"Don't go, please."

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- Allora venite questo pomeriggio?- chiese la rossa, sporgendosi in punta di piedi per leggere un cartellone, mentre aspettava la risposta di Beck e Jade.
- Si, tu sei libero Beck?-
- È quasi sicuro che ci sarò. - rispose lui, continuando a fissare il vuoto, o più precisamente il pavimento.
- Perfettooo! Allora a dopo, ciaoo!- disse Cat, avviandosi verso l'uscita, per raggiungere la nonna che l'avrebbe portata a casa.
- Tutto bene?- gli chiese Jade, risvegliandolo dai suoi pensieri.
-Perché me lo chiedi?- fece questo, freddo e cinico.
- Ehi, abbassa il tono con me, volevo solo sapere se stavi bene. Sei strano oggi...-
- Ho i miei problemi, okay!? Vuoi aggiungerti anche tu, Jade?!?!- urlò Beck, gesticolando come mai aveva fatto e guardandola con gli occhi pieni di rabbia e dolore.
- Mi vuoi dire cos'è successo Beck?! O vuoi continuare a fare il misterioso? - gli disse lei, ormai spazientita e frustrata per il comportamento del suo ragazzo.
- Buona giornata!- disse lui camminando a passo svelto verso il suo armadietto, lasciando sola la ragazza , confusa.
Jade si diresse nella direzione opposta.

" Jade scusa per oggi, ho ricevuto una notizia sconvolgente e anche piuttosto brutta. Per il momento non ti dico nulla, preferisco che noi ci godiamo i nostri possibili ultimi momenti di felicità . Oggi verso le 14:00 vieni da me, così poi amdiamo a casa di Cat. Scusa ancora, veramente ci sto troppo male per averti trattato così, non te lo meriti. Anche se a volte sei una grande stronza :') Daii, scherzo, lo sai che ti amo io ♡ A dopo ;)"
La ragazza lesse il messaggio e senza accorgersene sorrise. Era preoccupata però, cosa significava "ultimi momenti di felicità" ?!?! Cosa stava succedendo a Beck?!
L'avrebbe lasciata?!
In quei pochi secondi una serie infinita di domande le vorticava nel cervello, tutte senza risposta.
"Ok, ci vediamo da te. E parliamo un po del tuo comportamento... Spero tu stia bene, poi tutto il resto non m'importa. A dopo. ; ) "

Non sapeva come dirglielo. L'avrebbe fatta stare malissimo, ma in qualche modo doveva dirle che probabilmente sarebbe tornato in Canada.
Camminando avanti e indietro per la sala, in attesa che la ragazza arrivasse da lui, cercava di pensare ad un modo per annunciarle la notizia, senza ferirla.
Non era facile per nulla.
Il campanello poco dopo suonò e lui si diresse ad aprire la porta. Si trovò davanti Jade.
Era bellissima, come sempre.
- Ciao Beck.- disse lei sorridente, dando al ragazzo un veloce bacio a stampo, per poi posare la sua giacca nera sopra un cesto.
- Sediamoci. Devo dirti... Ehm... una cosa.- disse lui, afferrandola per un polso e mettendola seduta sul divano.
Lei lo guardava ansiosa e il ragazzo sembrava essere piuttosto preoccupato.
- Daii, non lasciarmi sulle spinee!- disse la ragazza.
Lui le afferrò la mano e vi intrecciò la sua, poi la guardò diritto negli occhi.
- Senti Jade... Ecco... Io... Diciamo che dovrei partire. -
- Partire? Per dove?- fece lei proccupata, ritraendo la mano indietro.
- Per il Canada. I miei genitori hanno detto che, se ne avevo piacere, mi avrebbero iscritto ad un college molto attrezzato, nel quale, fin da piccolo, sognavo di andare. - disse lui, con gli occhi lucidi.
- Ma... Non sei felice anche qua? Con me e con tutti i tuoi altri amici? - chiese lei, con gli occhi rossi e gonfi di lacrime.
Lui le prese nuovamente la mano.
Stava tremando.
- Si, non è questione di felicità o meno. Il fatto è che mi si è presentata un'opportunità su un piatto d'argento e ho sempre sperato di poter andare in quel college.-
- Quindi...- la ragazza si interruppe un secondo, continuava a tremare e cercava di trattenere le lacrime -Hai deciso? Te ne vai?- continuò lei.
- No, assolutamente. Ancora non ho deciso nulla. - disse lui, posandole una mano sulla guancia.
- Se perdo te, perdo tutto. Perché non lo vuoi capire?- disse lei, non distogliendo mai i suoi occhi da quelli di Beck.
- Lo capisco perfettamente. Però tu dovresti capire che per me questa è una grandissima occasione e...-
- Vai. Parti. Se è così importante parti. - lo interruppe lei, mentre le lacrime rigavano il suo viso, così come sulla mano di Beck, ancora sulla sua guancia.
- Io non voglio farti stare male, lo vuoi capire. -
-Infatti non sto male. Mi hai solo uccisa.- rispose lei, liberandosi dal dolce tocco del suo ragazzo, per poi alzarsi dal divano.
Beck si passò una mano tra i capelli e sospirò.
Prese il telefono e digitò il numero di sua madre, aspettando risposta.
- Pronto? Mamma, ciao. Senti, ci ho ripensato. Voglio rimanere qui a Los Angeles. -
A quelle parole Jade si girò di scatto, dapprima pensando fosse uno scherzo, e iniziò a piangere più forte, come fosse una liberazione di tutto il male accumulato.
- Ok, ciao.- Beck salutò la madre e posò il telefono su un tavolino.
Guardò per una ventina di secondi la sua ragazza, poi si fece sfuggire un sorriso ed infine se la ritrovò tra le sue braccia, ancora non spiegandosi il perché.
La sentiva singhiozzare e piangere forte, non l'aveva mai vista in uno stato del genere.
Se la strinse più forte a sé e mise la sua testa tra i capelli neri e profumati di Jade.
- Va tutto bene. Resto qua con te. Non piangere più.- disse Beck, alzandole il mento con un dito per fare incontrare i loro sguardi.
Le pulì le lacrime e la baciò lentamente sulle labbra, passando la sua mano prima sulla schiena e poi sulla sua coscia.
Poco dopo si separarono per riprendere fiato.
- Andiamo da Cat?- chiese lei, ansimando ancora per il lungo bacio.
- Andiamo. -

- Din don-
- Vai tu!- le ordinò la bionda, sdraiata sul divano.
- Ci stavo andando infatti! Comunque ci sono due miei amici, non farmi fare brutte figure!- la informò Cat, mentre la coinquilina annuiva disattenta.
- Jade! Beck! Ciao!!- disse Cat, non appena li vide sullo stipite della porta.
- Ehi Cat. - la salutarono in simbiosi i due.
La rossa si fece scappare una risatina e li invitò ad entrare.
- West! Quanto tempo! Aah, c'è anche il figo dell'altra volta! David vero?- disse la bionda alzandosi in piedi.
- Beck. E ,non per essere scortese, sono fidanzato.- rispose lui, togliendosi la giacca.
Jade lo guardava soddisfatto, sapeva rinegare una provocazione da una bella bionda, era fedele quindi.
- E tu Jade, ancora gli parli?! - continuò Sam, rivolgendosi alla mora, che la guardava divertita.
- È fidanzato con me, Sam.- disse Jade, ridacchiando.
Cat continuava a guardare la coppia attentamente, scrutava i loro sguardi e i loro movimenti. Il tutto accompagnato, ovviamente, da più caramelle gommose provenienti dal suo reggiseno.
Si era accorta, in quel breve ma intenso momento di attenzione sui suoi amici, che Jade aveva gli occhi arrossati.
- Ehi Jade, hai pianto per caso? - chiese poi, guardandola in attesa di una scusa convincente.
La mora incontrò velocemente lo sguardo del suo ragazzo, per poi posarlo su quello di Cat.
- No, sono... Ehm... Allergica al polline.- mentì lei, nervosa.
- Perché hai pianto?-
- Cosa te ne frega? -
- Jade! Dimmelo!- insistette la rossa, iniziando a salterellare sul posto.
-NON HO PIANTO!!- disse Jade urlando, facendo zittire l'amica che la guardava preoccupata.
Jade si sedette poi sul divano, senza dire una parola, seguita poi dal suo ragazzo, che le si affiancò tenendola per mano.
- Da quanto state insieme?- chiese la bionda, masticando una costina di maiale.
- Non per farmi gli affari tuoi, ma... Tu mangi sempre?- le chiese il ragazzo.
- Eh già.-
- Comunque stiamo insieme da circa un mese. Peròtieni conto che prima di rompere siamo stati insieme per più di quattro anni.- disse il ragazzo.
- Ah, ecco perché siete così attaccati... Io e il mio ex ragazzo ci davamo un bacio e poi non facevamo altro che litigare per il resto della giornata...- disse la bionda, assumendo un'espressione cupa in volto.
- Beh, ti assicuro che litighiamo tanto, anzi troppo, anche noi.- disse Beck.
- Volete dei Bibble?- chiese Cat, come al solito fuori luogo, che venne ignorata da tutti.
Aveva sempre odiato il fatto di essere lasciata in disparte quando con lei era presente anche la sua coinquilina e che la maggior parte delle persone parlava più volentieri con Sam che con lei, ma in quel momento stette stranamente zitta e si limitò a fissare arrabbiata i suoi amici.

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