Capitolo 5

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Continuo ad accarezzare l'animale come un'automa, ormai la sbronza è passata e fortunatamente non percepisco nemmeno il segno di un lieve mal di testa. L'unica cosa che riesco ad avvertire è un'innaturale senso di sicurezza e tranquillità, come se fino a poche ore fa non fossi stata attaccata da una creatura che non pensavo nemmeno esistesse ed ora non mi trovassi accoccolata tra le zampe di un enorme lupo.

Un pensiero mi colpisce all'improvviso, Marie.

Come ad aver avvertito il mio turbamento, il mio salvatore mi osserva, mugugnando, come a dirmi di tranquillizzarmi. Eppure non riesco. Marie è la mia migliore amica di sempre, per non parlare degli altri, il cui errore è stato solamente quello di uscire a divertirsi per una sera.

"Tranquilla, stanno tutti bene, o quasi" Queste parole rimbombano nella mia testa, a pronunciarle sembra una voce da me già conosciuta, come già sentita. Una voce difficile da dimenticare per quanto melodiosa e roca allo stesso tempo: Alec. 

Eppure lui non si trova qui. Nell'enorme distesa verde ci siamo solo io e l'enorme lupo difronte i miei occhi. Inoltre non ho sentito nessuno parlare. 

Confusa, ma ormai per nulla sorpresa, mi guardo in torno, alla ricerca del mio compagno di classe, e qualcosa dentro di me mi urla che si trova più vicino di quel che penso.

Poi ne ho la conferma.

"Aspettami qui" di nuovo quella voce. E chi si muove.

Il cane troppo cresciuto, ma maledettamente bello, si solleva, e tempo qualche secondo, tutto muta. Lui muta. Ed ecco che difronte a me non si trova più quello che penso di poter definire un licantropo, ma Alec Kirk. Completamente vestito, ma maledettamente spettinato, ed estremamente sexy.

Si risiede al mio fianco, costringendomi -per modo di dire- a distendermi, poggiando il capo sulle sue ginocchia, ed iniziando ad accarezzarmi i capelli, districando i nodi andatosi a creare dopo l'orribile serata passata.

Una dolcissima carezza. 

"Come stai?" Queste sono le sue parole che interrompono il rilassante silenzio che si era andato a creare. 

Indecisa sulla mia risposta mi limito ad un sospiro. In fondo sto bene, solo grazie a lui. Per la seconda volta.

Come a leggermi nella mente continua:

"Probabilmente ti starai chiedendo chi sono, o meglio cosa sono. Per ora ti basta sapere che sei al sicuro" 

Sono talmente serena che ancora una volta non riesco a rispondere, o a pressare lucidamente. Perché? Conoscendomi a quest'ora sarei piangendo a dirotto, urlando per tornare a casa. Eppure non riesco a muovermi.

Ancora una volta, leggendomi nel pensiero -immagino- continua:

"Diciamo che vorrei evitare tutto ciò." Sposta una cicca di capelli che si era andata a posizionare davanti ai miei occhi, intralciando il nostro scambio di sguardi. "Per farla breve ho una capacità speciale, riesco a rilasciare la mia energia, in poche parole sto cercando di trasmetterti "energie positive", almeno penso voi umani le definiate così". 

Non è umano, bene.

"Beh pensavo l'avessi capito ormai" ridacchia, passando ora ad accarezzarmi il volto, ed io ho la certezza che sia capace di leggermi la mente.

"Ora riposa" sussurra al mio orecchio, e da questo momento il nero mi circonda. Un nero pieno di serenità.


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"Buongiorno raggio di sole, dai forza alzati che oggi abbiamo la Spezia alla prima ora" 

Marie? Mi alzo di scatto, abbracciandola di slancio.

"Oddio come stai? Come sei tornata a casa?" Qualche lacrima scappa dal mio controllo, non sono una persona sentimentale, ma il non essermi accertata In prima persona delle condizioni di mia sorella mi stava distruggendo.

"Calma calma, ma che ti prende? Quanto hai bevuto ieri?" Ride lei. Inconsapevole. 

Non ricorda niente, perché? Non che mi dispiaccia, dopotutto è stato un evento traumatico. Ho ancora i brividi e decisamente paura che possa riaccadere.

Non riesco a domandarle come siamo tronante a casa, che lei mi precede saltellando felice per la stanza. 

"Ieri ci hanno accompagnato due ragazzi. Uno dei due mi ha perfino chiesto il tuo numero, hai fatto colpo. Che poi ora che ci penso, ti sei perfino addormentata su di lui. Dovevi vedere la scena. Se ci penso ancora rido, ti ha dovuto accompagnare in braccio" urlacchia 

Bello -colta l'ironia-. Almeno ho la certezza che non ricordi nulla di quello che è successo nel bosco. 


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Tentando di togliere il puzzo di alcol dai miei capelli sotto la doccia un pensiero mi colpisce.

Tra pochi minuti lo rivedrò. 


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HELP THE SHEEPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora