luck

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- Sei splendido stasera...-

Mentre con una mano tiene il volante, lascia scivolare l'altra verso di me, intrecciando le nostre dita.

Un altro punto a tuo favore Daichi, sei così romantico...

Giro la testa verso il finestrino, consapevole di star sorridendo come un idiota.

- Dov'è che stiamo andando?- provo a salvarmi da questa situazione tanto tenera quanto imbarazzante.
Scuote leggermente la testa.
- Me l'hai già chiesto e te lo ripeto, è una sorpresa-
Adoro sempre di più questo ragazzo, riesce a rendermi felice con una semplice frase.

Per non parlare dei modi di fare, è semplicemente perfetto, in tutto.

Il nostro viaggio in auto dura circa mezz'ora, accompagnato dalla musica della radio.

Quando la macchina si ferma resto immobile a guardare quello che ho davanti.
Il ristorante scelto da Daichi è di una raffinatezza sbalorditiva.
I tavoli, sistemati in un giardino, sono candidi, sembrano risplendere alla luce delle lanterne adagiate sulle tovaglie bianche.
Il tutto circondato da un'alta siepe.

- Ti piace?- la mano di Daichi non ha ancora lasciato la mia.

Balbetto qualcosa di incomprensibile, almeno credo, perchè lui risponde ridendo.
Scendiamo dalla macchina, camminiamo per il vialetto prima dell'entrata l'uno affianco all'altro.
Quando chiede ad un cameriere per il tavolo che ha prenotato il giorno prima, un braccio circonda amorevolmente la mia vita.
Mi sento come se mi stessi sciogliendo. Letteralmente.
L'aria è fresca, ma piacevole, non c'è neanche bisogno di tenere le giacche addosso, nonostante siamo all'aperto.

Ci sediamo.

È tutto così accogliente.

Chiacchieriamo un po' prima che lo stesso cameriere che ci ha accolto all'entrata venga a lasciarci i menù.

Piatti tradizionali e qualcosa della cucina occidentale.
Daichi ha scelto proprio bene.

La situazione non è tesa come mi aspettavo, siamo entrambi molto tranquilli.
Il che è un bene, perché, Koushi, paranoico come sei, avevi paura di trascorrere una serata all'insegna del disagio.
Un po' è vero, ma la preoccupazione non manca mai.
Ordiniamo e il cibo arriva dopo poco.
Effettivamente c'è poca gente, magari è perché abbiamo scelto di venire nel bel mezzo della settimana.

Continua a lanciarmi tenere occhiatine, sorridendo di tanto in tanto.

- Come hai trovato questo posto? È eccezionale-
Gonfia il petto, tutto fiero ma mi lascia sulle spine.

- Segreto.-

- Sei così enigmatico stasera.- mi fingo offeso, tirandogli un calcio sotto il tavolo.
- È questo il modo di ringraziarmi? Non ti facevo una persona così violenta, Koushi- enfatizza il discorso con fare teatrale, tant'è che scoppio a ridere, rendendomi conto di quanto questa conversazione stia diventando ridicola.

- Sei davvero stupido-

- Almeno sono riuscito a farti ridere-
poggia una guancia sul pugno chiuso e mi osserva soddisfatto.

Le mie guance si scaldano leggermente, interrompendo le risate di poco fa.
Lo diverte così tanto mettermi in imbarazzo?

Si direbbe di sì.

Consumiamo la cena con calma, parlando dei più svariati argomenti.

Vengo a sapere che gli piace la pallavolo e che era il capitano della sua squadra quando frequentava il liceo.

- Capitano? Sembra grandioso. Chissà com'eri in divisa-  ammicco, con tanto di occhiolino per prenderlo in giro.

- Sicuramente fantastico. E tu che mi dici, dei tuoi anni del liceo?- regge il gioco ridendo appena.

- Che se avessi potuto sarei stato una cheerleader davvero formidabile-

Resta un attimo spiazzato, prima di assottigliare lo sguardo con fare provocatorio.

- Sono proprio curioso di sapere come saresti stato, con un completo da cheerleader-

Oh.

Oh, questo è imbarazzante.

Questo sì che è imbarazzante.

Proprio non me l'aspettavo, tutta questa sfrontatezza.

Distolgo lo sguardo, mi concendo di arrossire e di maledirlo sottovoce.

Eppure, questo suo lato, lascivo e un po' autoritario, non mi dispiace affatto.

- Sei pieno di sorprese, Daichi- il tono è basso, quasi un sussurro, come se stessi solo riflettendo.

La sua espressione, prima perplessa, si rilassa e afferra per l'ennesima volta la mia mano.

I toni di poco fa svaniscono nel nulla, lasciando spazio alla tenerezza.

Pura, dolce, sincera tenerezza.

- Sono felice di averti conosciuto. Nonostante le circostanze non fossero delle migliori-

Adoro come ironizzi con così tanta leggerezza sul nostro primo incontro.

- Ero tanto arrabbiato quel giorno, ti avrò fatto una pessima impressione.-
- Per niente. Anzi, eri fin troppo tranquillo. È da apprezzare-

Il tempo scorre veloce, e oltre il piccolo litigio su chi dovesse pagare il conto, siamo già sulla via del ritorno.
In macchina mi rendo conto di voler rimanere ancora un po' con lui, non mi va di tornare a casa.

- È ancora presto, che ne dici di fare una passeggiata?-
Tiene gli occhi fissi sulla strada ma annuisce.
- Sempre se ti fa piacere- aggiungo, sperando di non esser stato troppo invadente.
- No tranquillo, hai avuto una buona idea-
Una volta arrivati nei pressi di casa mia, ferma l'auto a pochi passi dall'ingresso dei uno degli unici parchi aperti a quest'ora.

Fa più freddo e ho una scusa per stringermi a Daichi, che continua a camminarmi affianco.

Quando mi giro verso di lui, anche senza una ragione precisa, è rivolto col naso all'insù.

- Ci sono tante stelle stasera- dice all'improvviso.

Incuriosito, alzo lo sguardo, ed è vero, il cielo è pieno di punti luminosi.

- È passato parecchio dall'ultima volta che ne ho viste così tante- rifletto ad alta voce, poggiando una guancia sulla sua spalla.

- Sono contento di essere con te, adesso-

Non vorrei essere con nessun altro se non con te.

Risulterebbe troppo avventato, magari è meglio tenerlo per me.

Daichi fa un passo in avanti per poi girarsi verso di me.
Si avvicina, fino a quando a separarci non sono solo pochi centimetri.

Quella mia frase non riceverà mai una risposta.
In fondo, credo di essergliene grato.
È stato il bacio che ci siamo scambiati sotto le stelle a parlare al posto suo.

I'm sorry ~DaisugaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora