vuoi da me? Io e André siamo solo amici, adesso calmati o ti faccio calmare con una sberla.- gli rispose acida Jade, passandosi una mano tra i capelli, per dar loro più volume.
- Oh Jade! Forse tu non hai capito che... Ohh! Cavolo! Perché sei così stupida da non capire da sola!- disse André, mentre cercava di alzarsi dal lettino senza staccare i fili di molti colori che aveva attaccato a sé.
- E cosa dovrei sapere?! Scusa se sono così stupida da non leggere ancora le persone nel pensiero...- ironizzò lei, mentre Beck iniziavaa capire tutto.
- Beh...-Cosa voleva confessare André?
Rivelerà i suoi sentimenti alla ragazza, nonostante ci sia il suo migliore amico presente?
Eh eh, al prossimo capitolo. ♡