heart

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Tutto sembra così sfocato.

Tutto perde nitidezza.

Tranne lui.

Sento ancora le sue braccia attorno ai miei fianchi.

Il respiro affannato.

La sensazione gentile ma decisa della sua lingua sulla mia.

Ci prendiamo giusto un attimo per riprendere fiato, ma dura un secondo, il contatto fra le nostre labbra riprende subito.
Un brivido mi percorre la spina dorsale e mi stringo di più a lui.
Mi accarezza la schiena e poi stringe piano i miei capelli.
Le sue mani sono ovunque.
È tutto così frenetico.
Non mi lascia il tempo di pensare.
Lo assecondo e basta.
Mi piace come si prende cura di me.
Mi piacciono i suoi baci, le sue carezze.
Mi piace lui.
È un pensiero quasi morboso, ma non voglio che se ne vada, vorrei che continuasse a trattarmi così.
Quando ci separiamo, riesco ancora a sentire il suo respiro, stanco e pesante.
Poggia la fronte contro la mia e sorride rilassato.
- Volevo farlo. Lo desideravo davvero-
La sua voce è poco più di un sussurro.
Mi prende la mano e la solletica con delicatezza.
- Mi piaci.-
Il tono fermo, sicuro.
Penso che io non sarei mai riuscito a dirlo in questo modo.
Affondo la testa nel suo petto, godendomi il suono del battito del suo cuore, leggermente accelerato.
- Mi piaci anche tu...-
Le guance iniziano a bruciare, complice anche l'aria gelida di questa sera.
Usciamo dal parco e mi sento al settimo cielo.
È tutto così bello.
Camminiamo lentamente verso l'auto è una volta dentro Daichi si lascia andare ad un comportamento più intimo.
La mano scivola sulla mia gamba e preme le dita sulla mia coscia.
Sussulto rumorosamente, facendolo ridacchiare.
- Sei pessimo-
- Però non ti è dispiaciuto- stringe di nuovo, con più fermezza.
Vuole giocare sporco?
D'accordo, ci sto.
Quando ripete la stessa azione, un sospiro lascia le mie labbra e Daichi si volta subito a guardarmi, a metà fra l'esterrefatto e il confuso.
- Che c'è? Perché mi guardi così?- chiedo, fingendo di non capire come si stia rivoltando la situazione, decidendo di punzecchiarlo con questo tono languido.
- E sarei io quello pessimo- alza gli occhi al cielo divertito e ritrae la mano.
Sbuffo, leggermente irritato.
- Non ho mai detto che mi avesse dato fastidio-
Nel momento esatto in cui finisco la frase, l'auto si ferma.
Riesco a scorgere il vialetto di casa mia.
Deglutisco a vuoto.
- Credo di dover andare-
L'imbarazzo per la conversazione di poco fa inizia a farsi sentire, anche se non sono sicuro di voler lasciare Daichi adesso.
- Grazie mille per la splendida serata- si sporge verso di me e mi lascia un tenero bacio sulle labbra.
Nessun secondo fine.
- Ci sentiamo- addolcisco il tono ed esco.
Non fa partire l'auto, non lo farà fino a quando non sarò entrato in casa.
Però...


- Daichi!-
Torno indietro, affacciandomi all'interno dell'auto attraverso il finestrino abbassato.
- Che ne dici di... Entrare?-
Non sembra né sorpreso, né irritato, né nient'altro.
Ha un'espressione soddisfatta però.
Sorride contento, mentre scende dall'auto.
Mi segue, o almeno credo, magari sta camminando davanti a me, non ne ho idea.
L'unica cosa su cui riesco a concentrarmi è il battito del mio cuore che rimbomba in modo assordante.
Anche quando metto le chiavi all'interno della serratura, le mie mani tremano leggermente e spero che Daichi non se ne sia accorto.
Ancora sull'uscio della porta, qualcosa mi circonda la vita e mi costringe a fare un passo indietro.
La sensazione di un bacio sul collo mi toglie il fiato.
Un altro.
E un altro ancora.
Poi diventano morsi non propriamente moderati.
Daichi mormora qualche parola ma non ne colgo il senso, mi limito ad annuire in preda alla più totale confusione.
Mi giro verso di lui ancora ansimante e gli poso le mani sul petto, tastando con curiosità.
Non passa un secondo prima che senta le sue braccia forti sollevarmi da terra.
Mi chino per baciarlo, consapevole del caldo che si sta irradiando nel mio corpo.
Mi travolge in pieno e glielo lascio fare.
Sento l'adrenalina scorrermi nelle vene.
L'eccitazione prende il sopravvento e capisco che in realtà voglio solo fidarmi.
Voglio lasciarmi andare.
Almeno con lui.
Ora, mi sembra la cosa giusta da fare.

~~~~~~~~~~~~~~~

Il rumore della suoneria mi colpisce il pieno e mi sembra che i miei timpani stiano per scoppiare.
Con gli occhi ancora chiusi cerco il telefono sul comodino per mettere fine a questa tortura.
Quando mi metto a sedere, il mal di schiena neanche lo sento, ancora troppo intontito.
- Pronto?- la mia voce non è altro che un rantolo, dovuto al sonno da cui sono stato bruscamente svegliato.
- SUGAWARA KOUSHI! È LA DECIMA CHIAMATA CHE TI FACCIO! IDIOTA, BUGIARDO, DOPPIOGIOCHISTA! STO MORENDO DI CURIOSITÀ, NON PUOI IGNORARMI IN QUESTO MODO! ADESSO DOVRAI RISPONDERE AD OGNI MIA DOMANDA, INTESI?-
La testa che mi gira per la moltitudine di parole che sono state dette nel giro di dieci secondi.
- Tooru? Sei tu?- biascico, provando a focalizzarmi su quello che ha detto.
- Chi altro potrebbe essere?! Hai bevuto ieri sera?-
- No non ho bevuto, ma smettila di urlare, sveglierai Daichi così-
Oikawa si zittisce.
- Cosa?-
- Stai urlando-
- Hai detto che rischio di svegliare... Daichi?!?!-
Un urlo talmente acuto mi fa allontanare il telefono dall'orecchio.
Il suono rimbomba per la camera, tant'è che Daichi, steso al mio fianco, apre gli occhi infastidito.
Si guarda attorno per un istante, prima di accorgersi della mia presenza.
- Koushi... Torna qui...- tende le braccia verso di me.
Un sorriso nasce spontaneo.
- Devo andare-
- COSAAA? NON PROVARE A RIAGGANCIARE! GIURO CHE SE LO FAI-
Non sento la fine della frase, chiudo la telefonata e lascio cadere il cellulare sul materasso.
- Buongiorno Daichi- borbotto mentre lo abbraccio.
Mi bacia sulle labbra e richiude gli occhi.
Mi lascio coccolare.
Nascondo il viso nell'incavo del suo collo, espirando a pieni polmoni.
Ha un buon odore.
È così.... Virile.
Pungente, ma buono.
Mi fa sentire protetto.
È bello svegliarsi con qualcuno accanto, che richiede ancora le tue attenzioni, come se non potesse farne a meno.
Mi piace davvero...

I'm sorry ~DaisugaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora