disappointment

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Mi ci vuole una buona mezz'ora per decidermi a bussare a quel maledettissimo campanello.
Sono un codardo, e me ne rendo conto quando inizio a valutare l'idea di scappare e ritornare a casa, anche solo per insultarmi mentalmente per la mia mancanza di coraggio.
Si tratta solo di mettere le cose in chiaro, di far valere la mia voce in un'inevitabile discussione.
Non sono pronto ad altre urla però.
Se riuscissi ad espormi con calma sarebbe meglio, ma temo non sia possibile.
Prendo un respiro profondo e il rumore acuto e leggermente fastidioso del campanello che suona si espande nell'aria.
Un minuto.
Due.
Poi tre.
E nessuno apre.
È domenica, me ne rendo conto, ma non è affatto mattina presto.
Sono da poco passate le undici.
Il dubbio che Daichi non abbia passato la notte in casa sua mi innervosisce, e non poco.
Ritento.
Questa volta più a lungo, con un non so che di dispettoso.
Si arrabbierà?
Eccome.
Non è il modo giusto di cominciare, ma non posso farne a meno.
Un'imprecazione giunge alle mie orecchie, ma è velata e la voce non è quella del mio ragazzo.
È assonnata, di una persona che dev'essersi alzata dal letto solo per aprire la porta al sottoscritto.
Non è bassa, roca come quella di un uomo.
E mi si gela il sangue nelle vene quando giungo alla conclusione che quella che mi si para davanti è una donna.
Le gambe nude, le cosce coperte da una maglietta molto più grande di quella che dovrebbe essere la sua taglia normale.
I capelli corti, gli occhi grandi contornati dalle ciglia lunghe.
È bella.
Maledettamente bella.
- Posso fare qualcosa per te?- esordisce, e riesco a cogliere una nota di stizza.
Non ho il coraggio di guardarla in faccia.
Mi viene da piangere.
Voglio urlare.
Insultarla.
Riversare su di lei tutta la mia rabbia.
- Sto cercando Daichi- borbotto e per un attimo temo che non abbia capito una parola di quello che ho detto.
- Daichi! Ti cercano!-
Sawamura arriva di lì a poco, fa cenno alla ragazza di tornare nel salotto alle loro spalle.
Sussurra qualcosa ma riesco a sentire un nome.
Yui.
Si chiama Yui.
Faccio fatica a respirare.
- Dimmi che è uno scherzo...-
Sono tentato di alzare lo sguardo, poter fingere di concentrarmi sul fatto che non stia indossando la maglietta, ma è una bugia bella e buona, non sono proprio il tipo.
- Posso spiegare, davvero-
Mi giro, dandogli le spalle.
Mi stringo le mie stesse braccia, come se stessi simulando un abbraccio.
Sto cercando di farmi forza.
Di affrontare come un adulto ragionevole questo palese tradimento.
- Avevi detto di amarmi-
- Infatti ti amo...-
- Pensavo di potermi fidare di te-
- È stato solo un momento-
- Non è vero. Non mentirmi, non me la bevo-
Sussulta leggermente.
Riesco a sentirlo anche se non lo sto guardando.
- Lei è la mia ex ragazza... Quel pomeriggio quando sono andato via di corsa da casa tua, mi aveva chiesto di vederci. Pensavo di mettere finalmente un punto a quella storia, ma, come se non avessi una coscienza a dirmi da star facendo la cosa sbagliata, ci sono andato a letto-
Una pugnalata al cuore.
Ecco cosa sento.
- Doveva finire lì. Mi sentivo divorato dai sensi di colpa e ancora non mi capacito di averti fatto una cosa simile-
Fa una pausa.
L'unica cosa che sento, oltre alle sue penosissime scuse, è il mio corpo scosso da singhiozzi silenziosi.
- Inconsapevolmente, ho preso le distanze. Avrei voluto scaricare su di te tutta la colpa, pensavo sarebbe servito a qualcosa-
Non riesco a rispondergli.
- Koushi?-
Santo cielo, stai zitto.
Hai già detto abbastanza.
Allunga con incertezza una mano verso di me e lo interrompo prima che mi raggiunga.
- Non provare neanche a toccarmi-
La tensione si spezza.
Riesco solo a vedere lei, con una maglietta di Daichi indosso, mentre mi guarda infastidita per aver interrotto quel momento col suo ragazzo.
Lei, vittoriosa, ha ottenuto quello che voleva, portandomelo via.
Ma lui preferisce Yui.
Non posso certo biasimarlo, ma perché mentirmi in questo modo?
Rigetto tutto il mio odio in quel "mi fai schifo" che gli grido in faccia, spinto da una furiosa disperazione.
- Sei un essere spregevole!-
I pugni sul petto scandiscono il ritmo delle mie frasi sconnesse, da quando mi sono voltato verso di lui.
Resta immobile.
Inerme.
Non reagisce.
Per un attimo spero che faccia qualcosa, che mi prenda i polsi urlandomi di stare zitto e di fermarmi.
Ma sa di aver sbagliato.
Sa anche di avermi ferito.
In un modo che temo essere irreversibile.
- Mi dispiace...-
Fanculo.
Fanculo.
Fanculo tutto.
- Perché hai dovuto rovinare tutto così?-
Saremmo potuti essere felici insieme, perché non ti sei fermato prima?
Non dice niente.
Razza di...
- Era così poco importante per te? Non aveva nessun valore questa relazione? Io non avevo nessun valore?-
Tiene lo sguardo basso.
Dannazione, abbi la decenza di guardami...
- È finita così allora...-
- Non dev'essere per forza finita-
- Fai sul serio? "Non dev'essere per forza finita"? Ma con chi credi di star parlando, eh?!-
Urlo.
Grido.
Voglio che l'ultimo ricordo che abbia di me sia il più doloroso possibile.
Se lo merita.
- Non era niente, allora-
Eh?
Mi fermo per un attimo, con le lacrime che minacciano di uscire di nuovo, copiose senza che io possa fare nulla per impedirlo.
- Tutto: questa relazione, noi, i progetti per il futuro. Non era niente. Non è mai stato niente-
Uno schiaffo in faccia avrebbe fatto meno male.
Dico sul serio, dovrei essere io quello arrabbiato e cazzo se lo sono.
Che diritto ha lui di dirmi queste cose adesso?
Non scoppio a piangere per orgoglio e ritorno sui miei passi e l'unica cosa a cui riesco a pensare è la mia voglia di sprofondare.
Desidero non vedere mai più la luce del sole.
Essere inglobato dal terreno sotto i miei piedi e far sì che il respiro inevitabilmente si spezzi.
Ma non succede niente.
Niente di niente.
Solo la mia mente che si immagina scenari più dolorosi.
Lui che rientra in casa, rispondere al suo "chi era? Che cosa voleva?" con un "nessuno d'importante".
Si abbracciano.
Daichi la tiene vicino come aveva fatto altre mille volte con me.
E la bacia.
Le stringe la vita sottile.
Ride contro le sue labbra.
Sei felice ora?
Era quello che volevi dopotutto.









Spazio autrice
Mi sento una persona orribile
👁️💧👄💧👁️

I'm sorry ~DaisugaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora