- Scusa se ti ho chiamato così all'improvviso Suga, ma non sapevo a chi altro rivolgermi-
- Oh tranquillo Keiji, non preoccuparti, non c'è nessun problema-
Come se non avesse mandato in frantumi qualsiasi aspettativa mi fossi fatto sul mio appuntamento con Daichi.
Ma sono una persona troppo gentile per dirlo davvero.
Alla faccia della persona gentile...
Davanti a me, Akaashi fa avanti e indietro per il salotto, intento a raccattare le ultime cose.
Lo vedo chiudersi gli orecchini, quelli con le perle che Bokuto gli ha regalato per il loro primo anniversario.
Gli illuminano il viso e risaltano sulla pelle chiara.
Intanto una figura piccina cammina verso di me e si aggrappa alla mia gamba.
- Principessa!- la tiro su e il suo risolino fa sorridere anche me.
Aika è la figlia adottiva di questa coppia tanto improbabile quanto affiatata.
Adesso ha tre anni e mezzo.
Sono passati due anni da quando è entrata in questa casa per la prima volta.
Ricordo ancora Keiji che non riuscì a trattenersi dallo scoppiare in lacrime, abbracciando il marito, quando la bambina disse "papà" per la prima volta.
Erano impacciati entrambi e mi chiesero aiuto per un po'. Ne fui molto felice.
Ed ora, questa bimbetta, dalle guanciotte rosee e paffute, cammina goffa verso Akaashi.
Lui la prende in braccio e le stampa un sonoro bacio tra i capelli neri.
Sono così belli da vedere.
La quiete del momento viene interrotta da una porta che viene violentemente aperta, con un tonfo assordante.
Ci giriamo nella direzione del rumore.
- HEY HEY HEEEY!-
È Bokuto, vestito in modo elegante per la loro uscita.
Chiede ad Akaashi di fargli il nodo alla cravatta, perché non ne è capace.
Keiji sorride, gli accarezza una guancia con la mano libera e mi fa cenno di prendere la piccola.
Quando finalmente può, annoda la cravatta del marito per poi tuffarsi tra le sue braccia.
Aika è buona, molto silenziosa, mi sembra di guardare Akaashi ogni volta che poso lo sguardo su di lei.
Intanto la nostra coppia ha già agguantato i cappotti.
- Grazie ancora Koushi. Sai già cosa fare, vero?- chiede, sempre preoccupato, Keiji.
- Certo che lo so. Adesso andate e divertitevi!-
Con Bokuto nella Nazionale e Akaashi che dirige una casa editrice, è già difficile che riescano a passare qualche ora insieme a casa.
Non mi sorprende che, alla prima occasione disponibile, siano letteralmente scappati per stare un po' da soli.
Avere un bambino piccolo porta via tanto tempo e non immagino cosa debba passare 'Kaashi anche con Bokuto a cui badare.
La loro babysitter ha avuto un imprevisto all'ultimo minuto e non sapevano a chi lasciare Aika.
Ed eccomi qui.
Vestito di tutto punto per quello che doveva essere il mio primo appuntamento con Daichi.
Oikawa mi ammazzerà, ne sono sicuro. Mi dirà che sarei dovuto correre dal "mio futuro marito" (questo nome è opera sua) e lasciar perdere Bokuto e Akaashi.
Non ho saputo dire di no.
Sono un po' dispiaciuto per Sawamura, ma fortunatamente ha capito e non ha avuto nulla da ridire.
- Allora piccola, cosa vogliamo fare?-
In tutta risposta, alza le manine verso di me.
- In braccio- dice, e mi si scalda il cuore nel sentire le parole non articolate perfettamente per quanto è piccina.
Non sarà una serata all'insegna del divertimento, ma è da tanto tempo che non mi occupo di un bambino e devo ammettere che mi mancava.
Mi fa vedere tutti i suoi nuovi giocattoli, che sono sicuro abbia comprato Kōtarō senza l'approvazione di Keiji.
Non si direbbe, ma Aika non è affatto una bambina viziata.
Non ha mai fatto i capricci né tanto meno dato fastidio ad altri compagni al centro ricreativo.
La stanno crescendo proprio bene.
Mi mostra i disegni che ha fatto a scuola.
- Questi sono mamma e papà!- mi mostra un foglio, dove con tratti calcati dei pennarelli ha tracciato le figure di quelli che dovrebbero essere i suoi genitori.
Non mi sorprende che Aika chiami Akaashi "mamma", anzi lo trovo estremamente adorabile.
Credo sia opera di Bokuto, ma Keiji ne va molto fiero.
La piccola mi tiene tanto impegnato, e tra la cena da preparare e la favola che vuole che le legga, è ora di andare a dormire.
Non fa storie e si lascia cantare una ninna nanna mentre la porto in braccio al piano di sopra per metterla a letto.
Sistemo il baby monitor e ritorno di sotto, facendo meno rumore possibile.
Bokuto e Akaashi dovrebbero tornare tra meno di un ora.
Accendo il cellulare.
Scarico.
Con me non ho neanche il caricabatterie.
Non mi permetto nemmeno di cercarne uno, perchè implicherebbe curiosare nella casa di qualcun altro.
Accendo la televisione e salto da un canale all'altro, sperando di trovare qualcosa d'interessante.
Il tuo concetto di interessante consiste nel vedere i cartoni animati? Ma sei serio?
I genitori di Aika rincasano dopo un'ora e mezza.
- Hey ragaz-
Mi blocco immediatamente, nel vedere Bokuto e Akaashi baciarsi con fin troppa foga, mentre si sfilano le giacche di dosso in tutta fretta.
Non dirmi che...
Fingo un colpo di tosse e finalmente girano la testa verso di me.
Le guance arrossate, sicuramente non per l'imbarazzo, perché danno tutta l'impressione di aver bevuto.
Non hanno seriamente guidato in queste condizioni, vero?
Si Koushi, l'hanno fatto.
- Ciao Suga!- dicono all'unisono, e vorrei solo sbattermi una mano sulla fronte.
Ho già visto Akaashi ubriaco, molte volte.
Ai tempi del liceo era capace di mandare giù più shot di vodka di chiunque altro, e puntualmente finiva a casa mia per passare la notte.
Se i suoi genitori l'avessero visto in quelle condizioni, sarebbero stati grossi, grossissimi, guai.
E adesso mi sembra di nuovo il ragazzino di qualche anno fa.
Con l'unica differenza che a controllarlo non ci sono io, ma c'è questa sottospecie di gufo, ubriaco come, se non più di lui.
Keiji si ricompone, per quanto gli è possibile, per salutarmi e ringraziarmi, inconsapevole del fatto che il marito gli stia infilando una mano sotto il maglione.
- A-allora io vado-
Nel giro di due minuti sono già fuori da casa loro, e ringrazio di essermi allontanato da quel clima di disagio che con ogni probabilità avvertivo solo io.
Una folata di vento mi investe in pieno, e mi stringo ancora di più nel cappotto.
Fa già così freddo... Eppure è solo ottobre.
La strada è illuminata dalla flebile luce dei lampioni.
Il cielo, stasera, è senza stelle. Non se ne vede nemmeno una.
Casa mia non dista tanto da qui, e mi ritrovo a pensare di voler tornare il prima possibile per poter essere avvolto dal piacevole tepore delle coperte.
Chiudo gli occhi, inspiro quest'aria fredda e pungente, mentre continuo a camminare lungo il marciapiede.
Un senso di solitudine mi attanaglia lo stomaco.
Vorrei che ci fosse qualcuno ad aspettarmi.
Lo vorrei sul serio.
Non mi piace che la casa sia del tutto vuota.
La rende triste.
Se ci fosse un'altra persona sarebbe diverso.
Avrebbe più senso.
Sarebbe più piacevole tornarci.
I miei amici sono tutti impegnati in una relazione, chi fidanzato, chi sposato. Chi già con un figlio.
Sono tutti innamorati...
Arriverà qualcuno anche per me, un giorno, prima o poi, lo so.
Ma spero dal profondo del cuore che quel momento arrivi in fretta.
Sono stanco di sentirmi solo.
È proprio quando sento gli occhi pizzicare, che una voce, roca, bassa, ovattata da quella che dovrebbe essere una sciarpa mi riporta alla realtà.- Koushi?-
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I'm sorry ~Daisuga
FanfictionUna normalità totalmente stravolta. La familiarità che cambia di punto in bianco. Una giornata qualsiasi, partita nel modo sbagliato. Un incontro casuale. Un'inspiegabile storia d'amore. [FINITA] #1 sugawara il 09/06/2021 #1 daisuga il 12/06/2021 #1...