a date?

765 51 18
                                    

- Davvero Daichi, non c'è bisogno che venga anche tu, ti annoieresti e basta-

Gliel'avrò ripetuto, quante? Dieci volte?

Eppure si ostina a trascinarmi verso il negozio di giocattoli più fornito che siamo riusciti a trovare.

- Mi fa piacere aiutarti e adesso dimmi cosa dobbiamo cercare- ribatte, tutto allegro e sorridente.
- Non lo so, non ci ho ancora pensato, ma smettila di correre non riesco a starti dietro!-
Finalmente rallenta e io posso prendere fiato.
- Scusami- si passa una mano tra i capelli, imbarazzato.
Poggio le mani sulle ginocchia, piegato in avanti cercando in tutti i modi di riprendere a respirare normalmente.

Apprezzo l'entusiasmo, ma non sono abituato a correre in questo modo.

Riprendiamo a camminare dopo minuti interi e non sono sicuro di essermi ripreso del tutto.

Dico sul serio, questo ragazzo mi ha sfinito.

Quando arriviamo al negozio, è di nuovo Daichi che mi spinge fra le varie corsie.
Guarda, quasi incantato, tutti gli articoli esposti.
Me li indica, mi chiede un parere, li valuta, ci pensa su.
Cambia idea in continuazione.
È una visione molto tenera.
Sono sicuro che se mai un giorno questo ragazzone dovesse avere un figlio, sarebbe davvero un buon padre.
Alla fine usciamo carichi di buste, ma era prevedibile.
Daichi però è imbronciato, non gli ho lasciato scegliere il colore del vestito di una bambola.
Ma nessuno può tenere il broncio al sottoscritto.
- Non avrai mica intenzione di ignorarmi?- lo colpisco leggermente con la spalla.
Ricambia il colpo, delicatamente, e ridacchia.
- Non mi va... Piuttosto, che ne dici di prenderci un caffè?-
Indica con un cenno della testa il bar che abbiamo appena superato.
Sei davvero un genio Daichi, mi hai letto nel pensiero.
- Ottima idea-
È un posticino accogliente con le vetrate che affacciano direttamente sulla strada e le luci che pendono pigramente dal soffitto.
Ci accomodiamo.
Una cameriera arriva in fretta, prende le nostre ordinazioni e va via.
Ritorna dopo poco, con due tazze fumanti.
Devo assolutamente ricordarmi il nome di questo posto. Questo caffè è eccezionale.
- Grazie per avermi accompagnato oggi, non avrei saputo da dove cominciare-
È una mezza verità.
Per quanto sia contento di aver avuto la compagnia di Daichi oggi, che si è rivelata meglio delle mie aspettative, il negozio di giocattoli era una tappa abituale quando ho aperto il centro, 3 anni fa.
Ma questo lui non lo sa e sembra che essere lodato gli faccia molto piacere.
È impacciato, ma non voglio che si senta a disagio con me.
Gli chiedo della carriera, di come ha deciso di diventare poliziotto e mi sembra che si sia risvegliato.
Parla a raffica, tutto emozionato.
Gli presto poca attenzione ma mi prendo un attimo per guardarlo bene.
È alto, la divisa gli dona proprio, fascia bene i muscoli delle braccia.
I capelli scuri, corti, brizzolati gli cadono sulla fronte.
Ha un'aria felice quando parla del suo lavoro.
Lo avevo giudicato male, in realtà è una gran bella persona.
Il discorso scivola sull'università.
Sono molto fiero del mio precedente percorso di studi, anche se non l'ho mai concluso, e ne parlo con orgoglio.

In fondo, tutto quello che ho oggi, è solo e unicamente merito mio.

- Psicologia infantile? Ti si addice- afferma, mentre beve un altro sorso del suo caffè.
- Ti ringrazio. Mi sarebbe piaciuto insegnare un giorno, ma il centro ricreativo mi porta via troppo tempo- ammetto con un velo di malinconia.
Premo la guancia contro il pugno chiuso, il gomito contro il tavolo che mi sorregge.
- Stai bene? Tutto d'un tratto ti sei intristito-
Sei attento ai dettagli a quanto pare...
- Sto bene. Stavo solo pensando-
- Ti piace quello che fai ora, Suga?-

Sono piacevolmente sorpreso. Nessuno me l'ha mai domandato, dando per scontato che il mio lavoro mi piacesse.

E sì, mi piace.

Ovviamente mi piace.

Annuisco sorridendo.
- Ho aperto il centro ricreativo dopo tanti sacrifici. Non lo abbandonerei per nulla al mondo-
- Lo fai anche per i bambini?-
- Amo quelle piccole pesti-
Sento di star sorridendo come un cretino, ma non m'importa.
La nostra chiacchierata va avanti per un'eternità, anche se sembrano essere passati solo pochi minuti.
È un buon interlocutore, oltre che un buon ascoltatore.
- Oggi hai tanto da sistemare? Posso passare a darti una mano se vuoi-
- Sei gentile, ma non preoccuparti. Sono solo scartoffie-
- D'accordo. Ti accompagno prima di tornare in centrale-
Mi si scalda il cuore.
Tira fuori dalla tasca dei pantaloni il portafoglio e lo blocco prima che possa fare qualsiasi altra cosa.
- Non ci penso proprio, non ti lascerò pagare per entrambi-
Sbuffa divertito nel vedere come io, offeso, ho incrociato le braccia al petto con fare infantile.
- Cosa vuoi che siano due caffè, lascia che te lo offra-
- non cambierò idea-
- Per favore?-
Oh no.
Ti prego, non fare gli occhi da cucciolo.
Non sopporto quello sguardo pieno di speranza, non riesco a dirgli di no.
- Dai- mi stuzzica un altro po' e cedo, lasciando che paghi per tutti e due.
Borbotto dei ringraziamenti che Daichi accoglie sorridendo.
La strada verso il centro è silenziosa, ma non per questo tesa o imbarazzante.
Quando arriviamo, porta dentro le buste e le sistema nel mio ufficio, che ieri sono riuscito a riordinare.
Forse ci vorrà meno tempo del previsto per risolvere la situazione.
- Fai attenzione mentre torni in centrale, ok?-
E questa da dove ti è uscita?
Mi venuto spontaneo.
So perfettamente che il ragazzo che ho davanti, che ora mi guarda sorpreso, è un adulto responsabile.
Ma qualcosa mi spinge ad assicurarmi che non gli succeda nulla.
- Sicuro. Tu evita le strade isolate quando torni a casa-
Mentalmente ho tirato un sospiro di sollievo.
Non mi ha giudicato.
E si è preoccupato per te.
- Ciao Daichi-
Si avvia verso l'uscita e mi saluta con la mano.
- A domani!-
Rimango immobile per qualche attimo.
"Domani"?
Non c'è bisogno che venga anche domani.
In realtà non era costretto a venire nemmeno oggi.
Non voglio pensare che l'abbia fatto solo perché si sentiva obbligato, o peggio perchè gli ho fatto pena.
Koushi, ti ha solo detto che tornerà domani. Quanti problemi ti stai facendo per una semplice frase?
Lo so però... Diamine perché è così gentile nei miei confronti.
E pensare che ieri l'ho trattato malissimo!
Non posso approfittarmi della sua gentilezza come se nulla fosse.
Devo fare qualcosa...
Ringraziarlo forse?
Non mi stai aiutando!
Dio, sono così esaurito da litigare con me stesso.
Davvero complimenti.
Pensa Koushi, pensa.
Cosa potresti fare per sdebitarti?

Invitalo ad uscire.

I'm sorry ~DaisugaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora